Il 2001, così come in precedenza il 1992, è un anno fondamentale nella storia mondiale, un anno che segna nettamente un prima ed un dopo. Non un’odissea nello spazio, ma una rivoluzione entrata prepotentemente nelle nostre vite.

Se già l’anno si era aperto con la seconda Intifada tra palestinesi e israeliani, ora le tensioni sono più vive: cominciano ad essere noti all’opinione pubblica i talebani dell’Afghanistan con la distruzione dei Buddha, ed a luglio si tiene il famigerato G8 di Genova, ricordato principalmente per le violenze della scuola Diaz e la morte di Carlo Giuliani.

Cosa è accaduto invece l’11 settembre di quel 2001 lo sappiamo tutti, ne stiamo ancora vivendo le conseguenze dirette, più o meno consapevolmente. Lo shock è stato tale da fissare nelle memorie di tutti cosa stavamo facendo quel martedì pomeriggio, per quanto stupido o ordinario potesse essere. Io ero dai miei nonni a fare i compiti delle vacanze, e mia nonna aveva detto per telefono «mettete sul 4, che hanno interrotto Sentieri e c’è il TG con l’edizione straordinaria». Non sapevamo cosa aspettarci, io e mio nonno, e poi abbiamo visto l’immagine della prima torre colpita e fumante. Quelle immagini erano in diretta su tutti i canali. Poi, sempre in diretta, l’impatto del secondo aereo contro l’altra torre. E ancora il terzo aereo contro il Pentagono, e il quarto aereo che invece si schianta nelle campagne della Pennsylvania. Immagini strazianti ed angoscianti, viste e riviste centinaia e migliaia di volte in quei giorni: gli schianti, le torri che crollano su loro stesse osservate da decine di postazioni diverse, i detriti che invadono le strade di Manhattan, ma forse ancora di più quei disperati che non possono fare altro che buttarsi dalle finestre dei piani alti, e lasciarsi cadere nel vuoto.

the falling man 9-11-2001 richard drew new york city
“The Falling Man”, fotografia di Richard Drew per Associated Press. 11 settembre 2001, 9:41:15 ora di New York

Scatti da premio Pulitzer che fanno riflettere sull’uomo, sulla vita, sul libero arbitrio, sulla dignità.
Interessante notare come, su La Stampa del 12 settembre, Marcello Sorgi già parli di guerra, e come i sospetti siano già ricaduti su al Qaeda, l’organizzazione islamica guidata dallo sceicco saudita Osama bin Laden.

In nemmeno un mese, gli anglo-americani già bombardano l’Afghanistan, mentre nella società il terrore è endemico, prima per il morbo della “mucca pazza”, poi per l’antrace, e vengono nel frattempo varate ed attuate in tutto il mondo le “misure antiterrorismo”, restrizioni tuttora vigenti delle varie libertà personali.

Né l’entrata in circolazione dell’Euro né le Olimpiadi invernali riescono a distrarre a sufficienza la popolazione dall’incubo del terrorismo. Quel che resta della Jugoslavia nel 2002 annuncia che dal 2003 sarà Unione di Serbia e Montenegro fino a quando, nel 2006, le due repubbliche si separareranno. In Italia, intanto, il giuslavorista liberista Marco Biagi viene ucciso dalle Brigate Rosse a Bologna, mentre la CGIL porta nella stessa piazza tra i due e le tre milioni di persone, l’ultima manifestazione di così grande partecipazione nella storia sindacale.

All’inizio del 2003 gli angloamericani fabbricano documenti (pare con la collaborazione italiana) per dimostrare traffici di uranio tra il Niger e l’Iraq: è il pretesto per lanciare l’attacco in Mesopotamia alla ricerca del petrolio iracheno. Il 9 aprile Baghdad è presa, dopo 20 giorni di guerra, e Saddam Hussein verrà dichiarato decaduto: i combattimenti proseguiranno ufficialmente per altri 20 giorni, poi tra attentati, guerra civile tra sciiti e sunniti e guerriglia terroristica inizierà una fase di instabilità interna che prosegue tuttora, con principali attori i curdi e l’ISIS, mentre gli occidentali hanno gradualmente abbandonato l’Iraq e la “democrazia esportata” con le bombe al suo destino.
Farà scalpore, nel 2004, lo scandalo legato alle torture inflitte da militari occupanti ai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib. L’Occidente esporta sempre civiltà, pace e prosperità.

Qualche centinaio di kilometri più a nord, nel Caucaso, la tensione esplode letteralmente in Cecenia e si registrano disordini anche in Georgia. Famosa la strage della scuola di Beslan, presa in ostaggio dai ceceni, con 330 morti, 186 dei quali bambini.
Sempre nell’area ex sovietica, si susseguono tensioni in Ucraina tra Viktor Janukovyč e Viktor Juščenko, entrambi candidati alle presidenziali del 2005.

Nel 2004 al Qaeda colpisce a Madrid, facendo esplodere dei treni l’11 marzo, con 191 morti e un migliaio di feriti: si replicherà poi a Londra il 7 luglio 2005, sempre sul trasporto pubblico, con 55 morti e circa 700 feriti. Una terza giornata di attentati, sempre a Londra, il 21 luglio, si concretizza con 4 esplosioni senza conseguenze. La monarchia iberica è in questi anni scossa anche internamente dai bombaroli baschi dell’ETA.

Tutti, però, ricordiamo le vacanze di Natale 2004 per il terremoto di magnitudo momento 9.1 con conseguente tsunami che colpì l’Indonesia, la Thailandia ed il resto dell’Oceano Indiano, con più di 400mila tra morti e dispersi.

Nell’aprile 2005 muoiono a pochi giorni di distanza due sovrani molto amati: si tratta di Ranieri III di Monaco e di papa Giovanni Paolo II, ai quali sono succeduti rispettivamente Alberto II e Benedetto XVI, al secolo Joseph Aloisius Ratzinger.

L’epoca iniziata nel 2001, dunque, segna la caratterizzazione da lunghe guerre civili a sfondo etnico (come quelle della ex Jugoslavia raccontate in 1992-2001: gli anni Novanta) alla stagione degli attentati ad ispirazione religiosa o insurrezionalista, intervallati da veloci offensive militari.

Simone Moricca
@simonegenius
s.moricca@liberopensiero.eu

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.