Gli equilibri del calcio mondiale sono stati scossi dall’entrata in scena della Cina e dei suoi Yuan. Infatti il calciomercato nell’ultima sessione invernale (tra l’altro ancora aperta in Cina) ha visto come protagoniste le società cinesi che hanno fatto una vera e propria razzia di campioni in Europa e Sud America.

Se nel recente passato la Cina era meta di calciatori e allenatori sulla via del tramonto in cerca di nuove esperienze e, soprattutto, di contratti faraonici, come hanno fatto ad esempio i vari Drogba e Anelka, oggi ad approdare in Asia sono anche calciatori giovani o nel pieno della loro carriera.

Lavezzi in CinaL’ufficialità nelle ultime ore del passaggio di Ezequiel Lavezzi dai francesi del Paris Saint Germain all’Heibei China Fortune per 6 milioni di euro è solo l’ultimo dei trasferimenti che dimostrano questo cambio di tendenza. L’ex attaccante del Napoli, in scadenza con i parigini, ha firmato un contratto biennale da 13 milioni netti a stagione più bonus: cifre praticamente fuori portata per la quasi totalità dei club europei interessati al nazionale argentino. La stessa neosquadra del Pocho ha acquistato poche settimane fa dalla Roma l’attaccante ivoriano Gervinho per una cifra vicina ai 18 milioni. Stesso tragitto Italia – Cina, ma con destinazione finale Shanghai, è stato quello compiuto da Fredy Guarin, che dall’Inter si è accasato allo Shanghai Greenland Shenua per 13 milioni. Addirittura più alti sono stati i costi dei cartellini di Ramires, Jackson Martinez e Alex Teixeira. Proprio il trequartista ex Shakthar, nonostante la corte dei top club europei, ha scelto di indossare la maglia del Jiangsu Suning, che lo ha acquistato dalla compagine ucraina per la cifra record di 50 milioni.

301,15 milioni di euro: è questo, secondo i dati di Transfertmarkt, finora il totale spesi dalle società della Chinese Super League (CSL) nella sessione invernale di mercato, che in Cina chiuderà il 26 Febbraio, fra operazioni esterne ed interne.

50 milioni in pù alla Premier League, da sempre considerato il campionato principe per i trasferimenti, e più di 200 milioni rispetto agli altri campionati europei: Serie A, Bundesliga, Championship, per citarne alcuni. In questa speciale classifica al quarto posto, fra la nostra Serie A e la massima serie tedesca, si piazza la China League One, la seconda divisione cinese, con 61,90 milioni spesi. A dimostrazione degli ingenti investimenti nel calcio attuati dal colosso asiatico. Investimenti questi che sono solo la punta di un iceberg programmato dal governo cinese nell’intento di avvicinare la popolazione al calcio e raggiungere gli stessi risultati raccolti in altri sport. Infatti ad oggi la partecipazione ai Mondiali di Corea e Giappone, peraltro chiusa con tre sconfitte, è stato il momento ‘più alto’ per la nazionale cinese di calcio. Troppo poco per un movimento sportivo che alle Olimpiadi casalinghe di Pechino arrivò primo nel medagliere finale.

Xi Jiping CinaIl passaggio al professionismo nel 1994 del campionato, l’introduzione della materia calcistica all’interno delle scuole e la creazione di impianti sportivi per allevare i giovani calciatori sono solo alcune delle azioni che hanno permesso di creare un’autentica rivoluzione del calcio in Cina. La passione per il rettangolo verde del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping è stato perno fondamentale in questo processo, che ha visto lo Stato essere sempre più a stretto contatto con il calcio, grazie alle sponsorizzazioni delle aziende statali alle squadre che compongono la CSL, creando così delle sorti di franchigie stile NBA, dove le società possono trasferire in altre città la propria sede.

Dunque, non resta che attendere i prossimi sviluppi sul calcio cinese che si appresta a salire prepotentemente sul palcoscenico del calcio mondiale.

Ivan D’Ercole

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