106 gradini tutti in discesa: cinque scalinate sotterranee, che sembrano quasi modellarsi da sé, per anticipare agli spettatori la particolare esperienza che stanno per vivere.
È questo il giusto compromesso per assistere allo spettacolo dell’ ”Inferno di Dante” di Domenico Maria Corrado , messo in scena dalla società artistica Tappeto Volante, nella Napoli sotterranea con entrata Piazza Cavour 140.
Un luogo freddo e angusto destinato ad escursioni e gite scolastiche, ha accolto questo progetto che continua la sua corsa dagli spettacoli delle Grotte di Pertosa, con l’utilizzo minimo di effetti scenici e con l’effetto catartico e scenografico maggiore che si potesse cercare.
Le luci e le musiche che hanno accompagnato gli attori nel recitare gli endecasillabi danteschi hanno infatti coinvolto emotivamente quel pubblico che si è ritrovato proiettato nell’aldilà, nel percorrere l’inizio della catabasi dantesca, districata nei suoi canti e rappresentata in tre stanze differenti del sottosuolo.

unna7medCosì Dante, smarritosi nella selva oscura, si imbatte nelle tre fiere, simbolo di quel peccato di cui non riesce a liberarsi, incontra Virgilio, sua guida e ragione, quella torcia che gli farà da luce nel viaggio tra i luoghi oscuri della sua anima.
Ma non vi è vera luce senza la figura angelica della dolce Beatrice, alias Claudia Errico, attrice e ballerina, scherzosamente definita dallo staff come il loro “anello di congiunzione”.

“Per il mio doppio ruolo ho dovuto lavorare molto ma non mi lamento. È il mio lavoro ed è ciò che mi piace fare, poi la compagnia è simpaticissima, il giusto incontro tra professionalità e divertimento.” Ci rivela.

Dopo l’entrata in scena di Caronte e l’incontro con la bestia infernale Minosse, si inizia con il primo girone, quello dei lussuriosi.

Notevole è la modernità con cui i temi della Commedia vengono trattati.

Dante scrive un qualcosa di inerente al suo tempo, ma la storia si ripete. La sua opera è universale e lui ce lo ha dimostrato anche solo scrivendo in volgare. Leggiamo di temi duecenteschi che siamo riusciti con estrema semplicità ad accomunare ai nostri problemi sociali. Così, tra i lussuriosi ad esempio, abbiamo rappresentato gli amori che per tutti o qualcuno risultano peccaminosi oggi: adulteri e di tipo omosessuale.
Gassman rappresentò L’Inferno rendendolo quasi aulico, ma la Commedia deve essere del volgo, deve rispecchiare tutti noi.” 

Ci ha risposto così Ciro Zangaro, attore interprete dei personaggi: Caronte, Ciacco, Ulisse, Farinata degli Uberti.

Corrado nel 2006 è riuscito a trasportare l’opera in luoghi così particolari. È venuto poco prima di Benigni che con la sua simpatia, passione e professionalità lo ha reso popolare e lo ha sdoganato. Da allora tanti lo hanno portato in scena.” Continua Salvatore Mazza, il nostro Dante Alighieri.

Francesca, protagonista della famosissima storia d’amore tragica, è l’unico personaggio cantato.

“Il regista ha voluto dare l’idea di un canto melanconico e desolante” argomenta Diletta Acanfora, interprete della sofferenza d’amore.

Proprio in questa scena i danzatori, che nel corso dello spettacolo si immedesimano in anime dannate e creature infernali, sembrano partecipare sensibilmente alle pene dei protagonisti, diventano quasi essi stessi attori grazie alla figura di Paolo che danza intorno alla sua amata.
Il corpo di ballo curato da Monica Caruso si è ritrovato dover affrontare varie difficoltà di tipo interpretativo e logistico.

unnamedLe coreografie adattate all’ambiente naturale non sono di certo tra le più semplici, soprattutto se i ballerini devono poi sapersi giostrare tra il pubblico.
Tanto lavoro c’è quindi dietro questo spettacolo che sembra poter appassionare persone di ogni età.
Alla domanda “Come riuscite ad arrivare al pubblico recitando in endecasillabi? Quante difficoltà avete riscontrato?”
Gli attori ci hanno così risposto.

“Semplicemente c’è un lavoro di interiorizzazione. Cerchiamo di immedesimarci nei personaggi e trasmettere le emozioni che Dante voleva far scaturire nei suoi lettori ma nell’epoca moderna. Portare la fantasia di Dante nella realtà di oggi.
Si cerca continuamente il contatto con il pubblico. La recitazione è accompagnata anche dalla spiegazione didascalica grazie alla quale si può uscire un attimo dal personaggio e avvicinarsi di più agli spettatori, soprattutto ai più piccoli.” Sono le parole di Salvatore Mazza, seguito da Zangaro.
“Il regista ci ha dato piena libertà, non c’è una linea logistica, ognuno interpreta il suo Farinata o il suo Virgilio. Ognuno da al suo personaggio un pezzettino di sé. Solo così si può davvero fare teatro in versi.”

Continua Francesco Merlino, interprete di Virgilio:

“Alle grotte di Pertosa era tutto più didascalico, più didattico. È stato un buon allenamento per noi che quindi oggi, al Sottosuolo di Napoli, siamo molto più indipendenti anche dalle richieste e compiti assegnatici dal regista Corrado.”

Rodolfo Medina (Minosse, Pier delle Vigne, Conte Ugolino) ci rivela che la difficoltà più grande è quella di saper cogliere la verità che è nascosta in quei versi e restituirla al pubblico come interpreti.

Si parla quindi di tanto realismo e partecipazione emotiva che, dopo aver scalato la vetta infernale, ci ha condotti faccia a faccia con il nostro Lucifero, un diavolo non rappresentato da nessun attore, nessuna maschera.
Il male è ciò che ci infliggiamo noi uomini, è la fame, l’epidemia e la sete. È la cattiveria dell’uomo che tende a sopraffare il nostro lato buono e a riversarsi inesorabilmente sul futuro dell’umanità. Dante ci suggeriva di comprendere i nostri errori e voltare pagina, purificarci tramite la comprensione dei nostri limiti e la scelta giusta tra bene e male. Terminata la catarsi quindi non c’è altro da dire che:

..e quindi uscimmo a riveder le stelle”

Alessia Sicuro

Ulteriori informazioni: Tappeto Volante

Foto: Luigi Maffettone

Alessia Sicuro
Classe '95, ha conseguito una laurea magistrale in filologia moderna presso l'Università di Napoli Federico II. Dal 2022 è una docente di lettere e con costanza cerca di trasmettere ai suoi alunni l'amore per la conoscenza e la bellezza che solo un animo curioso può riuscire a carpire. Contestualmente, la scrittura si rivela una costante che riesce a far tenere insieme tutti i pezzi di una vita in formazione.

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