NAPOLI – Il “no” del ministro Alfano alla trascrizione delle unioni gay proprio non è piaciuto al sindaco De Magistris.

PinodestasioPronto a ricorrere al Tar, il primo cittadino di Napoli porta avanti una battaglia che dura dal 14 luglio scorso, quando fu trascritta la prima delle unione gay tra Roberto Solone Boccardi e Miguel Antonio Araujo, che avevano contratto matrimonio in Spagna nel 2008, ufficializzato poi in Italia, a Napoli per la precisione, attraverso un atto di trascrizione e certificazione. Napoli, “città spazzatura”, “città terrona”, eppure prima città realmente europea, in Italia, in fatto di diritti civili. Ha saputo distinguersi, infatti, per aver dato spazio a questioni ancora tabù nel Bel Paese, e normalità in tutta Europa. Ed è proprio all’Europa che De Magistris guarda. Molte le città europee che hanno permesso le unioni civili, anche dello stesso sesso. Alfano e il Cardinale Sepe, invece, non solo non hanno fatto mai mistero del loro totale disaccordo con l’iniziativa, ma si tendono la mano per riuscire insieme a demolire l’insano obiettivo del “sindaco cattivo”.

Il ministro dell’Interno è passato così direttamente ai fatti, dichiarando illegittime le unioni gay registrate, inviando degli ispettori al Municipio per attuare la cancellazione. Il 24 novembre De Magistris comunica la cancellazione definitiva dei matrimoni trascritti, annunciando però l’intenzione di continuare la battaglia denunciando al Tar l’accaduto. Il braccio di ferro tra Alfano e De Magistris non si placa, anzi. De Magistris continua a precisare che la trascrizione è un atto legittimo. Non si fa altro che certificare un legame civile ― dice ― già contratto in un altro Paese, convenendo ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione e dell’articolo 12 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Illegittima, invece, la cancellazione dello stesso da parte del Prefetto ― spiega De Magistris ― perché, trattandosi di una trascrizione anagrafica, la cancellazione può avvenire solo da parte di un magistrato.

Al riguardo, in esclusiva per LP, dice la sua Pino De Stasio, Capogruppo della Federazione di sinistra e Consigliere con delega alle Pari Opportunità. De Stasio si fa portavoce dei sostenitori dell’amministrazione De Magistris che porta avanti la conquista dei diritti civili. Dichiara: «Tutta la comunità appoggerà il ricorso di De Magistris, moralmente, fisicamente e anche attraverso manifestazioni». E dal braccio di ferro tra Alfano e il primo cittadino di Napoli, De Stasio non ha dubbi su chi la spunterà: «Non sono un avvocato ma ritengo che il Tar darà ragione all’amministrazione De Magistris che, è giusto ricordarlo, è più avanti di altre riguardo le tematiche civili. Il sindaco accoglie in pieno ciò che la costituzione dice. Lui rispetta i dettami costituzionali della libertà del singolo individuo, e non fa altro che trascrivere nel registro dell’anagrafe ciò che è stato legittimato in altri Paesi europei, facendo un atto dovuto e legale».

Napoli è la prima in questioni di libertà e diritti che riguardano la comunità gay. Ciò vuol dire che l’Italia è ancora molto indietro, non solo rispetto a Napoli ma all’Europa. Come De Stasio precisa: «L’Italia è ultima in Europa per quanto riguarda la legiferazione dei diritti civili e sulle coppie di fatto. Ma bisogna essere onesti, la responsabilità non è della destra ma di tutte le forze politiche del parlamento. Non mi sento di colpevolizzare una parte politica. Non capisco, ad esempio, perché Renzi, che fa decreti su tutto, non ha fatto un ddl su queste tematiche tanto importanti. È vero che culturalmente la destra difficilmente può accettare le unioni gay ma è gravissimo come il Pd in primis, e anche le altre forze politiche, in questi anni nulla hanno fatto in tal senso. In Europa solo l’Italia e la Grecia non hanno leggi che favoriscono le unioni di fatto tra persone dello stesso sesso. Quindi la responsabilità è di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Ecco perché poi interverrà la magistratura, interverranno le sentenze di Cassazione, le sentenze della Corte Costituzionale in merito alle libertà negate a persone dello stesso sesso».

Infine, De Stasio ricorda quanto il ruolo della Chiesa sia forte e spesso decisivo in ambito politico: «La Chiesa ― dice ― non dovrebbe mai essere assente rispetto ai nostri ragionamenti, perché in Italia sia centro-sinistra che centro-destra hanno pressioni dal mondo ecclesiastico. Se certe leggi non vengono varate o proposte è per pressioni dirette o indirette della Chiesa. Si evince già dall’annuncio fatto dal Consiglio Episcopale Campano riguardo la questione delle unioni gay, invettivo verso l’amministrazione e la comunità omosessuale». Insomma la questione è spinosa più che mai, eppure De Magstris sembra deciso a far orecchie da mercante per chi gli si muove contro, andando a fondo, portando la questione delle unioni gay davanti all’organo di giurisdizione amministrativa del Tar.

Agnese Cavallo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.