Nelle società neoliberali non vi è alcuna prospettiva di giustizia sociale
Fonte: unsplash.com

La giornata mondiale della giustizia sociale nasce abbastanza recentemente: è solo nel 2007 con la risoluzione 62/10 del 26 novembre 2007 che l’Assemblea Generale dell’ONU ne proclama la ricorrenza. Sebbene lo sviluppo sociale sia un concetto derivante dal secondo Patto internazionale delle Nazioni Unite del 1966 incentrato sui diritti economici e sociali, è evidente, come sottolineato dal nuovo rapporto Oxfam 2022, che tale sviluppo nel corso degli anni si sia realizzato in maniera fortemente diseguale non solo tra i diversi paesi, ma anche e soprattutto all’interno degli stessi. 

Per questo motivo, oggi più che mai, è fondamentale che la giustizia sociale acquisisca un ruolo centrale all’interno del dibattito politico – a prescindere dai propri orientamenti politici – poiché dalla giustizia sociale deriva non solo una società più equa, ma anche una società economicamente più forte e dinamica. Tuttavia, è fisiologico che all’interno di un sistema capitalistico l’avidità individuale sia dirimente rispetto a qualsiasi prospettiva di giustizia ed equità sociale, così com’è altrettanto fisiologico che nei momenti di crisi economica siano le classi subalterne a doverne sostenere i costi mentre “gli avidi” continuano nella loro opera di accumulazione di capitale avallati dallo Stato.

Uno Stato che, riprendendo Karl Marx, è «l’organo del dominio di classe, un organo di oppressione di una classe da parte di un’altra; è la creazione di un “ordine” che legalizza e consolida questa oppressione, moderando il conflitto fra le classi». Non è infatti un caso che la giustizia sociale rimanga un obiettivo più apparente che sostanziale, non è un caso che durante il lockdown Amazon continuasse a tenere aperti gli stabilimenti mentre le piccole botteghe dovevano chiudere, non è un caso che dopo lo scoppio della pandemia le diseguaglianze sociali siano aumentate esponenzialmente e non è un caso che il rapporto Oxfam 2022 si chiami “La pandemia delle diseguaglianze”.

Il parallelismo non è affatto azzardato: checché se ne dica la povertà economica è una malattia feroce, che uccide tanto e lentamente se non contrastata adeguatamente con il welfare, con la redistribuzione della ricchezza, con gli investimenti in ricerca, innovazione ed istruzione, nonché con tutti gli altri strumenti di giustizia sociale. Analizzando il rapporto Oxfam 2022 sembra invece che tali strumenti siano stati accantonati per salvaguardare e, anzi, sostenere la crescita dei patrimoni di vecchi e nuovi ricchi e ricchissimi, intimoriti dalla recessione economica derivante dalla pandemia Covid-19.

Secondo il rapporto Oxfam «nei primi 2 anni di pandemia i 10 uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni, passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Nello stesso periodo si stima che 163 milioni di persone siano cadute in povertà a causa della pandemia. Già in questo momento i 10 super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone. Se anche vedessero ridotto del 99,993% il valore delle proprie fortune, resterebbero comunque membri titolati del top-1% globale. Dall’inizio dell’emergenza Covid-19, ogni 26 ore un nuovo miliardario si è unito ad una élite composta da oltre 2.600 super-ricchi le cui fortune sono aumentate di ben 5 mila miliardi di dollari, in termini reali, tra marzo 2020 e novembre 2021». Inoltre, per fare un paragone concreto in relazione alla difficoltà di questi mesi inerenti la realizzazione e la distribuzione di vaccini anti-Covid-19 per tutti Paesi meno sviluppati, «il surplus patrimoniale del solo Jeff Bezos nei primi 21 mesi della pandemia (+81,5 miliardi di dollari) equivale al costo completo stimato della vaccinazione (due dosi e booster) per l’intera popolazione mondiale».

La giustizia sociale è l’antidoto ad un virus che si sta propagando troppo velocemente ma di cui si parla sempre troppo poco: per il rapporto Oxfam si tratta del virus della disuguaglianza. «Ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere», racconta il rapporto 2022. Si tratta di fenomeni connotati da elevati livelli di disuguaglianza di genere. Le donne, più degli uomini, hanno dovuto subire i danni economici dovuti alla pandemia più significativi. A livello mondiale, hanno visto polverizzarsi 800 miliardi di dollari di reddito nel solo 2020, un ammontare superiore al PIL complessivo di ben 98 Paesi. Inoltre, su di loro grava in modo sempre più significativo il lavoro di cura non retribuito. È evidente che le diseguaglianze sociali si manifestano in modi e forme differenti: esistono delle diseguaglianze nelle diseguaglianze per categorie di persone maggiormente vulnerabili come donne, giovani, migranti o cittadini dei Paesi più arretrati.

Tuttavia, se le diseguaglianze sono diverse per composizione, il concetto di giustizia sociale è univoco, non dà spazio ad ambiguità o tentennamenti. Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International, sostiene «le banche centrali hanno pompato miliardi di dollari nei mercati finanziari per salvare l’economia, ma gran parte di queste risorse sono finite nelle tasche dei miliardari che cavalcano il boom del mercato azionario. L’esempio più lampante è quello del settore farmaceutico, di strategica e fondamentale importanza nel contrasto alla pandemia, ma anche succube della logica del profitto incondizionato. La mancata sospensione, anche solo temporanea, dei brevetti dei vaccini anti-Covid e il mancato sostegno produttivo e tecnologico alle regioni più povere del pianeta lo dimostra. Secondo Bucher «la disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche». Il sistema economico ha messo a repentaglio la nostra sicurezza durante la pandemia, consentendo anzi a chi è già estremamente ricco di trarre beneficio dalla crisi. Intervenire sulle sempre crescenti ingiustizie e iniquità economico-sociali è più urgente che mai.

Per la direttrice di Oxfam International è il paradigma economico e di sviluppo nella sua interezza ad aver mostrato il suo fallimento, soprattutto negli ultimi decenni. Il riferimento alle società neoliberali è evidente, così come è evidente che non vi è alcuna prospettiva di giustizia sociale in società che arretrano sui diritti sociali collettivi mentre le diseguaglianze aumentano e che antepongono l’individuo consumatore all’individuo persona, l’impresa al lavoratore, i profitti di pochi ai bisogni dei molti.

Nicolo Di Luccio

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