La Scozia ha deciso: l’unione con la Gran Bretagna resta. I risultati sono arrivati poco dopo l’alba, con i no all’indipendenza che hanno nettamente vinto rispetto ai si. Ora Cameron è costretto a mantenere le promesse di maggior autonomia per Edimburgo.
I risultati sono ormai ufficiali: il 55.3% degli scozzesi hanno detto no all’indipendenza e alla secessione da Londra. Lo spoglio è andato avanti per tutta la notte, ma alla fine ha premiato gli uomini di Darling, responsabile della campagna unionista “Better Together”. Alex Salmond ha ammesso la sconfitta, questa mattina, dicendo però che questo voto sarà il punto di partenza per la Scozia per aumentare l’autonomia. Infatti Cameron, durante la campagna, aveva promesso una forte devolution di poteri verso Edimburgo. Si parla di maggior autonomia fiscale e di maggior peso nella politica interna ed estera. Alcuni ipotizzano anche di rottamare il vecchio Atto di Unione e sostituirlo con una legge federale per inquadrare il nuovo status della Scozia.
Ha parlato ai giornalisti anche David Cameron dicendo che “ora bisogna agire tutti insieme come nazione”. Cameron ha rassicurato gli scozzesi sulle promesse da lui fatte durante la campagna, assicurando che ci sarà maggiore autonomia. Discutibili però i tempi, visto che nel 2015 si andrà al voto. Infatti, con il voto nel 2015, c’è la possibilità che lo scenario politico cambi e non sia più disponibile ad offrire il federalismo alla Scozia. Salmond questo lo sa, e per questo ha già detto che parteciperà ad ogni fase della scrittura della legge, per accelerare i tempi ed evitare che la legge sia votata dal nuovo parlamento. Cameron ha promesso che per Gennaio si avvieranno i processi per il federalismo, concedendo maggior autonomia anche ad Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord.
Il referendum in Scozia è stato un vero ‘successo’ mediatico. Infatti nella capitale sono arrivate delegazioni giornalistiche da ogni angolo del mondo. Oltre alle delegazioni ‘ufficiali’, tanti piccoli gruppi di giornalisti che fanno capo a gruppi indipendentistici si sono riversati nelle strade di Edimburgo, per seguire con speranza, ammirazione e ansia l’esito del referendum. Si sono viste delegazioni dalla Catalogna, dai Paesi Baschi, da Papua, tutte regioni che intendono seguire il modello scozzese per rivendicare i propri diritti.
Risposta positiva al referendum arriva anche dalla Borsa, con la Sterlina che ha raggiunto i suoi massimi da due anni dopo l’ufficialità del risultato del referendum. Londra si è svegliata tra l’esuberanza e l’entusiasmo degli investitori, che hanno cominciato una grossa mole di scambi, spingendo tutte le borse europee in territorio positivo sin dall’inizio della giornata. La sterlina sta avendo una forte rivalutazione, con molti acquisti da ogni parte del mondo.
Francesco Di Matteo