Lo slogan c’è e accompagna la legge di stabilità che in mattinata dovrebbe giungere al Quirinale, previa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, riguardo la Legge di Stabilità. E’ il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ad avallare questa mozione durante un’intervista rilasciata presso la trasmissione “In mezz’ora”.

Generare 800 mila posti di lavoro attraverso una manovra che preveda un consolidamento fiscale, taglio delle tasse e una riformazione strutturale. «Ci perde tutta la fascia di persone che ha lucrato sugli sprechi. Chi ha lucrato sulle rendite smetterà di guadagnarci. Smetteranno di guadagnarci gli evasori fiscali. Che pagheranno mentre non hanno mai pagato». Ha dichiarato il ministro. Chi guadagna quindi sono coloro soggetti a redditi bassi, aggiunge.

Durante l’intervista, Padoan, inoltre, afferma che il “blocco” di questo Paese, perdura da molti anni, e che vi è una diffusa responsabilità, “riconducibile anche ai sindacati”. Ulteriore modus operandi della manovra riguarda l’invarianza dei saldi, altrimenti il progetto completo rischia di venire meno e si cerca anche un dialogo con il Parlamento.

A tale proposito Padoan ha detto: «Il parlamento vorrà dire la sua ed è sacrosanto. Ma la Finanziaria di quest’anno è molto compatta e così deve rimanere. Altrimenti l’efficacia complessiva viene meno». La presentazione e la spiegazione del progetto vengono trasformati dunque in un appello, in un’esortazione rivolta agli imprenditori, il cui compito rimane quello di investire e creare occupazione.

Il progetto sembra, secondo i dati statistici rilasciati da Matteo Renzi durante la conferenza stampa in data 15 Ottobre, non reggere le promesse fatte. Si è ulteriormente affermato che i fondi stanziati bastano ad occhio e croce per 629mila soggetti economici in stato di disoccupazione o inoccupazione. Padoan ha anche difeso l’innalzamento della tassazione sui fondi pensione, cresciuta dall’11,5% al 20%. “L’adeguamento (della tassazione) sui fondi pensione è inferiore ad altre categorie. Si collega a una filosofia di adeguare il trattamento ai valori medi europei. Non stiamo svantaggiando i fondi pensione”. Quanto ad una possibile bocciatura della Commissione in Europa, il ministro ha rassicurato: “Pensiamo di essere assolutamente in regola. Siamo in contatto con la Commissione. Il 29 ottobre ci sarà il loro giudizio”.

Fabrizio Consiglio

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