All’interno del complesso degli Incurabili, e precisamente nella chiesa di Santa Maria del Popolo, sorge un posto oscuro e poco conosciuto al popoli di Napoli: la Cappella dei Bianchi Giustiziati.
In occasione della straordinaria riapertura della Cappella dei Bianchi Giustiziati, la nostra rubrica il Ventre di Napoli ci porta alla scoperta di questo luogo sconosciuto ma ricco di segreti, arte e cultura.
Sito nel cuore del centro storico della città di Napoli, nei pressi del decumano superiore e adiacente alla famosissima Farmacia degli Incurabili, la Cappella dei Giustiziati nacque nel lontano XVI secolo con l’unico scopo di essere una vera e propria setta in cui svolgeva la propria azione la Compagnia dei Bianchi della Giustizia: essi avevano il duro e arduo compito di confortare i condannati a morte, disporne funerali e messe di suffragio e confortare le famiglie dei defunti.
La Compagnia dei Bianchi fu fondata dal monaco francescano Giacomo della Marca nel 1430: il suo scopo era formare monaci anonimi e incappucciati che accompagnassero al patibolo i condannati a morte, oltre che redarre documenti in cui inserire le loro ultime volontà. Ma nel 1525 Papa Clemente VII chiarì gli obiettivi con testuali parole: «Procurare la salute dell’anima di quelli che sono a morte condannati, et visitare i miserabili imprigionati e gli spedali de li ammalati, e quelli spetialmente di mali incurabili infermi»
La Confraternita dei Bianchi Giustiziati, dapprima situata nel monastero di San Pietro ad Aram, nel 1524 si trasferì nel cortile dell’ospedale di Santa Maria del Popolo e ha svolto la sua attività fino al 20 dicembre 1862, data in cui fu fucilato l’ultimo condannato a essere confortato.
La costruzione della Cappella dei Bianchi Giustiziati ottenne l’appoggio anche di Papa Paolo IV, il quale la fece ben presto, nel 1519, restaurare e ingrandire. La compagnia svolgeva il proprio lavoro in maniera impeccabile, tant’è che l’attività dei Bianchi di Giustizia divenne nota non solo a tutta la città di Napoli, ma anche all’intera penisola italiana e all’Europa sconvolta dalle guerre di religione e da conflitti territoriali. Fu proprio per questo motivo che il re Filippo II, temendo una congiura antispagnola, decise di ordinare lo scioglimento della confraternita, la quale però resistette e continuò a svolgere il proprio lavoro di conforto alla meglio e soprattutto senza lasciarsi intimorire.
La Cappella dei Giustiziati ha il suo ingresso collocato alla sinistra del portale nord di accesso al complesso: a condurci è una scala in piperino oggi distrutta dall’usura del tempo. Nonostante nel 1673 vennero eseguiti restauri e modifiche prettamente barocche a opera di Dionisio Lazzari, l’elemento caratteristico è la scala a tenaglia che partendo dal cortile degli Incurabili conduceva all’ingresso secondario della cappella, che anch’essa riversa oggi in situazioni di totale degrado.
Senza alcuna ombra di dubbio, la bellezza e la peculiarità di questo luogo sconosciuto a Napoli e al popolo partenopeo, sta tutta negli affreschi della Cappella: essi raffigurano talvolta i condannati a morte, talvolta i giustiziati, talvolta i membri della confraternita dei Bianchi di Giustizia. Molti affreschi furono commissionati a Paolo De Matteis, mentre invece la volta fu affrescata e dipinta da Giovan Battista Beinaschi.
In occasione di queste straordinarie aperture, si potrà ammirare non solo la Cappella dei Bianchi di Giustizia, circondata dai suoi affreschi caratteristici a opera di Giovanni Balducci, Lorenzo Vaccaro, Andrea Merliano, Camillo Spaducci e altri ancora, ma anche la stupenda statua della Vergine scolpita da Giovanni da Nola e posta sull’altare. Ancora, si potrà dare uno sguardo ai polverosi documenti redatti dai Bianchi in occasione dei processi e degli ultimi desideri espressi da quelli che dovevano essere giustiziati di lì a breve; saranno esposte le corde con cui venivano impiccati i condannati a morte e sarà mostrato un teschio traforato da un proiettile.
Palcoscenico di riunioni segrete di aristocratici, laici e religiosi, riapre dopo secoli di chiusura per soli due giorni: lo scorso sabato 15 luglio e il prossimo sabato 22 luglio 2017. Ma, per il piacere dei partenopei e per i turisti, saranno disposte altre aperture straordinarie per ammirare un posto andato nel dimenticatoio che però ha contribuito a formare Napoli come luogo di cultura per eccellenza.
Arianna Spezzaferro