Marinelli: «Blu? Lo speciale connubio tra quotidianità e realtà circostante»
Fonte: Manita Dischi

È uscito per l’etichetta Manita DischiBlu”, primo progetto discografico full leght di Marinelli, disponibile all’ascolto su tutte le piattaforme streaming a partire da venerdì 18 dicembre.

Rock con sperimentazioni garage e acid. Ritmo e melanconia. Viaggio e destinazione. Blu ma anche di molti altri colori: l’album di Marinelli ha all’interno parecchie antinomie, che però trovano una conciliazione perfetta in dieci tracce in cui il cantautore tarantino, trapiantatosi a Bologna, mette in mostra un’anima complessa e al contempo una sensibilità evidente e spiccata.

Blu” è una traversata mistica nel mare della vita nel corso della quale, se non vogliamo perdere noi stessi, dobbiamo apprendere ad adattarci, levigando il profondo della nostra essenza come le acque marine fanno con la pietra grezza. Non è l’illusione di un’identità solida a preservare ciò che realmente siamo, ma la capacità di sapere convivere con la burrasca del cambiamento: è solo così che saremmo liberi di spiegare le vele nell’immenso blu.

Nell’intervista ai nostri microfoni, Marinelli ha presentato la sua ultima fatica in studio:

Nato anagraficamente e artisticamente come Giovanni Marinelli, da all’incirca due anni a questa parte ti mostri formalmente al pubblico utilizzando soltanto il cognome. Puoi spiegarci quali motivazioni si celano dietro tale scelta?

«La volontà di presentarmi con un nuovo nome d’arte, o meglio cognome d’arte, é legata principalmente al cambiamento avvenuto in me, come musicista e come uomo, nel recente periodo. A fronte di varie vicissitudini, ho sentito un forte bisogno di differenziarmi rispetto al passato. C’è da mettere in conto anche una questione prettamente burocratica: essendo stato messo sotto contratto da un’altra etichetta discografica, è sorta la necessità di creare nuovi account, sia su Spotify che su altre piattaforme; ho optato per l’opzione più semplice ed immediata, ossia utilizzare soltanto Marinelli.»

Il 2020 è stato un anno piuttosto prolifico per te: reduce dalla pubblicazione dei brani “Collezione” e “T-Shirt” rispettivamente a gennaio e a marzo, in data 23 ottobre è uscito l’inedito “James Dean” che anticipa l’album “Blu”. In tempi di coronavirus, come hai coordinato il tuo lavoro?

«Non è stato per niente facile gestire l’uscita di un nuovo progetto musicale nel corso di un anno all’insegna della pandemia in atto. A dicembre era tutto pianificato in maniera certosina: primo singolo a gennaio, secondo a marzo, ad aprile fuori il disco anticipato dal singolo “Bologna”. Il mio team ed io avevamo, inoltre, programmato una decina di date in giro per l’Italia. Dal 25 febbraio a questa parte abbiamo capito che nulla sarebbe andato secondo i nostri piani e che avremmo dovuto procedere in maniera differente, con maggiore cautela: lo scorso ottobre abbiamo pertanto preso la decisione di pubblicare l’album a dicembre. La ciliegina sulla torta sarebbe, come vi dicevo prima, un eventuale tour di promozione che spero vivamente si possa organizzare quanto prima!»

Pochi sprazzi di vita reale e sul grande schermo, eppure James Dean si è erto ad icona degli anni Cinquanta incarnando lo spirito ribelle e dannato, ma anche fragile e fanciullesco di un’intera generazione. Da un’attenta analisi del personaggio che dà il titolo al tuo ultimo singolo, emerge il suo essere intimamente spaccato: un oggetto di culto con l’anima tesa tra due poli opposti. Qual è l’opinione di Marinelli in merito?

«Uno dei motivi per cui da sempre mi ha affascinato e per il quale ho scelto di utilizzare la figura di James Dean per dare un titolo alla canzone sta proprio nel dualismo che, a mio parere, l’attore americano ha fin da sempre incarnato nell’immaginario collettivo: una personalità cagionevole e tormentata che trovò nel cinema il mezzo per dispiegare le ali, dando piena voce alle proprie ambizioni. Come la star hollywoodiana, il brano è frutto di emozioni contrastanti: dalla forte carica pop, vuole esorcizzare il momento tetro che noi tutti stiamo vivendo.»

Videoclip di ”James Dean”, primo singolo estratto dell’album di Marinelli ”Blu”

Al di là del primo brano estratto, “Blu” appare all’ascolto come un fastello di contraddizioni sia a livello sonoro che testuale: pur mantenendo una cupezza melanconica di sottofondo, l’album presenta caratteristiche solari. È questo quanto era intenzione esprimere nelle dieci tracce del disco? Ci racconti in breve il primo progetto full lenght di Marinelli?

«L’unica intenzione che mi sono posto in fase di scrittura dei dieci brani che compongono “Blu” – così come gli altri rimasti fuori dal disco ma comunque facenti parte della sessione di registrazione – era quello di fondere in uno speciale connubio una massiccia dose della mia quotidianità ad un pizzico di realtà circostante. Ultimamente ho affrontato varie vicende personali che hanno portato a repentini mutamenti, alcuni di questi molto importanti: alcune contraddizioni che, come giustamente sottolineavi, vengono fuori all’ascolto sono inconsapevolmente dettate da questo fattore. Vorrei tanto spiegarvi il disco traccia per traccia facendo un lavoro di analisi; il rischio sarebbe far durare questa intervista quattro o cinque puntate, visto che sono piuttosto logorroico quando mi ci metto (ride). Vi invito, qualora ne aveste piacere, ad ascoltarlo con orecchio attento, cercando di coglierne ogni sfumatura. Mi auguro vi piaccia!»

Parallelamente alla carriera di cantautore porti avanti la conduzione nonché la direzione artistica del Cortile Cafè di Bologna. Come riesci a bilanciare le due attività?

«Se cancelliamo questo anno infausto in cui, volente o nolente, ho dovuto porre freno al tutto, confermo di avere in gestione il Cortile Cafè. Essere contemporaneamente musicista e gestore di un locale dove si fa musica dal vivo aiuta a comprendere al meglio aspetti dell’attività musicale che, ricoprendo solo uno dei due ruoli, sarebbero impossibili da cogliere. Dal momento che ho la fortuna di avere un socio in gamba che mi dà sempre una mano nel mio lavoro e tanti cari amici che costantemente mi supportano, far quadrare entrambe le attività mi viene naturale e in più mi diverte. Cos’altro potrei chiedere alla vita?»

Vincenzo Nicoletti

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