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L’Italia può ritenersi al sicuro dall’amianto?

Amianto
Fonte immagine: Pixabay

L’Italia non può ancora considerarsi al sicuro dall’amianto, ma di certo non è indietro: basti pensare che il nostro è stato il primo Paese in tutta Europa a prevedere, agli inizi degli anni ’90, il bando completo di questa sostanza di natura minerale. Rimuovere l’amianto è importante, in quanto la polvere e le fibre sono cancerogene nel caso in cui vengano inalate. Il problema è che in passato l’amianto è stato adoperato in materiali compositi e nelle coibentazioni, in virtù delle sue proprietà isolanti: basti pensare alle coperture dei tetti in eternit. È evidente, dunque, che chi vive in zone in cui l’amianto è presente può correre dei rischi. D’altro canto, non ci si può certo avventurare in tentativi di smaltimento fai da te; al contrario, è indispensabile rivolgersi a una ditta specializzata in bonifica amianto.

Perché l’amianto è pericoloso

L’amianto non è pericoloso di per sé: diventa tale solo se le sue fibre si disperdono nell’aria e, quindi, vengono inalate. Il rischio di esposizione coinvolge tutti coloro che frequentano ambienti che presentano manufatti in amianto. I materiali friabili tendono a rilasciare fibre, per esempio se vengono danneggiati o addirittura in maniera spontanea, magari perché si deteriorano a causa di infiltrazioni di acqua o correnti d’aria. La rimozione amianto deve essere quindi affidata a specialisti del settore che operino nel rispetto delle normative.

La mappa dell’amianto nel nostro Paese

Sono circa 33mila i siti censiti nella mappa dell’amianto nel nostro Paese: le regioni più inquinate sono quelle del versante adriatico, con riferimento in particolare all’Abruzzo e alle Marche. Insomma, anche se è stato messo al bando quasi 3 decenni fa, l’amianto non smette di far paure: la situazione in Italia è ancora preoccupante, soprattutto perché accanto alle decine di migliaia di siti che sono stati censiti ce ne sono molti altri che, invece, rimangono celati. Insomma, il 50% dei siti in questione è concentrato tra l’Abruzzo e le Marche, ma non è detto che queste siano anche in realtà le regioni con la situazione peggiore: potrebbero essere semplicemente quelle per le quali si hanno a disposizione le informazioni più complete.

Le bonifiche

Le operazioni di bonifica amianto fino ad ora hanno riguardato poco più di un migliaio di siti, tenendo conto anche di quelli che sono stati risanati parzialmente. Questo, però, vuol dire che in oltre 30mila casi la bonifica non è mai iniziata. Un altro problema riguarda il fatto che i parametri adottati per la raccolta delle informazioni non sono uniformi. Al giorno d’oggi l’amianto va smaltito in discariche apposite, dal momento che non ci sono tecnologie capaci di assicurare un trattamento adeguato. È preoccupante il fatto che l’amianto sia presente anche in molte scuole pubbliche.

I casi più famosi

L’amianto in Lombardia richiama alla mente il nome di Fibronit a Broni, in provincia di Pavia, ma di siti di interesse nazionale che devono essere sottoposti a bonifica è piena l’Italia: basti pensare alle Cave Monte Calvario a Biancavilla, in provincia di Catania, o all’Eternit di Napoli Bagnoli. Le discariche che si occupano dello smaltimento dei rifiuti che provengono da materiali di costruzione con amianto sono una ventina, ma non bastano per fronteggiare le necessità imposte dai miliardi di chili di materiale che resta da smaltire. La regione che smaltisce di più è il Piemonte, mentre parecchi rifiutati vengono esportati all’estero, in Austria o in Germania proprio perché le discariche italiane si stanno esaurendo e non ne vengono realizzate di nuove.

Dove si trova l’amianto

In casa, l’amianto può essere presente in molte zone: in cucina, per esempio, negli impianti idrici o come supporto per ammortizzare i pavimenti in vinile. Nei bagni e nelle toilette, invece, è possibile che in passato siano stati impiegati rivestimenti in cemento amianto per i pavimenti, i soffitti e le pareti. I rivestimenti in finti mattoni, l’isolamento nelle stufe a legna e i tubi per l’acqua calda dentro le pareti in muratura possono, a loro volta, nascondere dell’amianto, così come le recinzioni, le cucce per i cani, i garage e i capanni da giardino.

Che cosa si deve fare

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’amianto ogni anno provoca 100mila morti, mentre in base ai dati di Legambiente sono ben 370mila le strutture in cui è stata riscontrata la presenza di amianto: più di 210mila sono case private, ma ci sono anche oltre 50mila edifici pubblici e 20mila siti industriali. La lotta all’amianto, anche se dura da quasi 3 decenni, è ancora lontana dall’essere vinta, soprattutto perché il cemento amianto è una presenza costante nel parco immobiliare del nostro Paese. In edilizia vi si faceva gran ricorso per la sua resistenza e per il suo costo ridotto: ora, però, ne paghiamo le conseguenze, fino a quando tutte le bonifiche non saranno completate.

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