Un fiume umano di profughi curdi si è riversato in Turchia. In tre giorni, infatti, circa 100.000 curdi sono scappati dalla Siria e si sono rifugiati nei campi allestiti dal governo di Ankara. Intanto il partito curdo in Turchia invita i curdi a combattere contro l’ISIS. Intanto Al Adnani lancia un messaggio sul web verso gli islamici in occidente.

In tre giorni, da quando la Turchia ha deciso di aprire le frontiere ai curdi siriani, sono stati quasi 100.000 i profughi che sono scappati dalla Siria. Questi curdi provenivano dal territorio del Califfato all’interno della Siria, specie dopo le notizie di assedio di Kobane, con l’ISIS intenzionato a fare una vera e propria pulizia etnica dei curdi, unico gruppo che sta portando avanti una guerra di terra contro i jihadisti. In Siria vi è una popolazione curda di circa un milione e mezzo, quindi quasi il 7% dell’intera minoranza curda nel Paese è scappata in Turchia. Intanto il PKK, il principale partito curdo in Turchia, invita i curdi del Paese ad unirsi alla lotta contro i jihadisti. “Il giorno della gloria e dell’onore è arrivato. Non esiste più alcun limite alla resistenza” fa sapere il leader del PKK.

Intanto continuano i colloqui per creare una forte coalizione anti-ISIS. Il segretario di Stato americano, John Kerry, e il ministro degli esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, si sono visti a New York. Indiscrezioni parlano di un incontro incentrato su due precisi temi: il nucleare in Iran e la coalizione anti-jihadisti, di cui fa parte anche l’Iran che mal sopporta la presenza dell’IS alle frontiere. Secondo l’agenzia trend, i due diplomatici hanno programmato un nuovo incontro nei prossimi giorni.

Intanto la propaganda via web dell’IS continua, con nuove minacce verso l’occidente e Barack Obama. In un lungo post di Abu Mohammad al Adnani ai suoi seguaci, uno dei leader dell’IS invia pesanti minacce, invitando i suoi a ribellarsi e a combattere. L’invettiva è un misto tra minacce politiche e militari e un discorso di religiosa pazzia. Al Adnani spiega che questa crociata vedrà i soldati islamici attaccare, “conquisteremo la vostra Roma, faremo a pezzi le vostre croci, ridurremo in schiavitù le vostre donne”. Poi continua deridendo Obama per la sua strategia militare, definendo ridicola l’idea di concentrarsi sui soli raid aerei per poi armare milizie locali per combattere a terra. Obama viene anche definito servo degli ebrei visto che, a suo parere, tutta la mobilitazione anti-ISIS è dovuta per un senso di protezione dell’alleato israeliano.

Francesco Di Matteo

Al Adnani, poi, parla anche agli islamici, dicendo ai sunniti di non farsi coinvolgere nelle operazioni militari di terra contro l’ISIS, ne con supporto logistico ne tanto meno fornendo uomini alle milizie locali che combattono l’ISIS. Poi allarga il discorso, allontanandosi dal Califfato. Elogia i jihadisti egiziani, che stanno creando enormi problemi nel Sinai, mentre rimprovera quelli della Libia, invitandoli a mettere da parte le divisioni politiche per unirsi alla lotta all’occidente. Invita i tunisini a prendere esempio dagli egiziani, mentre incoraggia i qaedisti in Yemen che stanno subendo l’offensiva sciita. Poi si rivolge a tutti gli islamisti che risiedono in occidente. “O mujaheddin in Europa, America, Australia, Canada, Marocco, Algeria,Caucaso, Iran – dice Al Adnani -, Voi che avete giurato fedeltà al Califfo, voi che ammirate lo Stato Islamico, consideratevi soldati e uccidete i miscredenti sia civili che militari. Non chiedete a nessuno il permesso, siete autorizzati a farlo, non è peccato”.

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