Nella giornata di ieri il centro storico di Cosenza è stato invaso da alcuni manifestanti pronti a protestare contro il governo e il premier Matteo Renzi, atteso nell’auditorium Guarasci per la chiusura della campagna elettorale del centrosinistra in Calabria. Riuniti in strada, alcuni dei contestatori hanno indossato per l’occasione delle maschere raffiguranti il volto del capo dell’attuale governo con un naso simile a quello di Pinocchio, mentre lo slogan era ed è stato uno solo: “lavoro, casa, reddito”, accompagnato da una serie di striscioni.
Se inizialmente la protesta sembrava pacifica, poco prima dell’arrivo di Matteo Renzi all’auditorium, un centinaio di manifestanti hanno lanciato bottiglie e fumogeni contro le forze dell’ordine, le quali, in tenuta antisommossa, sono intervenute con una leggera carica per far disperdere i contestatori. Negli scontri un manifestante ha riportato una ferita alla testa ed è stato accompagnato subito in ospedale, mentre tre poliziotti sono rimasti contusi.
Sempre pacifica, invece, è rimasta la protesta dei lavoratori in mobilità.
Nel frattempo, dopo il suo arrivo all’auditorium Guarasci, Matteo Renzi non ha perso tempo, parlando soprattutto della grave situazione in cui verte il Mezzogiorno italico.
“L’Italia riparte solo se anche il Mezzogiorno lo fa, a cominciare dalla Calabria” ha detto il premier, lanciando una velata frecciatina al leader della Lega Nord, Matteo Salvini. “Ѐ inutile che aspiranti statisti in camicia verde dicano che le cose vanno così storicamente, perché chi conosce la storia sa che il sud è stato mortificato dall’unificazione”.
Dunque ripartire, sì, ma dalle regioni più martoriate, proprio come la Calabria. “Questa è la terra della Magna Grecia, non del magna magna. Ѐ una cosa schifosa che i politici nazionali si ricordino della Calabria solo in campagna elettorale” e ancora “Non accettiamo che la Calabria sia considerata terra di ’ndrangheta e lo diciamo perché sappiamo che se ognuno si mette in gioco, niente è impossibile. La criminalità organizzata va combattuta giorno per giorno, casa per casa, strada per strada”.
Eppure, continua il premier, “tocca a noi togliere questa regione dal pantano e consentire alle due italie di riavvicinarsi, ma il primo aiuto lo devono dare proprio i calabresi. Vi chiedo di alzarvi voi per primi in piedi. Non c’è un demiurgo che vi può aiutare e non cedete alla cultura dei cervelli in fuga. Non consegnate ai rosiconi e ai professionisti del pessimismo la fiducia del potercela fare”.
Tuttavia Renzi non è l’unico giunto in Calabria per la chiusura della campagna elettorale in vista delle regionali. Angelino Alfano, infatti, ha voluto far sentire il suo sostegno al candidato dell’Nuovo centrodestra, Nico D’Ascola. “Questa sfida elettorale regionale è un simbolo. Vogliamo che l’alleanza in Calabria tra noi e l’UDC a sostegno della candidatura di Nico D’Ascola alla presidenza della Regione rappresenti il primo seme per un’area moderata popolare alternativa alla sinistra”.
Poi la frecciata a Silvio Berlusconi e a Forza Italia: “Provo dispiacere nei confronti del partito di Berlusconi. Ha scelto di fare compiere un sacrificio umano a Wanda Ferro, candidata alla Presidenza della Regione, condannandola ad una sconfitta preventiva. Se fossimo stati uniti saremmo stati competitivi con il candidato di centrosinistra”.
Dello stesso parere di Alfano non è sembrato essere l’ex Cavaliere, il quale è intervenuto telefonicamente a Catanzaro durante la chiusura della campagna elettorale di Wanda Ferro, affermando che “Wanda Ferro l’ho voluta io personalmente, perché la conosco da tempo: non è una che fa solo parole come molti politici, è una che sa trovare la soluzione ai problemi”, concludendo poi con “è il miglior candidato possibile, l’unico che potevamo avere”.
Maria Stella Rossi