Il confronto tra i candidati alla Presidenza della Regione Campania tenutosi su SKY la sera di domenica 17 ci ha regalato, tra gli altri, uno di quei momenti di farsa per i quali la politica italiana è giustamente oggetto di sfiducia.
Il Presidente Stefano Caldoro, attualmente ancora in carica, rispondendo a una domanda sull’assenza di investimenti in materia di diritto allo studio, ha asserito che non c’era alcuna assenza di investimento, avendo lui investito cinquanta milioni di euro nei dottorati in azienda.

Non ho abbastanza dati per valutare l’efficacia di questa misura, ma il punto non è questo; il punto è che lui non ha risposto alla domanda: fondi per i dottorati in azienda, infatti, non c’entrano nulla con il diritto allo studio. Ma non sono sorpreso: questa è la stessa risposta che la Regione ci ha opposto in questi anni in cui le chiedevamo conto delle gravi difficoltà del sistema di servizi agli studenti, del tracollo del numero di borse di studio e dei ritardi nella loro erogazione.

Mi secca essere ripetitivo, ma nel 2012/2013 in Campania la borsa di studio è stata assegnata solo al 27% degli aventi diritto; assegnata e non erogata, perché molti stanno ancora attendendo sin dal 2011 i fondi ai quali avrebbero diritto.

Oltre alla sottrazione dei fondi delle tasse studentesche, della quale ho avuto modo di scrivere nella prima uscita di questo blog, e per la quale è ancora pendente una nostra denuncia alla Corte dei Conti (tutte cose delle quali nessuna delle grandi testate giornalistiche ha scritto, nonostante non siano esattamente cose da poco), la giunta guidata da Caldoro è colpevole di aver portato a zero l’investimento regionale sulle borse di studio, attualmente un caso unico in Italia, e di tenere le Adisu, le aziende per il diritto allo studio, sulla soglia del fallimento.

Ma la cosa che deve più farci riflettere è che il giorno seguente a questa immane bugia, pronunciata in prima serata davanti a milioni di telespettatori, quasi nessuno l’ha fatta notare; e mi riferisco principalmente al mondo dell’informazione, sempre pronto a bersagliare i politici, ma non quando si tratta degli studenti. In quel caso, è poca cosa: il Presidente di una delle regioni più disastrate d’Italia può mentire impunemente, offendendo una seconda volta le decine di migliaia di studenti che si sono visti negare più di un diritto, e passarla liscia.

Per questo io spero che questa sia l’ultima delle tante bugie di Caldoro. Perché noi studenti in questi anni siamo stati quasi sempre soli e senza alcuna difesa che non fosse quella messa in atto da noi stessi tramite associazioni quale l’Unione degli Universitari, ma tutto ciò non basta. È necessario che la Regione Campania rimetta al centro del suo operato la risposta ai bisogni degli studenti, che consideri il diritto allo studio un campo di intervento strategico, e non un settore con cui è facile fare cassa; e spero, sinceramente, che l’elettorato della Campania presenti a Caldoro il conto delle sue bugie e omissioni.

Lorenzo Fattori

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