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Avanguardia artistica: la mostra al Pan di Napoli

Il Pan di Napoli, in via dei Mille, ospita fino al 20 giugno la mostra “Avanguardia a Napoli dalla Galleria San Carlo all’internazionale Madi”, inaugurata il giorno 20 maggio alle ore 17.30. L’obiettivo dell’esposizione, organizzata dall’associazione culturale Agorà in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è in primis quello di riportare l’attenzione sulle realtà artistiche contemporanee, ma anche quello di celebrare la storica attività artistico-culturale della Galleria San Carlo, fondata nel 1950 da Raffaele Formisano.
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Emilio Vedova, Indiani d’America: “Non ci sono ombre in una stanza rotonda. Non ci sono angoli in cui gli spiriti possano nascondersi”.

Breve storia culturale della Galleria San Carlo – Per ripercorrere brevemente l’excursus storico della Galleria, possiamo ricordare, tra gli eventi più importanti qui riunitisi, l’attività del “Gruppo 58”: si tratta di un gruppo di artisti inseriti nel filone della ‘pittura nucleare’, di cui l’esponente principale fu il milanese Enrico Baj, con il quale il gruppo collaborò nel ’59 dando vita ad una mostra, “Baj e il Gruppo 58”, la cui attenzione si focalizzava sull’aspetto antropologico: l’obiettivo era quello di “chiudere il tormentoso rubinetto dell’inconscio e di gettare un ponte tra il presente della nostra civiltà spirituale e l’origine, dimostrando quanto questa civiltà sia ancora capace di cantare con semplicità le albe primordiali pulsanti nella memoria del suo sangue”. Gli anni ’60 furono aperti da una mostra collettiva ad opera di Barisani, Colucci, Del Pezzo, Di Bello, Persico, Tatafiore e Venditti. L’anno successivo, nel 1961, si tenne un’importante mostra delle opere di Picasso, Matisse, Utrillo e Chagall. Nello stesso anno, si tenne anche la mostra di Emilio Vedova

Nel corso degli anni ’60, si tennero ripetute esposizioni personali di artisti quali Sergio Vacchi, Carmelo Cappello e Giò Pomodoro. Numerosi furono anche i contatti della Galleria con il movimento dell’astrattismo napoletano. Ad esso, appartengono anche quattro degli artisti che prenderanno parte alla mostra del 20 maggio-20 giugno: si tratta di Alberto Lombardi, Enea Mancino, Renato Milo e Antonio Perrottelli. Le loro attività individuali sono confluite nel movimento internazionale MADI, contrassegnato dalla poligonalità, dal ludico, dall’introduzione di nuovi materiali nella scultura, dalla capacità di portare il movimento all’interno dell’opera d’arte, con uno sguardo sempre orientato verso il futuro.

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“Apertura di colore”: un esempio di arte Madi

La mostra sposa il progetto e l’idea dell’arte MADI, parola che nasce dall’incontro di “materialismo dialettico”: materialismo perché l’oggetto rappresentato non rimanda ad alcuno significato, non mira ad instaurare un rapporto con la sfera intima di chi lo guarda, me è “in sé”, esiste per ciò che è; dialettico perché riprende la triade hegeliana di tesi, antitesi e sintesi, assemblandole all’interno dell’opera. Per il suo significato e l’originalità dell’idea che ne è alla base, l’arte MADI è considerata una sorta di rivoluzione copernicana nel mondo dell’arte.

Sonia Zeno

 

 

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