È stato identificato l’autore dell’attentato suicida di lunedì 20 luglio a Suruç, distretto turco ai confini con la Siria, popolato da una grande maggioranza Curda.

Confermiamo, sulle analisi genetiche, che l’autore dell’attacco è un uomo di 20 anni originario di Adiyaman”, ha dichiarato un responsabile turco restato anonimo. Seyh Abdurrahman Alagoz, autore del folle gesto, si sarebbe fatto esplodere in piena mattinata nel giardino del centro culturale di Suruç. Intorno a lui c’erano tanti giovani manifestanti impegnati per la ricostruzione della città di Kobane, devastata dai continui combattimenti tra resistenti Curdi e miliziani del califfato.

Molti di loro, infatti, sarebbero dovuti partire alla volta del campo di battaglia per costruire una biblioteca, aggiustare dei campi giochi per i bambini e ripiantare un bosco. Oltre 30 morti e più di 100 feriti gravi, è il bilancio dell’esplosione più violenta in Turchia dal 2013 e rivendicata, subito dopo, dall’Isis, gruppo terroristico al quale l’attentatore si sarebbe avvicinato solo un paio di mesi fa.

La mamma del presunto kamikaze ha fatto sapere, al giornale Radikal, che il figlio era un bravo ragazzo, studente all’università di Adiyaman e lavoratore. Prima di fare perdere le sue tracce, lavorava come pittore insieme a  suo fratello di 25 anni. La polizia è proprio sulle tracce di quest’ultimo, Yunus Alagoz, sospettato di essere la mente di nuovi attentati e di essere stato reclutatore di molti jihadisti.

Il primo ministro Turco Ahmet Davutoglu ha tenuto, nel pomeriggio di ieri, un consiglio dei ministri straordinario per discutere sulle nuove misure per la sicurezza nazionale ma anche per cercare di capire se lo stesso autore dell’attentato a Suruç potrebbe avere legami con quello di un altro attentato che ha fatto due morti e 200 feriti il 5 giugno scorso a Diyarbakir, mentre si riuniva il principale partito curdo, l’HDP.

Ieri il tribunale Turco ha proibito la diffusione e la pubblicazione su internet delle immagini e dei filmati relativi all’attentato di lunedì, materiale che già stava girando sul web. Motivo per cui il social network Twitter è restato inaccessibile, al popolo Turco, per qualche ora. La paura non era solo quella di vedere delle foto o dei video poco rispettosi per i familiari e per chi c’era quel giorno ma sopratutto, per la paure che, su internet, si potessero creare dei gruppi di manifestanti contro il governo Erdogan. In molti, infatti, accusano il Presidente di non agire sufficientemente bene contro la minaccia del terrorismo. Inevitabile, poiché in molti si sono dati appuntamento stamattina sopratutto nella capitale, Istanbul. Non sono mancati gli scontri tra manifestanti e polizia, 49 gli arrestati.

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