cosa sta succedendo in Venezuela

Per comprendere cosa sta succedendo in Venezuela bisogna partire dal riassunto delle puntate precedenti.

La morte di Hugo Chavez

Nel 2011 allo storico leader rivoluzionario, Hugo Chavez, fu diagnosticato un cancro, che lo portò lentamente alla morte. Nei due anni che susseguirono la sua lunga e travagliata malattia, il PSUV organizzò la successione, lanciando il delfino del comandante Chavez, un certo Nicolas Maduro.

Con il sostegno del Partito ed essendo Chavez nel pieno del suo mandato al momento della sua morte, Nicolas Maduro assunse la presidenza ad interim della Nazione. I funerali di Hugo Chavez furono molto partecipati e l’intera popolazione del Venezuela abbracciò la salma del Comandante. I suoi oppositori, invece, festeggiarono la liberazione, senza considerare che il Paese, a prescindere dalle larghe sacche di povertà, era ancora dalla parte dei socialisti. Il leader della opposizione, Capriles, fu il candidato della destra, sostenuto fortemente dagli Stati Uniti d’America, che hanno sempre cercato di destabilizzare la Nazione. Nicolas Maduro convocò nuove elezioni presidenziali 30 giorni dopo, come prevede la Costituzione venezuelana.

Il Partito Socialista sostenne Nicolas Maduro, che, nell’aprile del 2013 battè il candidato Henrique Capriles di 6 punti percentuali. Inizia la lunga stagione di Nicolas Maduro.

I primi malumori dell’opposizione di Maduro

Nicolas Maduro iniziò il suo cammino con la maggioranza parlamentare a suo sostegno, ma nonostante ciò, chiese, diverse volte, di poter agire con la “Legge Abilitante”, che dà al Presidente il potere di emanare leggi senza l’approvazione del Parlamento.

Questo potere viene concesso dalla stessa Assemblea Nazionale, per cui per un periodo limitato l’Assemblea gli concesse questa opportunità per emanare diverse leggi emergenziali. L’opposizione non perse tempo per protestare contro il Presidente Maduro, accusandolo di scavalcare la democrazia parlamentare e di essere un tiranno. Questa forte accusa è sempre stata sostenuta dai Paesi “liberi”, tra i quali spiccano gli Stati Uniti.

Le elezioni parlamentari, nel 2015, non vanno bene per il Partito Socialista che sostiene Maduro. A vincere fu la coalizione Unità Nazionale, di Jesùs Torrealba. Il Parlamento, quindi cambia colore e l’opposizione prende forza e slancio, per portare avanti la propria lotta contro il Presidente Maduro.

In questo periodo in tanti considerano Nicolas Maduro un’anatra zoppa, non potendo più contare sul Parlamento. Questo contesto di opposizione politica interna fece sì che, il Presidente, chiedesse al tribunale supremo di concedergli l’approvazione di governare con Legge Abilitante. Il Tribunale, rispondendo sì, diede vita (consapevolmente o inconsapevolmente) ad una crisi istituzionale molto grave con il Parlamento Nazionale.

Le proteste in Venezuela del 2017

Nonostante l’intromissione degli Stati esteri nella politica interna del Venezuela non fossero mai terimate, l’intervento del Presidente Obama, sostenuto da una larga maggioranza di Presidenti del Consiglio, sia nel Sud America che in Europa, diede ancora più forza all’opposizione che iniziò una lunga battaglia di piazza, a tratti molto violenta, che portò il Paese a rischiare una vera e propria Guerra Civile.

Le proteste si basarono sulla “rabbia del popolo”, contro Maduro il dittatore che stava affamando il Venezuela. Che la Nazione abbia una larga maggioranza di persone che vivono sotto la soglia della povertà è un fatto riconosciuto ed è sempre stato così. L’opposizione prese maggiore slancio con l’accusa di Ortega Diaz, una Procuratrice, che portò avanti una lotta contro la Magistratura e contro Maduro, rei di violare l’ordine costituzionale. Ortega Diaz fu sostenuta da molti Capi di Stato occidentali, tra cui Obama.

Il Venezuela nel 2018

Tra le lunghe proteste si andò al voto nel 2018. Le elezioni Presidenziali, però, non andarono come l’opposizione immaginava che andassero. A vincere fu di nuovo Nicolas Maduro, in questo caso attaccato da alcuni partiti di aver fatto in modo che alcuni soggetti politici non partecipassero alla consultazione popolare. Altri oppositori, invece, riconobbero la sua vittoria, ma continuarono a fare, giustamente dal loro punto di vista, opposizione politica legittima. L’opposizione di piazza, però, diventa sempre più violenta e sostenuta da organizzazioni internazionali e non governative. Ad Agosto nel 2018 Nicolas Maduro subì un attentato con droni, che lanciarono delle granate su una parata militare, con l’obiettivo di uccidere il Presidente venezuelano appena rieletto.

Cosa sta succedendo in Venezuela (spiegato bene)?

Nonostante la vittoria alle elezioni, l’Assemblea Nazionale resta nelle mani dell’opposizione fino al 2021, per questo motivo, governare non è così semplice per Nicolas Maduro, che vive in un contesto politico a lui sfavorevole, con un Parlamento legittimanente in carica che gli contesta ogni violazione costituzionale possibile.

Nei primi giorni del 2019 le manifestazioni riprendono vigore, risvegliando quella rabbia popolare che cova nei sottoboschi della Nazione. A farsi carico dell’opposizione al Presidente Maduro è un giovane deputato dell’Assemblea Nazionale, appena eletto Presidente del Parlamento. Questo giovane deputato, Juan Guaidò, è esponente del partito Volontà Popolare, di ispirazione progressista, che fa parte del centrosinistra.

Le condizioni di povertà di una larga maggioranza di cittadini ha fatto in modo che si creasse lo stesso movimento del 2017. Juan Guaidò ha così portato in piazza decine di migliaia di cittadini venezuelani ed al termine di questa grande manifestazione, Guaidò, senza alcun reale potere politico o incarico particolare, dichiara e giura di riconoscersi come Presidente del Venezuela.

Questa dichiarazione ha fatto il giro del mondo in pochi istanti, perché fa piombare il Paese Venezuela in una crisi istituzionale e di piazza che potrebbe davvero portare la nazionale alla guerra civile.

Donald Trump ha fatto sapere che Juan Guaidò può contare su di lui e che lo riconosce in quanto Presidente del Venezuela, lo stesso hanno fatto i Presidenti di Brasile, Perù e Colombia. Fuori da ogni dubbio, Guaidò riceverà l’endorsement anche dalla maggior parte dei Paesi europei.

La situazione sta prendendo fuoco rapidamente, nella giornata di martedì 22 gennaio, Nicolas Maduro ha dichiarato che non arretrerà di un millimetro, che Guaidò sarà combattuto fortemente. Nel suo discorso alla Nazione, il Presidente Maduro chiede ufficialmente a tutti i rappresentanti degli Stati Uniti in Venezuela di partire entro 72 ore. Una crisi diplomatica che crea un contesto politico molto teso. Donald Trump e Mike Pompeo dovranno decidere se mandare via i rappresentanti degli Stati Uniti oppure no, continuando a sostenere quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un vero e proprio Golpe contro Maduro.

Nel frattempo sul Venezuela si sono aperti scenari di crisi mondiale. Da un lato i Paesi occidentali, cui fanno capo gli Stati Uniti d’America, dall’altro, invece, il sostegno di Vladimir Putin ed Erdogan, i quali si stanno schierando al fianco del Presidente venezuelano e contrari a qualsiasi intervento esterno nella democrazia venezuelana.

Questa posizione, in antitesi con Stati Uniti e altri paesi europei, potrebbe far piombare il Venezuela in una crisi molto grave dai risvolti imprevedibili.

Il tentativo, però, è molto chiaro da parte degli attori esterni: imporre un nuovo Presidente, spodestare Nicolas Maduro e normalizzare il Venezuela, inserendolo nel contesto dei Paesi sudamericani che subiscono l’influenza degli Stati Uniti.

Luca Mullanu

Luca Mullanu
Lavoratore nel settore del turismo, appassionato di politica sin dalla nascita. Fondatore e ideatore di Libero Pensiero online insieme a Emanuele Tanzilli. Da ragazzo, come tantissimi altri, avvertiva il peso delle ingiustizie della società: voleva cambiare il mondo e ha cominciato ad impegnarsi durante i primi anni di Liceo. Cuore a sinistra, contribuisce alla crescita della FGCI, di cui era anche Segretario Provinciale di Napoli. Attualmente senza casa politica, come tanti e tante di sinistra che non si riconoscono più in nessun soggetto organizzato. Un libero pensatore: scrive praticamente da sempre. Ha sempre odiato le ingiustizie, non ama i dogmi. Per minacce o complimenti potete contattarlo all'indirizzo mail: lucamullanu@gmail.com

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