E’ arrivato il 25 Aprile 2018, giornata di commemorazione della liberazione dal nazifascismo, e, solo pochi giorni fa, l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Cava de’Tirreni ha eletto Patrizia Reso alla presidenza della sezione locale dell’associazione.

Una partigiana “non vera”, ossia che non viene direttamente dalla Resistenza, ma vera nello spirito. Conosciamo meglio le sue idee e il suo 25 Aprile, che è (o dovrebbe essere) anche quello della nostra coscienza democratica e dei nostri valori.

Ci parli del percorso umano e professionale che l’ha portata fin qui.

«Col Congresso di Chiangiano, nel 2006, l’Anpi ha aperto le porte ai partigiani “non veri”, per ovvie e comprensibili questioni anagrafiche (i partigiani per antonomasia stanno venendo meno e così le loro testimonianze dirette) si è reso necessario non disperdere un patrimonio di valori e di principi di grande spessore ed io ho aderito subito, iscrivendomi come antifascista (ci sono altre due opzioni: partigiano, e non lo sono stata, e patriota, ed è un termine che ha creato in passato molte discordie e non ne vorrei creare io). Non ho avuto alcun dubbio, dato che lo sono per scelta, studio e sentimento. C’è stata un’esperienza che mi ha segnata profondamente: mio padre mi pose tra le mani il testo della Costituzione che avevo meno di 10 anni, dicendomi di leggerlo e di averne cura. Poi gli anni scolastici sono stati molto formativi (appartengo alla generazione del movimento studentesco anni ’70). Grazie alla scuola ho visto film come “Il delitto Matteotti”, “Roma città aperta”, “Sacco e Vanzetti”. Quindi le idee si sono affinate col tempo, già allora.

Ma l’esperienza che mi ha fatto abbandonare in toto pregiudizi e mi ha emancipato il pensiero è stata quando sono stata addetta stampa del Coordinamento Provinciale dei Comitati in Difesa della Costituzione che nacque nel 2004 a Salerno, in prospettiva del vero e proprio attentato alla Costituzione che operò l’allora governo Berlusconi e che sfociò nel Referendum consultivo del giugno 2006. In questo lasso di tempo ho avuto la fortuna di conoscere, ascoltare e confrontarmi con persone molto autorevoli, studiosi della portata di Francesco Paolo Casavola oppure di Guido d’Agostino o Raniero La Valle ed altri. Mi hanno consigliato libri che ho divorato ed ho imparato ad amara ancora di più la nostra Costituzione. Infine il mio lavoro di ricerca e le mie inchieste. Ed eccomi qui oggi.»

Il 25 Aprile secondo la Presidente di Anpi Cava de'Tirreni, Patrizia Reso

Su quali assi portanti si costruisce il programma della sua presidenza e il lavoro della sezione da lei guidata sul territorio?
«Innanzitutto a Cava esiste un nutrito gruppo già da tempo (per anni abbiamo avuto un cavese, il prof. Vitiello, quale Presidente provinciale Anpi), ci sono stati già in passato interventi nelle scuole, e continueremo ad andare in questa direzione proponendo nuovi progetti, a cui stiamo già lavorando per il prossimo anno scolastico. I giovani della nostra associazione provvederanno a consolidare la rete (online e non solo) con i propri coetanei e ciò ci permetterà di aprire un dialogo informativo/recettivo necessario per la trasmissione di questo patrimonio di cui ci siamo resi testimoni.
Un altro interlocutore sarà sicuramente il Comune: entrambi (noi Anpi e loro Comune) abbiamo sposato il progetto “Il Giardino delle Resistenza” promosso nel 2015 dall’associazione Agorà, che abbiamo intenzione di integrare con altre proposte. Abbiamo già in itinere un progetto relativo al recupero del rifugio antiaereo, venuto alla luce alcuni anni fa durante il rilisting di piazza Abbro e senz’altro emergeranno nuove proposte, come sta già avvenendo. Abbiamo intenzione di incidere sul tessuto sociale e culturale di Cava (e dintorni, perché no?) sempre in relazione e coerentemente con i nostri principi fondanti.
Mi interessa lavorare con e per i giovani: per troppo tempo hanno ingerito false informazioni, volutamente, per renderli più facilmente condizionabili. Nutro molta fiducia nel loro entusiasmo.»
In questo 2018 la commemorazione del 25 Aprile, da sempre, purtroppo, occasione “divisiva”, cade in un clima anche più conflittuale del solito, basti pensare alla scelta del Comune di Todi di negare il patrocinio all’ANPI per le celebrazioni. Qual è la sua opinione al riguardo?
«Purtroppo anche questa concezione è frutto di pregiudizi e di, mi spiace dirlo ma è la realtà, ignoranza. La Festa della Liberazione del 25 Aprile è sempre stata la festa di tutti e non di una sola parte: la Resistenza è stato un fenomeno popolare, che ha visto la partecipazione di tutte le forze che c’erano allora in campo, dai monarchici ai liberali ai comunisti. L’unica discriminante era l’antifascismo, dato che per vent’anni il fascismo aveva privato gli Italiani della loro libertà, li aveva plagiati (dalla culla alla bara) e li aveva coivolti in un disegno espansionistico frutto non di una politica finalizzata alla crescita del popolo, ma della megalomania e follia di un uomo.»
Il 25 Aprile secondo la Presidente di Anpi Cava de'Tirreni, Patrizia Reso
«Solo attraverso un’informazione corretta e completa si potranno superare i pregiudizi. Certo preoccupano simili scelte, e decisamente ci invita a non abbassare l’attenzione. L’Anpi, dunque, non guarda al passato (come molti sostengono) ma studia il passato per preservare il futuro.»
“Certo antifascismo è equiparabile al fascismo”, “le ideologie sono finite”, “non esiste un rischio concreto di ritorno del fascismo”, sono frasi che si sentono sempre più spesso, e il tema dell’avanzata delle destre (anche neofasciste) è di drammatica attualità. Quali sono le sue considerazioni, e come intende reagire Anpi a questo “nuovo senso comune”?
«Qualsiasi fanatismo può sfociare nella violenza. Il fanatismo comunque non ci riguarda e siamo pienamente consci che “quel fascismo” non tornerà più, ma i fascismi di oggi si presentano sotto altri profili, uno di questi è lo sfruttamento dei giovani e degli immigrati sul lavoro oppure l’odio che scientemente stanno seminando nei confronti degli immigrati o dei “diversi”. Esistono numerosi esempi di fascismi striscianti, esiste un malessere del popolo che in molti cavalcano (anziché affrontarlo a monte), proprio come fece il fascismo di allora, vendendo fumo. Ecco, noi ci sentiamo responsabili nel diradare questo fumo, attraverso la giusta e corretta informazione, documentata.
L’avanzata ovunque delle destre è il prodotto non solo dello sfrenato liberismo economico, che nessuna forza politica ha arginato in questi ultimi decenni, ma anche della mostruosa ignoranza derivata dalla dominazione consumistica e effimera, che ci ha reso schiavi e incapaci di pensare. Non si può restare indifferenti di fronte generazioni costrette a emigrare perché l’Italia è incapace di creare lavoro stabile oppure alle morti bianche. Tutte queste “sfaccettature” cosa sono, se non fascismi?
Il fascismo è il dominare del più forte, impedendo l’emergere del più debole; è l’ineguaglianza tra gli uomini, è la sottomissione della donna.»
Il 25 Aprile secondo la Presidente di Anpi Cava de'Tirreni, Patrizia Reso
Cosa significa oggi essere “partigiani”, presidiare al rispetto della Costituzione e commemorare il 25 Aprile?
«Significa conoscere la nostra Carta Costituzionale e le sue origini, approfondire, non accettare tutto per oro colato e verificare ciò che si ascolta, ed oggi, decisamente, non mancano i mezzi! Esistono anche online siti istituzionali e archivi che sono veri e propri pozzi di fonti! Iniziando dai resoconti parlamentari di tutte le legislature, conservati nella’Archivio Storico della Camera dei Deputati. Ai ragazzi consiglio di iniziare a dare uno sguardo, per esempio, agli interventi tenuti da Matteotti durante il suo mandato, ne basta pure uno solo, quello del 30 maggio 1924. Oggi essere partigiani significa “conoscere” e partecipare, non solo nella giornata del 25 Aprile.»
Luigi Iannone
Luigi Iannone
Classe '93, salernitano, cittadino del mondo. Laureato in "Scienze Politiche e Relazioni Internazionali" e "Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica". Ateo, idealista e comunista convinto, da quando riesca a ricordare. Appassionato di politica e attualità, culture straniere, gastronomia, cinema, videogames, serie TV e musica. Curioso fino al midollo e quindi, naturalmente, tuttologo prestato alla scrittura.

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