Circa il 70% della popolazione mondiale vive in aree urbane caratterizzate da un forte impatto sulla domanda di risorse energetiche e idriche, sulla mobilità e i trasporti, sul mondo del lavoro e sulla vivibilità, quindi sul livello d’inquinamento e sulla qualità di vita.
Ambiente, salute, lavoro, inclusione sociale, cambiamenti climatici e ammodernamento delle strutture sono alcune delle sfide più critiche a cui l’Europa risponde con l’URBACT, finanziando 96 milioni di euro per Napoli, Trieste, Barakaldo e Viladecans in Spagna, Dublino in Irlanda, Nitra in Slovacchia, l’area metropolitana di Baia Mare in Romania e quella di Buchinghamshire in Inghilterra, la Regione di Riga in Lettonia e la contea di Osfold in Norvegia.

L’URBACT è organizzato intorno a quattro obiettivi principali:
• Migliore capacità di attuazione delle politiche
• Progettazione di politiche
• Attuazione di politiche
• Sviluppo e condivisione di conoscenze

Il progetto USEACT è la risposta napoletana all’URBACT e coinvolge cittadini e movimenti sociali, puntando alla razionalizzazione dei fondi disponibili per la pianificazione urbana, al fine di sviluppare nuove opportunità insediative, ridurre il consumo energetico e di nuovo suolo grazie all’uso estensivo di tecnologie edilizie innovative a basso consumo. Napoli per la terza volta è la città capofila di un progetto URBACT e mira a rendere più sostenibili le risorse urbane e ridurre l’uso del suolo partenopeo.

de magistris33Siamo – dice De Magistris in prima linea con una progettualità e con un piano-città all’avanguardia. Quello che emerge è una maggiore riqualificazione degli spazi pubblici con la partecipazione dei cittadini al recupero del nostro bene comune”.

Obiettivo centrale è la sinergica convivenza tra architettura e umanità, quindi riduzione del suolo e dei costi pubblici correlati, riutilizzo dei beni e delle infrastrutture già esistenti, preferenza dell’uso di nuove tecnologie edilizie, innovative e a basso consumo energetico. In particolare, si potranno affrontare obiettivi diversificati, come la rifunzionalizzazione delle aree residenziali d’epoca, di quartieri più recenti e di aree produttive industriali e commerciali in indebolimento.

Corina Cretu, Commissaria europea per la politica regionale, ci spiega così: “La dimensione urbana è al centro della politica di coesione. Creare posti di lavoro, garantire buone condizioni di vita, migliorare l’efficienza energetica dell’edilizia abitativa o sviluppare trasporti sostenibili: le città d’Europa si devono occupare di questi problemi. Il lavoro di URBACT nella condivisione delle conoscenze e nello sviluppo di capacità delle città è dunque più importante che mai”.

Anna Lisa Lo Sapio

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