NAPOLI – Il 25 Maggio, davanti agli uffici della Regione Campania a Napoli, i ragazzi di Rete della Conoscenza e Link Napoli Coordinamento Universitario hanno organizzato un breve presidio per rivendicare le borse di studio, uno dei diritti fondamentali per l’accesso all’istruzione pubblica.
Gli studenti si sono incontrati intorno alle ore 11 e verso mezzogiorno hanno inscenato una sorta di flash-mob, che vedeva un gruppo di ragazzi con la maschera di Caldoro correre incontro ad altri, per scippargli le borse di studio.

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Posted by Libero Pensiero News on Lunedì 25 maggio 2015

Come dichiarato da Stefano Kenji, “il problema che viviamo e che riguarda l’accesso alle borse di studio, è stato provocato dal passivismo della giunta Caldoro. Ciò è dimostrato col fatto che alcuni fondi ministeriali destinati a queste, risalenti all’anno 2011, siano stati sbloccati soltanto quest’anno”.

Questo comporta una reazione a catena per i fondi che dovrebbero essere stanziati per l’anno corrente, e che molto probabilmente vedranno ancora ritardi, sfavorendo tantissimi studenti che hanno la necessità e l’urgenza di essere finanziati anno per anno, per poter proseguire gli studi.

Quest’anno la Regione Campania non ha neanche comunicato quanti soldi verranno utilizzati per le borse di studio, ad ora non si vede un euro”; e continua Stefano dicendo che “c’è bisogno di un’organizzazione da parte dell’amministrazione uscente, che sappia fornire nuove risposte perché non possiamo accettare di essere la regione col tasso più basso per le borse di studio concesse”. Non a caso la Campania vanta del numero più alto di studenti idonei per le borse di studio ma non beneficiari.

Mattia Papa inoltre puntualizza sul confronto tra i candidati per le elezioni regionali del 31 su Tg Sky, riferendoci che alla domanda sul perché destinare 0 euro alle borse di studio fatta a Caldoro, quest’ultimo abbia risposto in maniera vaga e poco comprensibile, giustificando la mancanza delle borse di studio con i 50 milioni di euro destinati a dottorandi e bandi di ricerca.

Ciò non toglie che i servizi per gli studenti sono sempre più inefficienti e i problemi dell’università non sono riassumibili esclusivamente alle tasse. Servizi come quelli del trasporto pubblico, così come i rimborsi per i libri, molto spesso rappresentano una spesa quotidiano che non può essere affrontata da tutte le famiglie dei giovani. Così, scavando a fondo del problema, si prospetta un quadro desolante, che vede fin troppi studenti alle prese con sacrifici come doversi trasferire altrove o, ancor peggio, abbandonare l’idea di studiare, a causa delle politiche sperimentate sull’istruzione volte a centralizzare i poteri nelle mani dei banchieri, e lasciando diventare l’università un vero e proprio lusso, riservato a pochi.

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