Un investimento è una spesa atta a produrre benefici economici futuri che porta con sé un rischio connesso alla possibilità che il suo valore cambi nel tempo.

L’economista britannico, John Maynard Keynes, nella sua opera principale “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta”, tratta, tra le varie cose, del moltiplicatore dell’ investimento: “Esso ci indica che, quando vi è un incremento dell’investimento complessivo, il reddito aumenterà di un ammontare pari a “k”volte l’incremento dell’investimento”.

Un aumento della spesa pubblica per investimenti porterebbe quindi ad una corrispondete crescita del PIL grazie al mantenimento di una domanda interna alta, evitando la disoccupazione e permettendo alle imprese di produrre. È quindi consentito ad uno stato in caso di disavanzo di bilancio prolungare la propria situazione in attesa che la spesa per investimenti effettuata porti i benefits economici sperati.

La problematica principale di tale sistema di finanziamento del debito pubblico attraverso la spesa pubblica è la quantità di tempo enorme che intercorre tra la spesa effettuata e il ritorno dell’investimento. Investire porta comunque ad un aumento del PIL ma non in modo soddisfacente a causa delle variabili che lo compongono e che pesano su di esso nel corso del tempo. Inoltre è necessario prestare attenzione al rischio connesso che spesso la PA non puó assumersi.

In seguito all’adozione delle teorie keynesiane, la spesa pubblica potrebbe aumentare tanto da portare la Banca dello Stato a emettere moneta e ad acquistare il debito causando un alto tasso di inflazione ed una penalizzazione dei risparmi.

Secondo la “Relazione unificata sull’Economia e la Finanza pubblica per il 2008” del Ministero dell’Economia e della Finanza: “Tra il 2000 e il 2007 la spesa delle Amministrazioni Pubbliche per investimenti è stata pari, in media al 2,6 per cento del PIL. Dopo essere cresciute costantemente tra il 2000 e il 2004 (del 7,1 per cento in media all’anno) le erogazioni sono diminuite nel biennio successivo, tornando al di sotto del 2,5 per cento del PIL nel 2006”. Tale disincremento è dovuto anche ad una riduzione del prodotto interno lordo, infatti una contrazione della produzione totale è accompagnata da una riduzione in proporzione assai piu ampia negli investimenti .

Per orientare i processi economici verso impatti positivi e misurabili nel breve tempo e permettere al settore pubblico di assicurare i diritti sociali dei cittadini riducendo la spesa, negli ultimi anni si è cosi rafforzata la relazione tra lo Stato e il terzo settore comprendete di tutte le organizzazioni no profit che forniscono, gratuitamente, ai cittadini servizi di cui lo stato altrimenti non riuscirebbe a rendersi  garante.

Limpact investing prende sempre piu piede non tanto per il ritorno economico ma soprattutto per l’intenzionalità di produrre un risvolto sociale contribuendo a rendere piu efficiente ed efficace la spesa pubblica. Come riportato dall’analisi effettuata dalla Fondazione Cariplo, fondazione bancaria istituita a Milano nel 1823, infatti: “L’idea è che servizi preventivi possano essere più efficaci e più efficienti rispetto a programmi di cura tradizionali, fondati solitamente su interventi realizzati solo ex-post in risposta a un’emergenza o disagio sociale”.

Tipici strumenti finanziari che creano impatti positivi sono i Social Impact Bond (SIB) ideati in Gran Bretagna dal Prime Minister’s Council on Social Action nel 2007. Il termine “bond”  (obbligazione) puo trarre in inganno: i SIB infatti fanno parte di quella tipologia di forme contrattuali definite “Pay for Success” dove la remunerazione è legata ai risultati dell’attività: il governo individua il settore in cui intervenire ed emette i SIB che vengono finanziati dagli investitori privati, un intermediario individua il fornitore del servizio rappresentato da una organizzazione del terzo settore che gestirà il SIB. Al raggiungimento del risultato sociale previsto, e solo in quel momento, la PA registra un risparmio e con una parte di questo rimborsa il capitale e remunera gli investitori con l’aggiunta del ROI (Return On Investiment).

Social-Impact-Bond-Mechanics

Esempio concreto è il SIB di Peterbough, istituito in Inghilterra nel 2010 della durata di 6 anni con un programma di riduzione della recidiva dei detenuti del 7,5% che partecipano ad un programma di reinserimento socio-lavorativo. Se l’obiettivo sarà raggiunto, la PA potrà contare su uno sviluppo di lungo periodo e gli investitori otterranno un rendimento massimo del 13% annuo, in caso contrario riusciranno a diversificare il rischio del loro portafoglio e le PA non avranno effettuato alcuna spesa.

Beatrice Rossano

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