“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”  (Art. 9)

Uno dei 12 principi fondamentali della Costituzione italiana dovrebbe rassicurare noi, cittadini italiani, su quanto di più caro possediamo: il patrimonio culturale e storico del paese che un tempo deteneva le redini dell’impero, intimoriva i barbari,  risplendeva all’insegna della Caput Mundi.

47 siti UNESCO, 2100 scavi e aree archeologiche, più di 5000 musei e meno del 30% degli italiani all’anno si rende  visitatore o turista.

L’UE si fa garante della salvaguardia del patrimonio artistico e culturale comune; promette finanziamenti, assistenza alla ricerca e innovazioni tecnologiche a sostegno delle arti e dei settori creativi. Ha ideato, per la crescita del cinema e delle arti, il programma Europa Creativa che sostituisce i vecchi progetti Cultura, MEDIA e Media Mundus ed opera con un budget di 1462 miliardi. Riserva premi che rivestono di onorificenze la produzione artistica, letteraria e musicale europea; promette concreti supplementi e benefici alle città elette annualmente capitali europee della cultura.

Ma non è tutto oro quello che luccica: si sorvola su notizie, ormai di ordinaria amministrazione, quali il deterioramento o lo sfregio di importati opere d’arte.  Se solo si volesse fare una carrellata degli ultimi danni subiti, a fatica si riuscirebbe a stendere un velo pietoso.

 Solo a ROMA:

2004, la testa marmorea  di un’ape dell’omonima fontana del Bernini in Via Veneto viene staccata di netto.

2005, dei vandali si scagliano contro la Fontana della Navicella, opera rinascimentale del Sansovino, prendendola a martellate e portando via la prua dell’imbarcazione a forma di muso di cinghiale. Fortunatamente il pezzo è stato recuperato.

2007, extracomunitari ubriachi danneggiano con un cacciavite la Fontana della Barcaccia, in piazza di Spagna, e rimuovendo quasi del tutto lo stemma papale.

2011, viene ripreso dalle telecamere un uomo che lancia un sasso contro la Fontana del Moro, in piazza Navona, per poi scagliarsi contro la Fontana di Trevi con un sampietrino.

Impossibile dimenticare l’azione  futurista di Cecchini che riuscì nel 2007 a tingere le acque della Fontana di Trevi rilasciandovi del liquido rosso e l’anno successivo, a riversare palline di plastica colorate lungo Trinità dei Monti e in tutta piazza di Spagna.

cultura- atti vandalici
Fontana di Trevi tinta di rosso. Atto rivendicato da “Azione Futurista”, 2007.

E ancora, a FIRENZE:

2004, un uomo tenta di urinare in uno dei tabernacoli di Orsanmichele, staccando una parte del mantello di San Michele durante la scalata.

2015, il mignolo sinistro del Ratto di Polissena, nella Loggia dei Lanzi, viene rimosso senza esitazione. Il complesso marmoreo, più volte oggetto di atti vandalici, avevo già subito degli interventi di ripristino nel 2013.

Numerosi inoltre gli episodi di chi, nativo del posto o turista, si è divertito ad utilizzare importanti opere pubbliche come fossero toilettes, accessoriate di una vista mozzafiato: tra le vittime, la Basilica di Santo Spirito, la Basilica di Santa Maria Novella e la facciata di Santa Croce.

E, chi non ricorda nel novembre 2010 il crollo della domus  dei Gladiatori a Pompei?

O l’insufficienza di personale per la sorveglianza degli scavi di Ercolano, che si è vista compromettere così la candidatura a Capitale italiana della Cultura 2016/2017?

Queste sono solo alcune e, di tutte,  le più recenti tra le iniziative folli e vandaliche registrate nella capitale e nelle altre città italiane di cultura.

Bologna, altro capoluogo d’arte, regna sovrana in quanto a degrado: lo stabile della più antica università d’Europa ormai si crogiola nelle più disagevoli condizioni. Via Zamboni e Piazza Verdi, sulle quali affacciano il Teatro Comunale e i diversi edifici che un tempo costituivano il fulcro dei possedimenti signorili dei Bentivoglio, sono ormai pubblici vespasiani, riparo per senzatetto e, all’occasione, punti di ritrovo per indisturbate trattazioni illecite (droga o mercato nero delle bici). A discapito della qualità e delle possibilità che l’università offre, l’Alma Mater Studiorum è visivamente tramontata.

Non si possono di certo tralasciare gli avvenimenti che hanno visto protagonista la Fontana di Minerva nell’omonima piazza romana: a novembre dello scorso anni, dei vandali hanno assalito l’obelisco staccando una zanna dell’elefantino del Bernini: ritrovato il pezzo ai piedi della statua in modo fortuito, è stato possibile mettere a punto l’intervento di restauro.

cultura danni
particolare dell’elefantino del Bernini dopo l’atto vandalico.

La Raggi ha etichettato l’accaduto come una ferita per tutti i romani. In realtà, dovremmo sentirci coinvolti noi tutti, colpiti in quanto italiani, indignati in quanto cittadini del paese culla e cuore d’arte.

Il Ministro, Nathalie Naim, ormai stanca dei frequenti episodi vandalici, ha promosso misure drastiche: aumentare il numero di telecamere di sorveglianza, mettere a norma quelle già esistenti e, perché no, pensare a strutture intorno a fontane e statue. La presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, ribadisce tale necessità di intervento e suggerisce: “perché non sfruttare la presenza delle forze dell’ordine già previste in città anche per il rispetto dei monumenti?”.

Gran bella domanda, dalla risposta retoricamente facile. Ma ad avere un occhio vigile non devono essere solo le autorità.

Probabilmente è ancora valida la celebre sentenza di Massimo d’Azeglio: “Fatta l’Italia, ora tocca fare l’italiani ”. Ciò che manca è un’identità nazionale alla quale affezionarsi,  per la quale lottare e da difendere.

Pamela Valerio

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