Riprendiamo il nostro percorso alla riscoperta dei bidoni della storia del calcio italiano con la rubrica La Voce del Presidente. Per chi non avesse letto la prima parte, di seguito il link diretto alla relativa pagina: Clicca qui

Dalla barzelletta Luís Silvio Danuello al mondano Renato Portaluppi, dall’olandese non volante Patrick Stephan Kluivert all’angelico Gustavo Javier Bertelt. Questi sono solo alcuni dei bidoni che hanno fatto la storia del non-calcio italiano, senza ovviamente dimenticare le ciliegine Gaizka Mendieta Zabala e Ricardo Andrade Quaresma Bernardo che difficilmente potranno essere spodestati dal trono di coltelli monouso; quello di spade sarebbe stato troppo prestigioso…

Negli ultimi 10 anni, quali sono stati i più grandi bidoni del calcio che hanno fatto parte (almeno in teoria) della nostra tanto benamata Serie A?

  • Bidone per hobby: terzogenito dell’ex leader libico, Al Saadi Al Gaddafi si pagava l’ingaggio e la bella vita in Italia senza gravare sulle casse di Gaucci che lo prelevò a costo zero dal Al Ittihad. Dal 2003 al Perugia, fu schierato in campo un’unica volta, volta in cui ovviamente non riuscì a fare goal.
  • Bidone mangereccio: il brasiliano Mario Jardel, ad Ancona nel 2004 per circa 5 milioni di euro, fu campione a tavola. Grasso e impacciato non ha lasciò il segno in Serie A e con sole 3 misere presenze non realizzò nemmeno un goal. In Italia fu l’ombra del vero Jardel che al Porto segnò grappoli di goal: 130 in 165 presenze.
  • Bidone luminoso: acquistato in pompa magna nel 2005 dall’Inter per circa 9 milioni di euro, Santiago Solari quasi sin da subito rivelò la sua insita e vera natura di calciatore mediocre. Con 25 presenze fu autore di soli 5 goal; troppo pochi per le aspettative della società e dei tifosi.
  • Bidone  erede: futuristico ed indegno erede di Shevchenko, Ricardo Oliveira passò nel 2006 al Milan per un costo d’operazione complessivo di circa 19 milioni di euro, reduce dall’ottima stagione con il Betis nella Liga spagnola. Dopo il debutto con goal trascorse una stagione non di certo memorabile in cui riuscì a capitalizzare a stento 3 reti nelle sue 26 presenze.
  • Bidone aperto: il 2007 fu un anno terribile per Dida (pseudonimo di Nelson de Jesus Silva), portiere promessa del calcio che il Milan acquistò dal Cruzeiro 7 anni prima per 5,5 milioni di euro. Tutt’altro che una saracinesca, divenne ben presto l’idolo dei programmi satirici grazie alle sue costanti papere. Nel 2007 subì 18 goal in 20 presenze (in totale 237 goal subiti in 295 presenze dal 2002 al 2010).
  • Bidone flop player: per rappresentare quest’area che forse è la più bidonara di tutte non poteva non essere scelto Ricardo Andrade Quaresma Bernardo, el Trivela che trivellò a San Siro un colossale buco nell’acqua, perché è proprio quando pensi di aver fatto un colpo, dissanguandoti tra l’altro, e invece hai beccato il colpo della strega che ti piega in due dai fischi, che la carogna del bidone sale davvero alle stelle. Acquistato nel 2008 da Moratti per un costo di oltre i 28 milioni di euro, è stato rivenduto 3 anni dopo al Besiktas per meno di 12 milioni di euro. Dà fastidio eccome gettare quello che hai strapagato.
  • Bidone lusitano: galeotto fu il 2009 per il bianconero Tiago Cardoso Mendes, acquistato dalla Juventus per 15 milioni di euro. Con ben 20 presenze non andò a rete nemmeno una volta. Su di lui la dirigenza juventina investì soldi e speranze. Chi di speranza vive, disperato muore.
  • Bidone omonimo: nell’annata 2009/2010 la Juventus acquistò per ben 27 milioni di euro il cartellino di Diego Ribas da Cunha, che si rivelò essere nemmeno la più sbiadita delle copie del vero Diego del calcio (Maradona). Per lui bottino magro, quasi anoressico con soltanto 7 goal in 44 presenze.
  • Bidone latino: nel 2011 il Napoli prelevò dall’Universidad de Chile Eduardo Vargas per la modica cifra di 13,5 milioni di euro. Soprannominato Turboman per la sua velocità, in realtà in terra partenopea fu solo un pessimo surrogato del Pocho Lavezzi. Poco degne di nota le 13 presenze in cui non riuscì ad insaccare la palla nemmeno una volta.
  • Bidone ascendente: dopo la vittoria della Coppa America con l’Argentina, Diego Forlán Corazzo passò all’Inter per circa 7 milioni di Euro. Nel 2012 mise a segno 2 goal in 20 presenze e non impiegò molto tempo per farsi dimenticare dai tifosi nerazzurri.
  • Bidone bidoner: è pur vero che la Juventus lo prese in prestito nel 2013 senza impegnarsi economicamente, ma Nicklas Bendtner fu un vero e proprio oggetto misterioso. Divenne uno scalda-panchina/tribuna professionista e caricò di attese tutto l’ambiente bianconero a causa della suo esordio rimandato per mesi e mesi. Nessun goal segnato nelle sue 11 presenze con la maglia juventina. Un vero e proprio scempio calcistico, uno dei giocatori più abulici ed inconcludenti degli ultimi anni.
  • Bidone work in progress: nell’annata calcistica 2014/15 ancora in corso, ancora non è stato individuato un vero e proprio bidone che si rispetti, ma se la stanno giocando ad armi pari: Nemanja Vidić  (preso dall’Inter a parametro zero; 13 presenze, 0 goal e tanti cartellini), Fernando Torres (preso dal Milan in prestito; 9 presenze, 1 goal e troppe indecisioni), Ashley Cole (preso dalla Roma in prestito; 11 presenze; 0 goal e zero calcio) e Michu (Miguel Pérez Cuesta preso dal Napoli in prestito per circa 2 milioni di euro; 6 presenze e 0 goal che difficilmente aumenteranno).

Sono quelli così e non solo i Luís Silvio della situazione, a meritarsi il mai dire goal. E’ il pantheon alla rovescia dei fenomeni parastatali.

Fonte dati statistici: transfermarkt.it / transfermarkt.co.uk / wikipedia.org

Fonte virgolettati: calciobidoni.it / sport.sky.it

Fabio Palliola

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