Rembrandt
Rembrandt Van Rijn, Autoritratto con colletto e cappello nero, 1632, stimato tra 12 e 16 milioni di sterline da Sotheby’s. Foto © Sotheby’s Fonte: barnebys.it

Secondo il più grande database di arte scomparsa al mondo sono oltre 700mila gli oggetti d’arte, d’antiquariato e da collezione, quadri famosi ritenuti smarriti, rubati o saccheggiati. Molti di questi, e tra i più preziosi, sono dipinti d’autore di cui conosciamo l’esistenza ma non il luogo in cui si trovano, sempre che non siano andati distrutti nel corso del tempo all’insaputa di tutti o quasi. Alcuni di questi capolavori, però, sono più vicino a noi di quanto si possa pensare. Ora, immaginiamo di riordinare la soffitta e ritrovare tra oggetti di cui ignoravamo l’esistenza uno dei più grandi capolavori dell’arte di tutti i tempi, frutto di menti geniali come quella di Rembrandt, Gauguin, Van Gogh.

Ad oggi non è raro che quadri famosi vengano rinvenuti in luoghi alquanto insoliti: in scatole riposte in soffitta, in archivi polverosi, o ancora esposti in soggiorno, senza che magari il proprietario sia a conoscenza del reale valore dell’opera. In effetti un evento casuale è alla base del riconoscimento di una “Adorazione dei Magi” come autentica opera di Rembrandt. Il quadro, un olio su carta applicato su tela, composto con diverse velature sovrapposte su un disegno di base, era custodito in una collezione privata a Roma, quando ebbe bisogno di un restauro. Fu allora che la restauratrice Antonella Di Francesco si accorse della paternità dell’opera, fino alla conclusione, presentata all’Accademia di Francia, a Villa Medici: il quadro è opera del grandissimo pittore olandese.

Guido Talarico, presidente della FPI (Fondazione Patrimonio Italia) ha aperto l’incontro di presentazione con il lancio del progetto “Discovering Masterpiece” con il quale si mira a “far riemergere tanti tesori nascosti”, contribuendo inoltre alla promozione di momenti d’intesa culturale e scientifica, in Italia e all’estero, per lo studio e la divulgazione dei capolavori dell’arte italiana e internazionale.

Insomma, trovare un Rembrandt (soprattutto in Italia) non è cosa da tutti i giorni, considerando, inoltre, che la scoperta in questione è frutto di anni e anni di studi approfonditi. Come il capolavoro dell’impressionismo francese firmato Rembrandt, moltissimi altri quadri famosi sono stati ritrovati in circostanze inedite.

È il caso di due capolavori artistici dell’impressionismo francese rispettivamente di Paul Gauguin e Pierre Bonnard, ritrovati in casa di un ex operaio torinese appassionato d’arte. I due quadri famosi in questione (Fruits sur une table ou nature morte ou petit chien di Gauguin e La femme aux deux fauteuils di Bonnard) erano stati rubati nei primissimi anni ’70 a Londra. Furono ritrovati nel 1974 a Torino, nell’ufficio oggetti smarriti della stazione ferroviaria, in mezzo a chissà quali altre cianfrusaglie che la gente smarrisce sui treni: giacche, libri, valige.

'Fruits sur une table ou nature morte ou petit chien', uno tra i numerosi quadri famosi recentemente rinvenuti
Rembrandt
Fruits sur une table ou nature morte ou petit chien
Fonte: gauguinbonnardfound.blogspot.com

Nessuno però riconosce la mano dei due maestri dell’impressionismo e dunque le tele finiscono direttamente all’asta dove vengono acquistate per 45.000 lire (circa 23€) da un operaio della FIAT. Solo dopo quarant’anni l’uomo si accorgerà dell’effettivo valore delle opere che poteva ammirare ogni giorno nel suo salone. Da un punto di vista materiale l’opera di Gauguin, stando alle quotazioni attuali, ha un valore compreso tra i 15 e i 35 milioni di euro, mentre quella di Bonnard si aggira intorno ai 600 mila euro, incredibile se ripensiamo alla cifra alla quale le acquistò l’ex operaio della FIAT.

'La femme aux deux fauteuils', Gauguin, uno tra i numerosi quadri famosi recentemente rinvenuti
Rembrandt
La femme aux deux fauteuils, Gauguin
Fonte: gauguinbonnardfound.blogspot.com

Paradossale invece è il modo in cui è stata ritrovata una riproduzione della già esistente opera “Giuditta e Oloferne” di Caravaggio. La tela è stata ritrovata nel soffitto di un’antica abitazione a Tolosa, nascosta dentro un’intercapedine, durante i lavori per una perdita d’acqua. Sin da subito i valutatori, insieme ai proprietari, hanno compreso di trovarsi davanti a un’opera dall’enorme valore storico. La tela restituisce all’arte la funzione di interprete della realtà obiettiva in assoluta schiettezza di sentimento così da conferire all’occorrenza una alta tensione drammatica ai contenuti delle rappresentazioni. Il chiaroscuro ottenuto dal forte contrasto di luci ed ombre è il mezzo per esprimere la drammaticità e la tragicità di certe tematiche della vita; tutti tratti che hanno spinto l’esperto d’arte Eric Turin a riconoscere l’opera come caravaggesca che è in realtà osteggiato da molti valutatori scettici. Insomma, la questione è ancora aperta e non sembra si risolverà in tempi brevi. Il governo francese ha inoltre emesso un decreto secondo cui l’opera non potrà circolare fuori dalla Francia prima della sua autenticazione.

'Giuditta e Oloferne', Caravaggio, 1597, uno tra i numerosi quadri famosi recentemente rinvenuti
Rembrandt
Prima opera “Giuditta e Oloferne, Caravaggio, 1597
Fonte: it.wikipedia.org

“Il paziente incosciente” è un’altra opera firmata Rembrandt, anch’essa andata perduta, e poi ritrovata nel 2015 nel seminterrato di una casa del New Jersey. Il dipinto ad olio su tavola, stimato tra i 500 e gli 800 dollari, è stato venduto a 870mila dollari. Decisamente un grande affare per il compratore, dato che secondo alcuni si potrebbe trattare di un dipinto degli inizi della carriera del pittore olandese, parte della serie sui cinque sensi. Il dipinto raffigura due uomini che soccorrono una donna appena svenuta, l’opera potrebbe essere una raffigurazione dell’olfatto, intitolata The Sleeper. Datato intorno al 1625 il dipinto è considerato uno dei primi lavori mai dipinti dal Maestro, insieme a The Operation, The Sense of Touch e Three Singers, the Sense of Hearing, parte della collezione di Tom Kaplan della Galleria Leiden di New York, e con The Spectacle Seller, The Sense of Sigh conservato nel Museum de Lakenhal. Mancava solo questo piccolo quadro a completare la serie, ma rimane ancora ignota l’identità dell’acquirente. 

Rembrandt
“Il paziente incosciente”, Rembrandt, 1624
Fonte:theleidencollection.com

Insolito anche il ritrovamento di un quadro che oggi sappiamo essere frutto della mente e delle mani creative del grande pittore olandese Vincent Van Gogh: Tramonto a Montmajour”, questo è il nome della tela che è stata scoperta in un sottotetto , appartenente a un collezionista anonimo. Secondo gli esperti, il quadro è certamente attribuibile a Van Gogh: sono stati riscontrati infatti tutti i tratti stilistici dell’artista, come ad esempio le pennellate nette dai colori vibranti, quasi sonori, portatori di un sentire sinestetico. Il quadro rappresenta un idilliaco panorama provenzale e costituisce un lavoro transitorio ma allo stesso tempo di eccezionale importanza in quanto la sua realizzazione appartiene alla collezione artistica al culmine della carriera del pittore. 

'Tramonto a Montmajour', Vincent Van Gogh, uno tra i numerosi quadri famosi recentemente rinvenuti 1888
Rembrandt
“Tramonto a Montmajour”, Vincent Van Gogh, 1888
Fonte: it.wikipedia.org

Tra i quadri famosi recentemente rinvenuti è impossibile non ricordare un’opera di un’artista dallo stile drammatico, altamente espressivo, rarità del panorama artistico del Seicento: parliamo di Artemisia Gentileschi. Ad essere stata rinvenuta nel 2019 è una delle opere che prende il nome di “Lucrezia” che, stando a quanto affermato dalla casa d’aste francese Artcurial, è rimasta in una collezione privata di Lione (Francia) negli ultimi quarant’anni. L’opera apparterrebbe all’ultima fase della carriera dell’artista, ovvero al suo soggiorno napoletano, e ritrarrebbe Lucrezia, leggendaria eroina romana. Dal punto di vista iconografico l’opera rispecchia gli standard seicenteschi: la donna è nuda dalla vita in su, e sta per togliersi la vita con un pugnale in un atteggiamento che esprime al contempo rassegnazione, determinazione e paura. Artemisia, all’interno di quest’opera, così come nell’universalità della sua produzione artistica, riesce a rappresentare le figure femminili mostrandone la leggiadria e l’eleganza, e al tempo stesso il dinamismo e la potenza di chi è artefice del proprio destino.

Rembrandt
“Lucrezia”, Artemisia Gentileschi (1630-1637)
Fonte:barnebys.it
Foto: Dorotheum

Da Artemisia a Rembrandt, sono tantissimi i quadri famosi riscoperti, perduti senza che il mondo potesse contemplarli. La loro riscoperta ha dato nuova luce alla mente geniale di grandi artisti, ma soprattutto ha fatto sì che ciò che era già arte continuasse a essere anche storia.

Mena Trotta

Mena Trotta
Classe 2001, laureata in filosofia e studentessa di antropologia culturale ed etnologia all'università di Bologna. Mi nutro di curiosità, fotografia e parole. Fermamente convinta del potere sovversivo dell'arte, in ogni sua forma.

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