Tutto chiede salvezza

“Tutto chiede salvezza”, la nuova serie firmata Netflix, uscirà il prossimo 14 ottobre, portando sul piccolo schermo tematiche complesse come le malattie mentali, il confine tra malattia e la cosiddetta “normalità”, le relazioni sociali e l’amicizia.

foto: today.it

La serie, presentata al Giffoni film Festival 2022, è tratta dall’omonimo romanzo autobiografico, vincitore del Premio Strega giovani 2020, del poeta e scrittore Daniele Mencarelli, il quale ha collaborato alla sceneggiatura insieme a Daniela Gambaro, Francesco Cenni e al regista Francesco Bruni.

Lungi dal voler criticare negativamente il TSO che, secondo le parole di Mencarelli stesso, resta comunque uno strumento di protezione nei momenti di maggiore difficoltà, la serie ha tra gli obiettivi principali quello di far riflettere e di portare maggiore consapevolezza.

Se la pazzia fosse una forma di normalità?

Topos letterario di inizio del secolo scorso, la riflessione circa il confine tra malattia e sanità viene riproposta attraverso gli occhi di chi l’esperienza di quella che viene definita “pazzia” l’ha vissuta in prima persona. I sette episodi della dramedy ripercorrono la storia del Daniele ventenne che, dopo l’ennesimo episodio di rabbia ingestibile, si risveglia in un reparto psichiatrico. Leitmotiv della storia di Daniele è l’assillante domanda “Finire per sette giorni sotto regime di TSO, vuol dire essere pazzi?”

Daniele, come tantissimi, è un giovane estremamente sensibile che si fa tante, forse troppe, domande. Daniele viene definito un “senza pelle”, vive cioè ogni esperienza in maniera amplificata, come se non avesse uno strato epidermico a proteggerlo. Ed è questa sua caratteristica che porta i genitori a cercare aiuto nelle strutture sanitarie.

E così, in un lampo, si trova portato fuori dalla normalità, isolato dal mondo normale, e circondato da “cinque pazzi”. È proprio grazie a questo isolamento forzato che il giovane comincerà a scavare nelle profondità del suo animo e si confronterà a quattr’occhi con i demoni nascosti.

Come evidente già dal trailer, il misto tra italiano e romanaccio dei personaggi, oltre a ricalcare lo stile del romanzo, rende l’ambientazione molto vicina al presente e cala lo spettatore nel qui e nell’oggi. Il protagonista, come ognuno di noi nel momento in cui ci si trova in particolari periodi della vita, in momenti in cui si è più turbati o in cui non si ha alcuna voglia di seguire le “regole della normalità”, si interroga sul confine tra i medici e i pazienti, tra i sani e i pazzi. Ma esiste davvero una demarcazione tale?

Nei sette episodi, che corrispondono ai sette giorni vissuti da Daniele in regime TSO, se da un lato il protagonista incontra l’ostilità, la freddezza e l’indifferenza dei medici e di tutto il personale sanitario, dall’altro si troverà a stringere dei legami veri, sinceri, e a rivalutare il vero significato dell’Amicizia con la A maiuscola. I cosiddetti “sani”, i medici, sono persone distaccate, stanche e indifferenti alle sorti altrui, ed è questo atteggiamento che alimenta lo stato di alienazione in cui si trovano i pazienti, i “pazzi”, “i malati di mente”. Tuttavia, sono questi ultimi che si rivelano essere ciò che c’è di più vicino alla vita, ma alla vita vera, quella “normale”.

«Forse, questi uomini con cui sto condividendo la stanza e una settimana della mia vita, nella loro apparenza dimessa, le povere cose di cui dispongono, forse loro malgrado tutte le differenze visibili e invisibili, sono la cosa più somigliante alla mia vera natura che mi sia mai capitato di incontrare

Daniele sono io, sei tu, siamo noi e, come ha detto Mencarelli stesso in un’intervista: “Non mi sono tirato su, non mi sono sconfitto né superato. Io ho semplicemente aderito a quello che sono”.

In accordo con Proust, forse è proprio vero che la pazzia non è altro che una delle tante espressioni della normalità, perché in fondo è come se fossimo tutti costretti a coltivare in noi un po’ di pazzia per riuscire a sopportare la realtà, la vita quotidiana.

foto: movieplayer

Il cast

Nella pelle di Daniele c’è Federico Cesari, già noto a molti per il ruolo di Martino Rametta in Skam Italia.

Ci sono poi i 5 compagni di camerata, Mario, Gianluca, Giorgio, Madonnina e Alessandro, impersonati rispettivamente da Andrea Pennacchi, Vincenzo Crea, Lorenzo Renzi, Vincenzo Nemolato e Alessandro Pacioni. Nina, una compagna del liceo del protagonista, anche lei in reparto, è interpretata da Fotinì Peluso. E ancora, Ricky Memphis, Bianca Nappi e Flaure BB Kabore nei panni degli infermieri Pino, Rossana e Alessia; i medici della clinica, il Dott. Mancino e la Dott.ssa Cimaroli hanno invece i volti d Filippo Nigro e Raffaella Lebboroni; mentre Lorenza Indovina, Michele La Ginestra e Arianna Mattioli, sono rispettivamente la madre, il padre e la sorella di Daniele. Carolina Crescentini è infine la madre di Nina.

Insomma, un cast interessante e sette episodi che fanno riflettere molto, ma con leggerezza, grazie anche al pizzico di ironia e umorismo.

Non ci resta che (ri)prendere il caro plaid e guardare la serie tutta d’un fiato.

Nunzia Tortorella

Nunzia Tortorella
Avida lettrice fin dalla tenera età e appassionata di ogni manifestazione artistica. Ho studiato Letterature e culture comparate all'università di Napoli L'Orientale, scegliendo come lingue di studio il tedesco e il russo, con lo scopo di ampliare il mio bagaglio di conoscenze e i miei orizzonti attraverso l'incontro di culture diverse. Crescendo, ho fatto della scrittura il mio jet privato.

1 commento

  1. Una recensione molto attinente alla realtà. Infatti oggi si vive in un mondo dove il limite tra normalità e pazzia è facilmente valicabile.

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