L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici a Napoli perde una parte del patrimonio librario pubblico per colpa di un creditore che per venticinquemila euro si è rivalso sui beni di Gerardo Marotta, fondatore dell’istituto.

Solo qualche giorno fa l’ 11 ottobre in città si festeggiava, dopo tre anni dal furto, la riapertura straordinaria della Biblioteca dei Girolamini. Un nuovo scandalo nel mondo della cultura.

“sembra sia solo a Napoli, in Palazzo Serra di Cassano, possibile misurare la distanza tra la memoria dei valori dell’umanità e la fede nell’intelligenza umana per evitare il loro feroce annientamento

(Lea Ritter Santini)

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Cultura all’asta?! Si! Sembra essere amaramente così! Il tribunale di Napoli ha ordinato all’avvocato Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto Studi filosofici di Napoli, di “svendere” alcuni dei suoi volumi librari, veri e propri tesori del patrimonio della cultura pubblico, tutto questo per coprire i debiti vantati da alcuni creditori.

Sedici sono i tomi  che andranno all’asta, tutti editi tra il XVI e il XIX secolo di vario argomento, dalla medicina alla storia e alla filosofia, dal diritto alla linguistica e alla poesia, nonché una raccolta di opuscoli e diari sulla storia di Napoli stampati nel 1780; il tutto per un valore stimato di circa 25 mila euro. Tra questi spiccano: “Vite de pittori, scultori ed architetti napoletani non mai date alla luce da autore alcuno dedicate agli eccellentiss. signori, eletti della fedelissima città di Napoli, di Bernardo De Dominici, stampato a Napoli nel 1742 e una Gerusalemme liberata del 1888.

Alla notizia di questo attacco alla cultura, così ha commentato Gerardo Marotta:

Sono addolorato, rifarsi sui miei libri per questioni economiche è grave, mi rende triste, ma al di là delle mie reazioni emotive conta che dalla sera alla mattina i napoletani, e tutti gli studiosi che ne avrebbero fatto richiesta, saranno privati della possibilità di consultare gratuitamente questi testi“.

culturaL’Istituto Italiano Studi Filosofici a Napoli nasce dalla passione di Gerardo Marotta che per quaranta e lunghi anni ha dato vita a questa preziosa raccolta di volumi, messa insieme grazie a ricerche in fondi e archivi di tutto il mondo. E meno male che la Sovrintendenza ai beni librari della Regione Campania nel 2008 deliberò sul valore di questa raccolta, che oggi conta circa 3000.000 opere, dichiarando che essa: “presenta i segni di uno sforzo ragionato di gestione e sviluppo, frutto, non di casuale sedimentazione, ma delle attività di studio, ricerca e formazione promosso dall’Istituto di appartenenza”. E che, in virtù del grande valore bibliografico, si rendeva: “la necessità di salvaguardarne l’inscindibile legame con l’Istituto di emanazione” e “l’opportunità e l’utilità sociale di predisporne le migliori condizioni di fruizione pubblica”.
Nel 2001 la biblioteca prese vita nei locali dell’ex-CONI in piazza Santa Maria degli Angeli a Napoli poco distante  dal Palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto, per garantire la necessaria vicinanza tra la biblioteca e il luogo in cui quotidianamente si svolge un’intensa attività di seminari, così da assicurare anche la fruibilità del patrimonio librario al vasto pubblico di studiosi e ricercatori. È la prima volta in assoluto che l’istituto perde una parte dei suoi volumi e pensare che solo qualche giorno fa i napoletani festeggiavano per il patrimonio restituito alla biblioteca dei Girolamini, dopo tre anni dal furto dei suoi tesori librari; una grande vittoria per la cultura. Ora, invece, come per incanto o per ironia della sorte , un altro patrimonio librario passerà da pubblico a privato ma questa volta andrà nelle mani di chi potrà comprarselo, come se la cultura avesse un prezzo.
Purtroppo è dal 2009 come dichiarato dallo stesso Marotta, che l’Istituto Studi Filosofici lamenta i mancati e necessari interventi da parte dello Stato. E se la speranza si era accesa grazie  all’appello al governatore Vincenzo De Luca , per individuare soluzioni idonee a risolvere alcuni problemi finanziari dell’Istituto, in primis i lavori di restauro  di cui necessitano i locali della biblioteca, che ha prodotto come soluzione temporanea la sistemazione dei volumi nella sede dell’istituto Colosimo.
Ora resta la rabbia di non avercela fatta comunque ad evitare il peggio, ovvero che la raccolta libraria venisse minata da dentro, con la perdita di si una piccola parte di volumi ,ma pur sempre una parte preziosa. Quello che è accaduto è senza dubbi uno dei casi più eclatanti di attacco alla cultura.
Rossella Mercurio

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