NAPOLI – La nuova sentenza sulla legge Severino, in tutta verità, non è ancora stata resa pubblica, ma i quotidiani la Repubblica, il Corriere della Sera e la Stampa danno in prima pagina la notizia per cui la Corte di Cassazione avrebbe deciso di spostare la competenza per l’applicazione della legge ai politici condannati, dai tribunali amministrativi regionali (TAR) ai tribunali ordinari.

Il verdetto ufficiale – come precisa Il Sole 24 Ore – è basato solo su indiscrezioni, ma sarà reso noto al più presto, forse venerdì o dopo le elezioni amministrative, contestualmente al deposito della motivazione, perché per il civile, a differenza del penale, il dispositivo non è pubblico dopo l’udienza.” Il verdetto è comunque molto atteso in Campania, poiché riguarda due casi particolari: quello dell’attuale sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e quello di Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno e candidato del PD alle prossime elezioni regionali.

La temuta legge Severino, entrata in vigore alla fine del 2012, disciplina l’incandidabilità e la decadenza dei politici eletti. La legge impone l’immediata sospensione dall’incarico, per un periodo di almeno 18 mesi, nei confronti degli amministratori pubblici condannati, anche solo in primo grado, per una serie di reati, tra cui quelli contro la pubblica amministrazione. Essa, però, permette la candidabilità: quindi un candidato incompatibile può candidarsi e essere eletto, e poi semmai decadere. L’incandidabilità alle elezioni regionali  è prevista, infatti, solo in caso di condanna in via definitiva per vari reati, compreso l’abuso d’ufficio.

Il vero nodo della questione è la famosa questione della retroattività, il fatto cioè che la legge sia stata approvata dopo il presunto reato commesso, faccenda che riguarda De Magistris e già sollevata, inutilmente, da Silvio Berlusconi riguardo la sua decadenza da senatore.

Se le indiscrezioni sulla decisione della Cassazione saranno confermate, i politici condannati non potranno più fare affidamento alla decisione dei giudici amministrativi. La sentenza della Cassazione farebbe perciò decadere i loro ricorsi presentati dai TAR alla Corte Costituzionale, a cui spetta la decisione finale, ma essa non potrà prendere in considerazione questi ricorsi perché proposti da un giudice (il TAR) non più competente.

Se così fosse, Luigi De Magistris vedrà annullata la sospensiva del TAR che gli ha permesso di mantenere le sue funzioni di sindaco e potrà riassumere la questione davanti ad un giudice civile; per De Luca, invece, le cose saranno un po’ più complicate perché la legge Severino gli ha permesso di candidarsi a presidente della regione Campania, ma qualora vincesse potrebbe non poter  esercitare l’incarico se non in tempi piuttosto lunghi. E, dovrebbe, inoltre, essere il presidente del Consiglio Matteo Renzi a dover firmare il decreto.

Ci sarebbe poi un’ulteriore questione relativa all’assenza di una giurisprudenza in materia nei tribunali ordinari. Per tutti questi motivi, la situazione in Campania è molto complicata e caotica e si rischia un “vuoto istituzionale” dopo le elezioni. E, intanto da Perugia, Matteo Renzi dichiara: “Il Pd è legalità, è il partito che ha fatto la legge anticorruzione, con pene più dure di quelle che c’erano prima; ha fatto una legge per cui chi vuole patteggiare perché ha rubato, patteggia ma paga fino all’ultimo centesimo.  Abbiamo rimesso il falso in bilancio,  l’autoriciclaggio e abbiamo fatto accordi con la Svizzera e il Vaticano per riportare i soldi in Italia facendo pagare le tasse.”

Anna Lisa Lo Sapio

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