Il folclore gramsciano in soccorso dei diritti degli animali

Dopo due anni di pandemia che hanno impedito le feste religiose locali, tornano le celebrazioni della Madonna della Pace a Giugliano, in Campania. L’origine del culto è legata al ritrovamento in mare di una statua raffigurante la Vergine, che la leggenda vuole sia stata raccolta dagli angeli e portata sul litorale di Cuma per poi essere trasportata dai marinai nella chiesa dell’Annunziata. La Madonna viene celebrata come portatrice di pace perché il racconto narra che favorì probabilmente la riappacificazione di due nobili famiglie in lotta tra loro. Stiamo parlando perciò di un insieme di credenze, leggende e usanze tradizionali popolari indicate con il termine di folclore.

Il mito vuole che questa festività preveda l’utilizzo dei buoi poiché la statua fu trasportata su un carro trainato da questi animali che si fermarono nell’attuale Piazza Annunziata. Questa tradizione ha provocato veementi proteste da parte delle associazioni animaliste sul territorio, quali l’AMPA, l’OIPA NAPOLI, la CEDA CAMPANIA, N.O.E.T.A.A. e ANTA, le quali hanno inviato una lettera di protesta al Sindaco del Comune di Giugliano per esprimere la loro disapprovazione all’impegno di animali nelle feste popolari. Queste associazioni affermano infatti che gli animali sono sottoposti a sovraffaticamento durante la celebrazione e che un loro turbamento dovuto alla presenza di un gran numero di persone potrebbe fargli assumere comportamenti incontrollabili. Per questi motivi chiedono come è possibile che il folclore locale possa giustificare ancora oggi sofferenza ed ingiustizie contro gli animali.

Non deve essere sottovalutato che festività come queste hanno una importante potere formativo, perché sono avvenimenti di grande rilevanza sul territorio. Di fatto, sia gli adulti che i bambini assistono alle difficoltà che incontrano gli animali tra la gente e alle loro manifestazioni di disagio, come se tali circostanze rientrassero nella normalità di una celebrazione religiosa. Il risultato inevitabile è che viene esercitata l’insensibilità delle persone verso gli animali, verso le manifestazione del loro dolore, in modo tale da dare per scontato le relazione di dominio che strutturano la nostra società antropocentrica. In questo caso, in termini propriamente gramsciani, il folclore è espressione di una cultura fossilizzata che rispecchia condizioni di vita passata e quindi conservativa e reazionaria.

Secondo il comunista sardo, il folclore è strettamente legato alla cultura della classe dominante poiché elementi a loro modo popolari – ovvero la festa della Madonna della Pace – si vanno a combinare con le relazioni di potere precostituite – concretizzate nel nostro caso dall’utilizzo dei buoi. Ma Antonio Gramsci riteneva che la cultura popolare non deve essere condannata nella sua interezza, poiché è espressione di una cultura essenzialmente antagonista che si contrappone alle classi più colte della società. Essa può essere liberata dei suoi elementi di arretratezza e diventare, con adeguati cambiamenti, una tradizione da guardare in positivo. Non avendo concezioni elaborate e sistemiche, il folclore ha di fatto la capacità di rinnovarsi spesso in modo creativo e progressivo, prendendo le distanze dalla morale della classe dominante.

La denuncia di queste associazioni animaliste non è perciò un attacco alla festività della Madonna della Pace a Giugliano, ma ha come fine quello di stimolare il dibattito all’interno del contesto cittadino, in modo che possa essere permesso lo svolgimento della festività tenendo in considerazione il benessere degli animali. Se è certo che tutto scorre e nulla resta uguale, il cambiamento è insito nella natura delle cose. Come riportato anche nel comunicato stampa, l’impiego di animali in manifestazioni di vario genere ha una sua antica genesi in specifici contesti. Ma la realtà si sta strutturando verso una diversa sensibilità ed è dovere delle istituzioni andare verso questa direzione. Pertanto questo atto formale vuole essere strumento innovativo del folclore locale.

Come ricorda il comunicato stampa, il Comune non può vietare manifestazioni di valore culturale che prevedono il coinvolgimento degli animali. Tuttavia l’amministrazione, con delibera n. 80 del 3 giugno 2021, ha istituito uno sportello per il benessere degli animali con la precisa finalità di sensibilizzare i cittadini alla tutela degli stessi e quindi sarebbe stato quanto meno doveroso affrontare il discorso prima di organizzare la celebrazione. Dunque, si auspica che la citta di Giugliano faccia passi in avanti in favore della tutela degli animali, in modo tale da avere una sua esclusiva festività da poter qualificare e promuovere con orgoglio.

Gabriele Caruso

Gabriele Caruso
Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, mi occupo soprattutto di indagare la politica italiana e di far conoscere le rivendicazioni dei diversi movimenti sociali. Per quanto riguarda la politica estera, affronto prevalentemente le questioni inerenti al Regno Unito.

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