Erri De Luca scrittore napoletano
fonte: CheDonna.it

Scrittore, attivista, visionario: Erri De Luca non si fa mancare nulla, un eclettico della nostra epoca, misurato e ponderato. Con i suoi libri paga le bollette ma non scrive per forzatura perché dev’essere un momento di felicità, non una costrizione.

Un Napoletano che scala le Dolomiti

Erri De Luca nasce a Napoli, tra le tanti passioni da cui si lascia ispirare è sicuramente quella dell’alpinismo. Un partenopeo appassionato dalla sfida avvincente di scalare le Dolomiti, dal mare alla montagna, dalle lotte durante la guerra nei territori dell’ex Jugoslavia al sostegno della lotta NOTAV in Val di Susa, lo scrittore napoletano si sente cittadino del mondo e lo lascia trasparire dai libri, ma più semplicemente dalla sua storia di vita. Da subito ha impegnato la sua vita, lasciando Napoli e dedicandosi a temi sociali particolarmente caldi che hanno segnato la Storia italiana, ma non meno la sua dedizione a dinamiche socio – politiche transnazionali. Lasciando Napoli all’età di 18 anni, lo scrittore inizia un lungo impegno politico durato fino all’età di 30 anni, nella sinistra extraparlamentare, assai sensibile e nel 1983 si dirige in Tanzania come volontario collaborando nel ripristino del servizio idrico di alcuni villaggi. Negli anni caldi del ’99 a Belgrado bombardata dalla Nato, Erri De Luca è presente per fare da scudo umano, questa volta da solo, ma avrà modo di conoscere proprio in questo periodo una serie di persone che segneranno la sua vita: il poeta Izet Sarajlic di Sarajevo, conosciuto durante la guerra di Bosnia, e di Ante Zemljar poeta e comandante partigiano della guerra antinazista.

Giunge l’esordio letterario

I suoi romanzi sono nati scalando i monti, ma la sua prima opera è rappresentativa del lavoro da operaio che egli definisce “il mestiere più antico del mondo“, avendo venduto il suo corpo come forza lavoro. Scrive la sua prima opera nel 1989 “Non ora, non qui”, inoltre, da uomo eclettico quale è, Erri De Luca è un autodidatta nello studio delle altrui culture linguistiche, nel particolare: autodidatta in inglese, francese, swahili, russo, yiddish ed ebraico antico, ha poi tradotto con metodo letterale alcune parti dell’Antico Testamento. Non è quindi un caso che i suoi romanzi sono stati tradotti in oltre 30 lingue, “Il giorno prima della felicità”, “Aceto, arcobaleno”, “Una nuvola come tappeto”, “Tre cavalli” tra i suoi titoli più conosciuti. Rispetto alla lettura dice: “Più si legge e più si diventa proprietari della propria lingua: solo così si alimentano gli anticorpi contro le false informazioni, è una questione di igiene personale. Credo che il motivo per cui ho iniziato a scrivere è perché da adolescente avevo difficoltà di comunicazione. Se sei una persona socievole, la scrittura può diventare un accessorio, altrimenti è una necessità. Quindi per me è stato il modo per cercare di superare le mie occlusioni. Ma non sono state le parole scritte a liberarmi, quanto invece il recupero della socialità, il parlare alla mia generazione, quella che ho trovato per le strade a sbarrarle per rivendicare diritti. Ecco, quella generazione mi ha rivoltato come un guanto e mi ha permesso di appartenere a una comunità“.

Dal cinema al teatro, i suoi contributi

Lo scrittore napoletano,tuttavia, non ha disdegnato né del cinema né del teatro, lasciando nel corso del tempo una serie di contributi che ricordiamo; per il settore cinematografico ha scritto il cortometraggio “Di là dal vetro”, “Il Turno di Notte lo Fanno le Stelle” tra l’altro premiato al Tribeca Film Festival di New York 2013, la biografia musicale “La Musica Provata” e il documentario “Alberi che camminano”. Ha inoltre tradotto in napoletano e sceneggiato “La voix humaine” di Cocteau per l’interpretazione di Sophia Loren. Per il teatro, è andato in scena con “Attraverso” (Mario Brunello, Gabriele Mirabassi, Marco Paolini, Gianmaria Testa); “Chisciotte e gli invincibili” (Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa); “In nome della madre” (Sara Cianfriglia e Simone Gandolfo); “In viaggio con Aurora” (Aurora De Luca); “Chisciottimisti” (Gabriele Mirabassi e Gianmaria Testa); “Solo andata” con il Canzoniere Grecanico Salentino.

Bruna Di Dio

Bruna Di Dio
Intraprendente, ostinata, curiosa professionale e fin troppo sensibile e attenta ad ogni particolare, motivo per cui cade spesso in paranoia. Raramente il suo terzo occhio commette errori. In continua crescita e trasformazione attraverso gli altri, ma con pochi ed essenziali punti fermi.

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