20 febbraio 1909: Filippo Tommaso Marinetti sulla prima pagina della rivista francese «Le Figaró» pubblica il Manifesto del Futurismo sancendo l’inizio dell’omonimo periodo letterario che è caratterizzato dalla superiorità della scienza in ogni ambito della realtà.

Il Manifesto del Futurismo di Marinetti

Filippo Tommaso Marinetti articolava il suo manifesto del Futurismo in undici punti salienti, tutti volti ad esaltare i progressi della scienza, la velocità e l’aggressività della rivoluzione tecnologica agli albori del XX secolo. Infatti, nel quarto punto Marinetti parla addirittura di bellezza della velocità:

«Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Una automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… una automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Nike di Samotracia.»

Sulla scia di voler rinnegare un passato in cui il tempo e lo spazio erano i canoni stretti a cui far riferimento, con l’avvento del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti invita tutti i letterati, gli scienziati, gli artisti di ogni genere ad aprirsi ad un tempo e ad uno spazio assoluto, a bruciare e ad assalire musei, biblioteche considerati come i colpevoli di una cultura oramai stereotipata e a glorificare la guerra, definita come “sola igiene del mondo”.

Marinetti, scienza, Futurismo
Filippo Tommaso Marinetti e la “guerra come sola igiene del mondo”

Futurismo e scienza, il connubio tra letteratura e progresso

I futuristi furono quindi influenzati dal progresso della scienza: la macchina e la velocità diventano dei veri e propri oggetti di culto. Tutto ciò che è sinonimo di stasi e di immobilità viene altamente rifiutato a favore di tutto quello che capace di generare estasi e aggressività.

La macchina è il vero frutto della rivoluzione ed è considerata come il trionfo della scienza e del libero pensiero: sinonimo di modernità e di novità, la macchina si innesca perfettamente nelle trasformazioni sociali e nel rinnovamento che i futuristi stavano imponendo alla società del nuovo secolo. La macchina si trasforma quindi nel mezzo e nel fine della creatività artistica che è capace di fondere scienza e letteratura.

Invece nel 1917 apparve il Manifesto della Scienza Futurista firmato da alcuni futuristi molto famosi e acclamati dell’epoca tra cui Settimelli, Corra, Ginanni e Mara in cui si esponevano i caratteri della neonata scienza futurista.

Innanzitutto si proponeva scienza «antitedesca-avventurosa-capricciosa-sicurez- zofoba-ebbra d’ignoto» ma anche nemica dei laboratori e dei gabinetti scientifici, antiprofessorale e «contraddittoria», allegra e a-culturale, «felice di scoprire oggi una verità che distrugga la verità di ieri».

La scienza e i nuovi valori del Futurismo influenzarono ovviamente anche il modo di fare letteratura. Marinetti dichiarava la necessità di distruggere la sintassi disponendo i sostantivi in ordine casuale; di limitare l’uso del verbo all’infinito e di abolire ogni tipologia di aggettivo perché considerato una sorta di distruttore dalla parola su cui il lettore o l’ascoltatore deve porre la propria attenzione e infine l’abolizione della punteggiatura che sarà sostituita dai simboli del linguaggio matematico.

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Filippo Tommaso Marinetti e “Le parole in libertà”

“Parole in libertà” e “catene di analogie” sono le novità del Futurismo letterario che saranno capaci di dare vita a quella che Marinetti chiama “immaginazione senza fili”, cioè quella tecnica che riuscirà ad introdurre il pubblico di vario genere nell’essenza della materia:

«Invece di umanizzare animale, vegetali, minerali (sistema ormai sorpassato) noi potremo animalizzare, vegetalizzare, mineralizzare, elettrizzare o liquefare lo stile, facendolo vivere in un certo modo della vita stessa della materia».

Marinetti e i futuristi hanno quindi operato verso una continua sperimentazione sui valori e sui significati più profondi della materia e della scienza, aprendosi sempre verso una nuova ricerca. Letterati e scienziati sono accomunati dalla stessa motivazione: sprofondare negli abissi per trovare finalmente i valori essenziali e le ragioni prime di una vita che appare accelerata e non vuole rallentare il ritmo del proprio progresso.

Arianna Spezzaferro

Arianna Spezzaferro
Arianna Spezzaferro, nata a Napoli il 12/04/1993, è laureata in Lettere Moderne e specializzata in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Amante della cultura umanistica, della filologia romanza e della lettura, aspira a diventare un'insegnante di Letteratura italiana, perché crede fermamente di poter trasmettere, in futuro, ai suoi alunni l'interesse vivo per tale disciplina. Attualmente scrive per Libero Pensiero News come coordinatrice della sezione Cultura e delle rubriche ed è docente di lettere nella scuola secondaria di II grado.

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