I MARLON sono un gruppo new folk milanese composto dal giovane cantautore Marlon Bergamini (’97), dal chitarrista Emanuele Nanti (’97), dal batterista Jody Brioschi (’98) e dal bassista Andrea Dominoni (’92).

Il progetto nasce nella primavera 2017 dall’incontro fra il cantante Marlon e il produttore Larsen Premoli. A maggio 2017 si aggiungono gli altri tre componenti e la band inizia un lavoro di arrangiamento e pre-produzione presso i RecLab Studios di Milano.

Dopo una prima fase embrionale i MARLON hanno maturato consapevolezza delle proprie capacità e sono riusciti ad affinare una tecnica e uno stile musicale proprio. L’utilizzo di strumenti vintage e arrangiamenti vocali a quattro voci rende la musica de quartetto milanese unica nel suo genere.

Durante una serie di concerti live nel nord e nel centro Italia, la band incontra Giulia Osservati, front-girl degli Electric Ballroom con cui decidono di collaborare incidendo una cover di ”I Got You” del celeberrimo artista statunitense The White Buffalo.

Nel febbraio 2018 i MARLON firmano con l’etichetta discografica BMG Rights Management ed iniziano a pubblicare una serie di singoli in lingua inglese disponibili in digital download, in streaming, su youtube e in radio.

La redazione di Libero Pensiero News ha avuto il piacere di intervistare i membri della band che hanno gentilmente risposto ad alcune domande. Di seguito l’intervista completa.

Come vi innamorati della musica folk-blues? Prima di intraprendere il vostro progetto musicale MARLON avevate avuto altre esperienze nel campo?

(ANDREA – Bassista) «Per quanto mi riguarda son sempre stato appassionato di musica blues e dei suoi simili. È un genere che arriva direttamente alle orecchie e all’anima e non c’è bisogno di essere dei professori o studiosi di musica per lasciarsi coinvolgere dalla sua magia. Credo che questo pensiero accomuni tutti i componenti della band e sicuramente è l’ingrediente principale del nostro sound. Un altro punto di forza della nostra musica è il fatto che nessuno di noi arriva realmente da un panorama folk-blues; sicuramente siamo stati influenzati dai dischi che ci facevano ascoltare i nostri genitori, ma prima di intraprendere l’avventura di MARLON arrivavamo tutti da panorami musicali molto distinti: io sono un grande appassionato del funk e dell’RnB, Jody del rock e metalcore, Emanuele e Marlon dei classici rock e alternative metal.»

Come e quando vi siete incontrati e avete deciso di formare la band?

(EMANUELE – Chitarrista) «Marlon ed io ci incontrammo per la prima volta i primi giorni di aprile del 2017. Lui una notte inviò dei provini di alcuni brani al nostro produttore Larsen Premoli, il quale li sentì e gli disse che dovevano assolutamente vedersi per iniziare a collaborare! Poiché io lavoro insieme a lui ai RecLab Studios, il mattino seguente mi trovai lì questo ragazzo della mia età col vocione e il cappello da texano a parlare col mio capo. Ci conoscemmo e, sentiti i suoi brani, rimasi affascinato dal timbro di voce e dal potenziale che pensavo avessero quelle canzoni, perfettamente in linea con quello che erano e sono tutt’ora i miei ascolti abitudinari. Convinto del fatto che avrei potuto dare un contributo importante alla causa, decisi di propormi per prendere parte al progetto come chitarrista, inserendo un po’ di sane sonorità rock/blues. Da lì in poi, io e Marlon iniziammo a vederci in studio per lavorare sui pezzi scritti da lui, mancavano solo un bassista e un batterista, così con l’aiuto di Larsen venimmo a conoscenza di Andrea (basso) e Jody (batteria), due musicisti formidabili e un’invidiabile sezione ritmica. Decidemmo quindi di vederci tutti insieme per parlare del progetto in un locale di Vimercate e in quella sera, precisamente il 5 maggio 2017, tra una birra e l’altra, nacque la band MARLON.» 

Avete un sound di tipico stampo folk-blues americano, ma non mancano le influenze southern-rock e vintage-blues con intromissioni del pop-rock britannico. Cosa vi ha spinto a dar vita ad uno stile musicale così ricercato?

(MARLON) «In realtà questo stile è il mezzo migliore per poter esprimere concetti e argomenti che tratto nei testi delle canzoni ed è arrivato in completamentemodo naturale, non c’è stata una forzatura o un ragionamento. Le canzoni nascono da un sentimento che viene tradotto in accordi e parole. In studio poi, dopo aver ultimato la fase di scrittura di un brano e aver registrato dei provini, iniziamo a lavorare sull’arrangiamento e ognuno di noi dà sfogo alle sue influenze musicali per raggiungere quello che sentiamo essere il risultato migliore. È un lavoro lungo ma i risultati soddisfano così sempre le idee e il feeling di ciascuno. »

Ad inizio anno avete inaugurato il vostro canale You Tube con una cover di ”I Got You” di The White Buffalo. Oltre a questo celeberrimo cantautore statunitense quali sono gli altri artisti che vi hanno influenzato nel vostro modo di far musica?

(EMANUELE – Chitarrista) «Una band per la quale andiamo matti, soprattutto Marlon ed io, sono i Kaleo: sono islandesi ma fanno anche loro blues/rock/pop all’americana. Per molte cose facciamo riferimento al loro disco, soprattutto per alcune sonorità che riguardano il mio strumento. Jody ascolta un sacco di metal ed è un fan sfegatato di John Bonham e quindi dei Led Zeppelin; è cresciuto col rock anni ’80, e divora tantissima musica dei più svariati confini. Insieme condividiamo la passione per i Guns N’ Roses, che da piccoli ci hanno accompagnato con la voce graffiante di Axl e la chitarra arrogante di Slash. Andrea impazzisce per il funky e il blues ed è quello che di musica ne sa più di tutti nella band, oltre ad avere un sacco di esperienza live. Marlon ascolta e conosce meglio il pop e soul-front-man moderni: Rag ’n’ Bone Man e Imagine Dragons sono tra i suoi artisti più ascoltati di questo periodo. Io ultimamente mi sto fissando con un chitarrista che ho da poco  scoperto su Spotify, è poco conosciuto ma lo reputo il degno erede di Stevie Ray Vaughan, si chiama Kenny Wayne Shepherd, mi piace tantissimo! Comunque sì, la band che più mi ha radicalmente influenzato e invogliato a scoprire il genere che stiamo suonando sono i già menzionati Kaleo, li adoro.»

Avete un progetto di publishing personale e innovativo: le Postcard Songs. Potete spiegarci in cosa consistono e come avete avuto l’idea?

(JODY – batterista) «Sì, abbiamo deciso di pubblicare le nostre canzoni in un modo un po’ diverso dal solito, e di utilizzare un oggetto vagamente passato di moda, ovvero delle cartoline! Una cartolina per ogni brano: un oggetto fisico, di carta sul quale è possibile trovare un po’ di modernità in un codice per scaricare la canzone, accompagnato da testo e accordi della stessa. Il disco racconta un viaggio, anche per questo motivo abbiamo deciso di utilizzare delle cartoline, come se fossero il ricordo e un messaggio delle varie tappe del viaggio stesso. Su ogni cartolina compare ovviamente una fotografia, in modo che ogni canzone sia anche rappresentata visivamente da un artwork: ogni copertina è pensata da me e scattata dal nostro amico e fotografo Stefano Contilli. Le fotografie cercano di rappresentare al meglio ciò che vogliamo esprimere con la nostra musica e con il ”viaggio” raccontato in questo disco attraverso le dodici canzoni.»

Nel corso di quest’anno avete deciso di pubblicare dodici singoli. Finora sono usciti ”Help Me”  seguito da ”I’m still breathing”, ”Keeping up”, ”Liar”, ”Endless suffering”, ”Pray for me”, ”Freedom”, ”Wiskeys and tears” e il 19 settembre ”Next to me’’. Potreste gentilmente raccontarci qualcosa in merito?

(MARLON) «Come diceva Jody, il concept del disco è prettamente legato ad un viaggio. Viaggiare significa scoprire, imparare ed amare, ma anche malinconia, smarrimento e paura. Questo album è il viaggio per rinascere che tutti abbiamo cercato, quel viaggio che ti mette alla prova, che ti pone delle domande a cui probabilmente non hai risposta e ti fa guardare dallo specchietto retrovisore della tua vita. I brani sono tappe di questo viaggio e possono trasmettere sentimenti positivi, ricordarti qualcosa a cui non pensavi da molto oppure renderti malinconico. Questo è il nostro viaggio e abbiamo cercato di far trasparire quello che proviamo attraverso la musica. Il titolo del disco, tracklist, sarà annunciato contestualmente al pre-order il 3 Ottobre, e sarà presentato contestualmente alla sua pubblicazione il 30 Novembre.»

Avete già solcato i palchi di diversi live-club in varie regioni del centro e nord Italia. Quali alti progetti avete in serbo per il futuro?

(EMANUELE – chitarrista) «Abbiamo suonato in lungo e in largo da settembre 2017 fino a quest’estate appena terminata. Ora ci attendono molte interviste radio, e qualche apparizione televisiva dove non perderemo occasione di suonare qualche brano, il tutto in attesa del 30 Novembre quando faremo un’unica ultima data 2018 contestualmente alla presentazione del nostro disco. La data sarà allo Spazio Teatro 89, in via Fratelli Zoia 89 nella nostra Milano. Promettiamo uno spettacolo incredibile, diviso in due atti: nella prima parte eseguiremo tutto il disco con tanti altri musicisti che suoneranno insieme a noi; nella seconda parte dello show ci sarà una parte di spettacolo top-secret che quindi non possiamo svelare. Sono aperte le prevendite e attraverso questo link trovate tutte le informazioni: http://marlonmusic.it/prevendite : il biglietto vi permetterà non solo di godervi il concerto, ma anche di ricevere una copia del disco in un formato speciale contenente il CD, una copia digitale da scaricare e tutte le singole cartoline di cui abbiamo parlato. Ci vediamo il 30 novembre!» 

Vincenzo Nicoletti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.