Il 2017 è stato un anno incredibile per la MotoGP. Tante emozioni, tanti sogni, tante sorprese. Sembrava inizialmente l’anno buono per la Yamaha. Rossi e Viñales hanno entusiasmato nella prima parte, per poi calare notevolmente nella seconda. Tra le due Yamaha si è inserita la Ducati di Dovizioso. Sembrava potesse essere il suo anno, ma Marquez dopo un lungo sonno iniziale è salito in cattedra confermandosi campione iridato.

Marquez – Il suo 2017 è stato incredibile. Il ragazzino Honda al sesto mondiale, secondo consecutivo, non solo si è confermato come pilota dotato di un’aggressività incredibile, ma si è anche dimostrato come un pilota estremamente maturo. Una maturità attestata in tutte quelle gare, che Marc ha dimostrato di saper leggere in anticipo, magari effettuando scelte che hanno spiazzato gli avversari. C’è poi la gestione della gara alla Juventus, per dirla in termini calcistici. Marquez ha saputo quasi sempre gestire le forze e commettere dunque il minor numero di errori possibili. In un anno estremamente competitivo ha dimostrato di essere veramente il più forte attualmente. Merito non trascurabile quello del suo team che ha saputo curare alla perfezione i difetti iniziali della sua Honda.

Dovizioso – Ha fatto qualcosa di pazzesco. Aiutato da una Ducati, davvero al top, Dovi ha lottato fino alla fine. A saputo gestire al meglio le pressioni da primo in classifica. A danneggiarlo sono state le piste, meno adatte alla sua moto. Si pensi al settimo posto di Aragon o al tredicesimo di Philipp Island che di certo non hanno aiutato. La sua lealtà, la sua umiltà in pista l’hanno reso il campione morale di questa MotoGP 2017. Per lui il 2018 deve essere l’anno della svolta, l’anno della maturità e, si spera, l’anno del successo, magari ripartendo dalla potenza di una moto che quest’anno è tornata a correre come faceva sotto l’egida di Stoner nel lontano 2008.

"Best of": l'entusiasmante 2017 della MotoGP!
Andrea Dovizioso in sella alla sua Ducati

Viñales – Non è stata una cattiva stagione la sua. Certo la sua speranza era quella di poter portare a casa almeno un secondo posto. Maverick, però, ha dimostrato grande personalità, nonostante fosse al primo anno con una nuova moto con caratteristiche differenti dalla sua vecchia Suzuki. Il 2018 dovrà essere anche per lui l’anno della maturità, della crescita. L’anno in cui dovrà rendere concrete quelle che sono rimaste semplici ambizioni in questo 2017.

Rossi – Alti e bassi. Per lui vale lo stesso discorso di Viñales. È stato un anno strano. Inizio top, con prima posizione in classifica piloti, ma poi è iniziato un lento declino, viziato forse dall’eccessiva voglia di quel decimo mondiale, che ancora non è arrivato. Una stagione costantemente condizionata da una condizione fisica non brillantissima, culminata con la frattura di tibia e perone a settembre. Nonostante ciò Valentino si è rialzato  in fretta. Dopo circa 23 giorni dall’incidente, Valentino conquista, anticipando i tempi di recupero, un terzo posto impensabile nelle qualifiche di Aragon (terminato quinto in gara). Il secondo posto di Philipp Island, due gare dopo l’Aragona, è un risultato semplicemente storico, un risultato che gli permette di essere riconosciuto come campione immortale in una delle stagioni, dal punto di vista della classifica piloti (5°), peggiori della sua carriera.

Lorenzo, Pedrosa, Petrucci – Ci si aspettava di più dalla prima stagione di Jorge Lorenzo in Ducati. Il pilota maiorchino ha incontrato numerose difficoltà, deludendo le aspettative, rilanciandosi solo nella parte finale del mondiale, quando ormai i giochi erano scritti. Da questi risultati, però, si possono costruire le basi per la stagione prossima, nella quale lo spagnolo avrà l’obbligo di rifarsi, cercando di riportare un titolo mondiale che in Ducati manca davvero molto. Degno di lode, invece, il mondiale di Pedrosa e di Petrucci. Lo spagnolo si è confermato un avversario ostico e il suo quarto posto in classifica piloti ne è una diretta conseguenza. L’italiano ha confermato quanto di buono fatto vedere nel 2016, dimostrando di essere pronto per il salto di qualità.

Fonte immagine in evidenza: Liberopensieronews

Giovanni Ruoppo

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