L’area protetta “Regno di Nettuno”, istituita nel dicembre 2007 da Pecoraro Scanio e situata fra Ischia, Procida e Vivara, è stata sottoposta a commissariamento nei giorni scorsi. L’area, riconosciuta ufficialmente nel 2008, è famosa per brighe interne e diatribe varie, ma l’apice delle beghe è stato raggiunto con il licenziamento del responsabile Riccardo Maria Strada, il quale è stato accusato di irregolarità e inadempimenti dal Consorzio dei Comuni interessati.

In verità, già qualche anno fa, il Consorzio aveva dimostrato estensiva riluttanza e il presidente della sezione turismo degli industriali di Napoli aveva detto: “Per fare turismo è necessario proteggere ed esaltare le meraviglie della natura, puntando sull’ambiente, sul cibo e sulle attività turistiche. Finora, invece, abbiamo assistito solo a polemiche e mai a progetti, iniziative o idee concrete da sviluppare”.

Riccardo Maria Strada, dal canto suo, aveva deciso di difendersi e denunciare di essere vittima di un processo politico senza diritto di difesa, contestando il licenziamento e non riconoscendo per sé le accuse.
Francesco Emilio Borrelli, esponente dei Verdi e promotore della nascita del Regno di Nettuno ha dichiarato: “Se potessi tornare indietro alla mia esperienza di assessore provinciale ai parchi e alle aree protette, cancellerei un errore e non avrei dubbi ad eliminare l’istituzione dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno così come la realizzammo su pressione dei Sindaci isolani. Spinsi tra il 2006 e il 2008 con tutte le mie forze l’allora Ministro all’Ambiente Pecoraro Scanio a firmare i decreti, feci realizzare agli uffici competenti nuove perimetrazioni nella convinzione di rendere un servizio. Ma mi sbagliavo! Il Consorzio di gestione è stato a mio avviso solo una macchina per fare soldi e di ambiente si è occupato davvero poco”.

A seguito di queste trazioni, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha firmato il decreto che revoca ogni potere ai Comuni e si è preso l’impegno di affidare la gestione, in senso temporaneo, alla capitaneria di Porto di Napoli, in attesa che sia individuato un nuovo curatore, scelto con ogni probabilità tra enti pubblici, istituti di ricerca e associazioni ambientaliste in merito alla difesa del mare. Nel frattempo, restano sospese alcune attività importanti condotte nell’area protetta, come il monitoraggio dei cetacei, in attesa che la Guardia Costiera di Napoli le faccia ripartire.

Annalisa Lo Sapio

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