Mobilità e bici a Napoli dopo la Covid
Fonte: 21secolo.news

Lo abbiamo chiesto a Luca Simeone, qual è il piano a cui punta Napoli per affrontare la mobilità nella fase successiva all’emergenza da Covid. Simeone, presidente del Tavolo della promozione Mobilità ciclabile, non ha dubbi: puntare sulle bici, ma non solo.

La città di Napoli punta a incentivare l’utilizzo delle bici dopo il lockdown. Una scelta abbracciata da numerose città italiane, ma anche all’estero molti Stati puntano all’utilizzo delle bici in una prossima Fase-2. Perché Napoli vuole affrontare la Covid proponendo l’utilizzo della bicicletta?

Perché non c’è altra alternativa. Non ne faccio una questione ideologica. È vero, io pedalo ed uso la bici nel quotidiano per andare in ufficio e per accompagnare le mie figlie a scuola. Ed è proprio l’uso della bici che mi fa dire in modo onesto che la bici è la soluzione per la fase-2, ma non solo. L’emergenza che stiamo vivendo non può lasciarci indifferenti circa i disastri che stiamo facendo al nostro pianeta. Se venisse confermato lo studio che correla la diffusione della Covid con l’inquinamento atmosferico, si confermerebbe la necessità di rivedere tutto completamente. Non è un caso che le città e le nazioni che hanno investito da anni sulla mobilità ciclabile sono quelle che ritornano prima alla normalità, come Olanda e Danimarca. La bici garantisce naturalmente il distanziamento sociale ed azzera gli assembramenti soprattutto nelle metro e sui mezzi pubblici, con il vantaggio di preservare l’ambiente e di farci fare anche attività fisica che rafforza le difese immunitarie.

Lei è il presidente del Tavolo per la promozione della mobilità ciclabile del Comune di Napoli, che in questi giorni si è riunito su sua convocazione. Come riportato dal quotidiano inglese “The Guardian”, la città di Milano punterà a un piano per le piste ciclabili che riguarderà 35 chilometri di strade cittadine. Un piano decisamente ambizioso per affrontare la Covid. Secondo lei, Napoli potrà essere all’altezza di una sfida sostenibile? Quali limiti prospetta?

Napoli è partita con il piede giusto, siamo tra le prime città in Italia che ascolta e condivide pubblicamente le proposte per la fase-2. In queste ore da tutt’Italia si stanno complimentando con noi per il processo di partecipazione messo in campo. Ora però serve passare ai fatti. Servono almeno 25 km di ciclabili di emergenza per connettere le ciclabili esistenti, ripartire da subito con il bike sharing e con la micromobilità, monopattini elettrici in particolare. Va estesa l’intermodalità metro/funicolari + bici senza limiti di fasce orarie per facilitare il collegamento tra la città bassa con quella collinare. Incentivi all’acquisto di bici elettriche e cargo bike per le attività commerciali. Lo smart working è fondamentale per reggere in questa fase, ma non solo dalle aziende, Università, e da tutti i luoghi che aggregano per le loro funzioni, a molte persone serve che i Mobility Manager, dove ci sono, dialoghino con il Comune e dove non ci sono vengano nominati ad horas. Ognuno deve fare la propria parte. Da #iorestoacasa a #iovadoinbici, questo è il passaggio che va fatto, anche con il supporto delle realtà associative e il loro formidabile supporto in politiche di promozione culturale del cambiamento degli stili di vita che possono mettere in campo.

Oggi si guarda alla bici sotto varie declinazioni: da una parte potrebbe risolvere possibili e plausibili assembramenti su autobus e metropolitane, dall’altra si coglie l’opportunità di programmare una mobilità sostenibile per fronteggiare la Covid – 19. Le bici costano e non dovrebbero essere un privilegio, puntare a una soluzione con biciclette elettriche condivise, penso all’ampliamento del bike sharing ,potrebbe non bastare. Ci sono altre soluzioni a cui pensate?

Servono servizi che aiutino i cittadini a poter cambiare abitudini. Il bike sharing è uno di questi. In questa settimana si riunisce la commissione per valutare le domande arrivate. Mi auguro che siano aziende solide e si possa partire al più presto. Anche la micromobilità può essere utile. Gli uffici comunali stanno chiedendo analogo bando come per il bike sharing per invitare operatori a candidarsi a offrire questo servizio in città. Inoltre per far cambiare abitudini bisogna farlo offrendo soluzioni semplici ai cittadini. Stiamo facendo pressioni affinché da Roma arrivi il decreto giusto con risorse per buoni Mobilità e acquisto di bici elettriche e cargo bike. È fondamentale, i Comuni hanno bisogno di risorse per mettere in atto quest’idea di mobilità alternativa.

Bisognerà rafforzare e dunque finanziare un progetto del genere, l’Emilia sta lavorando a un incentivo per promuovere l’utilizzo della bici, oltre a voler finanziare con un milione di euro i Comuni che promuovono il bike to work. Il Comune di Napoli finanzierà il progetto: avete preso in considerazione possibili convenzioni per ridurre i costi delle bici, agevolazioni, realizzazione di nuove corsie per biciclette?

Serve che ognuno faccia la propria parte. De Luca segua Bonaccini e stanzi un milione di euro per il bike to work, al Comune compete garantire ciclabile d’emergenza ed il bike sharing. Il Governo metta sul piatto gli incentivi per l’acquisto di bici e risorse per le infrastrutture.

Qual è secondo lei un modello di mobilità sostenibile a cui dovrebbe e potrebbe puntare una città come Napoli ? 

Questa crisi ha sconvolto tutto, ma ha prodotto anche una nuova consapevolezza sulla necessità di preservare il nostro pianeta. Abbiamo riscoperto il piacere del silenzio, dell’aria pulita, del mare limpido, del tempo per noi stessi, per i nostri cari. Abbiamo rallentato i nostri ritmi, tutto questo ora deve essere prioritario per capire come ripartire. Le scelte di mobilità ci dicono che città vogliamo. Io immagino una città che valorizza le relazioni di vicinato, il commercio locale, che vive lo spazio pubblico, una città solidale, aperta, inclusiva. Per fare questo abbiamo bisogno di spazio pubblico e di aria pulita. Trasporto pubblico, mobilità attiva e condivisa, questo è il modello. In questa fase-2 con il tpl nostro primo alleato, lo smart working deve aiutarci a ridurre sensibilmente gli spostamenti e la bici a muoverci efficacemente.

Bruna Di Dio

Bruna Di Dio
Intraprendente, ostinata, curiosa professionale e fin troppo sensibile e attenta ad ogni particolare, motivo per cui cade spesso in paranoia. Raramente il suo terzo occhio commette errori. In continua crescita e trasformazione attraverso gli altri, ma con pochi ed essenziali punti fermi.

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