L'arte ricorda George Floyd
Photo by Gabe Pierce

A George Floyd.
A lui, Banksy ha dedicato un’opera molto forte in cui la bandiera americana prende fuoco. Jorit invece ne ha fatto un membro della sua “human tribe”, dedicandogli un murale. Persino in Siria e in Palestina, un teatro di conflitti, sono comparse opere d’arte in suo onore.

Banksy su George Floyd: “il razzismo è un problema dei bianchi”

(fonte: eluniversal.com)

L’artista di Bristol, il più famoso street artist del mondo, ha pubblicato sulla sua pagina Instagram un disegno per ricordare George Floyd: il ritratto – in cornice – di una sagoma nera e una candela, la cui fiamma brucia la bandiera degli Stati Uniti. In questo modo ha mostrato la sua vicinanza al movimento ‘BLACK LIVES MATTER‘ durante la giornata di proteste che ha coinvolto gli USA e il resto del mondo, all’indomani dell’omicidio di G. Floyd.

Banksy ha accompagnato il disegno con un post in cui spiega come, all’inizio delle proteste, sentisse di dover rimanere in silenzio e per quale motivo avesse poi cambiato idea:
«All’inizio ho pensato che avrei dovuto restare in silenzio e ascoltare la gente di colore sulla questione.
Ma perché avrei dovuto farlo? Questo non è un loro problema. È mio.
Le persone di colore vengono ignorate dal sistema. Il sistema bianco. Come una tubatura rotta che allaga l’appartamento di sotto. Questo sistema difettoso rende la loro vita miserabile, ma ripararlo non è compito loro. Non possono, nessuno li farà entrare nell’appartamento al piano superiore. È un problema bianco. E se i bianchi non lo riparano, qualcuno verrà al piano di sopra e sfonderà la porta», ha scritto.

L’arte di Jorit, un murales contro il razzismo

(fonte: tg24.sky.it)

A Napoli, sul tetto di un palazzo di Barra, Jorit – street artist napoletano – ha dato il suo contributo al BLM.
“Time to change the world” sono le parole che accompagnano la nuova opera di questo artista famoso per i ritratti monumentali dal forte impatto sociale, un incoraggiamento al dibattito di fronte ad argomenti quali la giustizia, l’uguaglianza, ma soprattutto la memoria. Nel suo ultimo lavoro ha dipinto George Floyd assieme ad altri personaggi che hanno combattuto alla lotta per l’uguaglianza: Angela Davis, Martin Luther King, Malcolm X e Lenin. E nel post sui social, Jorit usa le parole di Roberto Vallepiano: «Per favore, per favore, non riesco a respirare. Per favore amico, per favore… Non posso respirare. Non posso respirare… Per favore, non riesco a respirare, agente… Non riesco a respirare… Non uccidetemi, vi prego!»
Queste le ultime parole di #GeorgeFloyd, un lavoratore afroamericano di 46 anni che viveva in un sobborgo di #Minneapolis e lavorava in un ristorante, chiuso a marzo a causa del lockdown.

Le sue tragiche parole in punto di morte: “I can’t breathe”, “Non posso respirare”, sono diventate il testamento politico di decine di migliaia di persone scese in piazza negli USA da ieri contro l’ennesimo omicidio impunito di un sistema feroce e spietato contro i più deboli”.

Per l’artista italo-olandese è tempo di cambiare il mondo. E non solo per lui.

L’omaggio da tutto il Mondo per George Floyd

(fonte: peacelink.it)

La morte di George Floyd ha scatenato un’ondata di proteste in tutto il mondo, non solo negli USA. Ha smosso gli artisti di strada che – ovunque – hanno reso omaggio all’ennesimo afroamericano ucciso dalla polizia: l’arte ricorda George Floyd.
L’arte, per la maggior parte murales, riporta il volto di Floyd e la tristemente nota frase “I can’t breathe”, la frase che l’uomo continuava a ripetere mentre l’agente lo teneva a terra con un ginocchio sul collo.
Non solo Stati Uniti quindi, ma anche Spagna, Belgio, Germania. Un grido di umanità è giunto anche da paesi devastati come Siria e Palestina: anche lì, gli artisti hanno manifestato la loro vicinanza e la loro solidarietà.

I can’t breathe è diventato un hashtag e un grido di protesta contro le violenze e le angherie della polizia nei confronti dei cittadini afroamericani che, negli USA, sono di fatto all’ordine del giorno.
E dal 25 maggio l’America brucia. C’è dolore, smarrimento e tanta, tantissima rabbia.

BLACK LIVES MATTER. ALWAYS.

Valentina Cimino

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