Moscardi: «Il colore rosso racchiude le mie origini ed attitudini personali»
Fonte: iSugo Records

Frutto acerbo e tenero di una ricerca artistica potrattasi nel tempo, “Rosso Moscardi”, edito per la label abruzzese iSugo Records, è il biglietto da visita di Moscardi nato dall’esigenza di condividere il proprio mondo, composto da sfumature assai diverse tra loro e allo stesso tempo collimanti, che si bilanciano nella tela musicale scarlatta tessuta dall’autore.

L’esordio discografico di Moscardi risulta essere un’efficace introduzione alla sua concezione lirica e al suo stile musicale maturato a seguito di svariati anni di studio nell’ambito. Attraverso gli occhi vigili ed indiscreti di un giovane uomo che si affaccia alla vita, il ventiseienne cantautore marchigiano racconta la propria interiorità con trasparenza e sincerità, mettendosi a nudo e presentando in ognuno dei sei brani dell’EP un aspetto differente di sé stesso: pensieri intimi e reconditi, vicissitudini personali, gioie e difficoltà affrontate lungo il cammino.

La cifra poetica espressa nei testi di Moscardi lascia trapelare una profondità d’animo e una rara attitudine di autocoscienza che si coniuga alla perfezione con le sonorità ricercate che arricchiscono la raccolta. Pur strizzando l’occhio al cantautorato tradizionale, l’album presenta svariati elementi di innovazione quali la grande attenzione rivolta verso l’utilizzo di strumenti a percussione e la presenza di banjo, violino e slide guitar.

La copertina di ”Rosso Moscardi”, esordio discografico del cantautore marchigiano Moscardi

Conosciamo meglio Moscardi in questa intervista che ha gentilmente concesso ai nostri microfoni:

Ciao Francesco, è un piacere averti qui con noi! Per chi non avesse ancora avuto modo di approciarsi ai tuoi brani, puoi descrivere chi è Moscardi e qual è la sua concezione di musica?

«Ciao, a tutti! Moscardi è un ragazzo marchigiano di ventisei anni che, tra un esame universitario e l’altro, prova a raccontare la propria quotidianità attraverso le canzoni. Oltreché la massima forma d’espressione del proprio Io, la musica è il miglior metodo di escapismo dalla realtà che ci circonda. In situazioni come quella che attualmente noi tutti stiamo vivendo, può essere di grande aiuto per la creazione di un ponte tra ciò che vediamo – e che spesso ci fa star male – e ciò invece si cela al nostro sguardo ma che comunque sentiamo o, addirittura, sogniamo.»

La tua vocazione accademica non può che costituire una prova certa del tuo incommensurabile amore per l’arte della musica in tutte le sue forme. Nel processo che porta alla pubblicazione di un album, quanto contano per Moscardi le competenze acquisite attraverso lo studio? Quanto invece le esperienze maturate nell’arco del proprio percorso di vita?

«Personalmente non riesco a scindere completamente i due aspetti: a mio parere, le competenze acquisite nel proprio percorso di studi e le continue sfide che si presentano nella vita contano allo stesso modo. Se non avessi frequentato l’Università probabilmente non sarei stato così attratto da temi legati alla sociologia o alla psicologia umana; se non avessi studiato in Conservatorio non avrei acquisito i mezzi tecnici per esprimere al meglio tali concetti sotto forma di canzone. Entrambe le esperienze mi hanno consentito di conoscere le persone che gravitano attorno al mio progetto di cantautore e che lo rendono possibile. Alla luce di ciò, ritengo che ogni qualvolta si aggiunga una nuova abilità al proprio bagaglio personale bisognerebbe fare in modo che i due pesi della bilancia interiore si mantengano sempre e comunque in costante equilibrio.»

Per chi si affida all’armocromia, il rosso vanta molteplici significati che si riscontrano, non solo nell’arte ma nella vita di tutti i giorni. Puoi spiegarci quale significato assume per te tale colore e per quali motivazioni lo hai scelto come file rouge che lega i brani del tuo EP d’esordio dall’emblematico titolo “Rosso Moscardi”?

«La scelta del titolo è dovuta innanzitutto al colore dei miei capelli, che ho preso da mia madre. Oltre a questo, il rosso è anche il colore della passione e, nello specifico, della mia passione per la musica, che mi ha trasmesso mio padre. In generale, quindi, si può dire che l’idea (nata per puro caso) di unire questo colore al mio cognome in unico titolo, racchiuda interamente le mie origini ed attitudini personali.»

L’atmosfera gaia e la scioltezza melodica trasparita dall’ascolto delle prime due tracce “Coincidenze” e “Gli eroi” e del pezzo di chiusura “Happiness” viene decisamente meno nei brani inseriti nel mezzo del disco, ossia “Prezioso” , “Fidati di me” e “Stelle cadenti” . Scelta legata al solo desiderio di dare alla luce un prodotto versatile o c’è dell’altro? Moscardi, ci racconti in breve ogni canzone?

«Dal momento che creare un disco quanto più variegato possibile era il mio principale intento, devo dire che ci hai azzeccato! Di seguito la spiegazione dell’EP traccia per traccia:

– “Coincidenze”: la canzone è stata ultimata poco prima di essere registrata nella sua versione definitiva e posta all’ultimo momento in apertura dell’album per partire con una giusta carica di adrenalina; consiglio caldamente di fruire dell’ascolto del brano durante gli esercizi fisici o le pulizie di casa;

– “Gli eroi”: una dichiarazione scanzonata di sana imperfezione e di accettazione dei propri difetti. Non si può essere infallibili nella vita e, ancor meno, nelle relazioni interpersonali; si agisce, si sbaglia, si fa un passo indietro e si va avanti. Spesso anche io lo dimentico e mi autogiudico troppo;

– “Prezioso”: una lettera che ho scritto alla persona che avevo appena lasciato. Il mio augurio è che la ragazza in questione non soffra mai più come aveva sofferto per me. Le canzoni, si sa, scavano tunnel interiori imprevedibili: questa epistola si è trasformata anche in un dialogo con me stesso e con la parte di me che dà per scontati molti aspetti, che sono appunto preziosi;

– “Fidati di me”: un pezzo che cammina in equilibrio tra ironia e nostalgia, con il mare e la spiaggia che fanno da sfondo ad una storia d’amore adolescenziale di quelle travolgenti. Vorrei tanto raccontarvi che, come si suol dire, ogni riferimento a cose o persone sia puramente casuale; vi assicuro di aver vissuto tutto quanto in prima persona, sofferenze annesse. Per chi fosse desideroso di tuffarsi nella malinconia in salsa Moscardi divertendosi, questo è il brano ad hoc;

– “Stelle cadenti”: una scalata verso la vetta, che comincia in coppia e poi diventa solitaria. Disseminati lungo il cammino ci sono corpi che salgono, cuori che battono e stelle che cadono. Proprio come una scalata in montagna, la sconsiglio ai deboli di cuore;

– “Happiness”: un piccolo promemoria tascabile firmato Moscardi che ho scritto per ricordare a me stesso e a chi la ascolterà che la felicità non è un orizzonte da raggiungere ma un percorso quotidiano di comprensione e valorizzazione di ciò che ci circonda. Pensate di essere felici? Ecco la canzone adatta a voi!»

iSugo Records è la label con la quale hai pubblicato “Rosso Moscardi”, nonché l’etichetta discografica di tua proprietà. Per concludere, puoi dirci qualcosa riguardo questo progetto che porti avanti con tenacia e gran dedizione?

«iSugo Records è per me una secondo nucleo familiare. Il perno è costituito da Umberto Matera, Pierfrancesco Speziale e dal sottoscritto; ad allargare ed arricchire il gruppo abbiamo altri tre artisti, ossia Marasmo, Imperatore e Foreman. In questo dato momento storico, riconosco che dar vita ad un’etichetta indipendente sicuramente non è la via più semplice e veloce per emergere; ciononostante a noi è sembrata l’unica in grado di rappresentare a pieno la nostra realtà quotidiana fatta di musica condivisa, amicizie sincere e affetto reciproco. Noi tutti auspichiamo di crescere, con la speranza di diventare una famiglia sempre più numerosa.»

Vincenzo Nicoletti

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