5 libri da non perdere questo Autunno
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L’Autunno è arrivato, le giornate si accorciano e si fa sentire sempre più il richiamo di plaid caldo e divano (magari con una tazza di té fumante e qualche biscotto casereccio da inzuppare). Per chi, come me, non ama leggere sotto all’ombrellone – tra urla i bambini, musica estiva e caldo che annebbia la vista – il ritorno della stagione autunnale rappresenta anche la piena ripresa delle funzioni dell’otium letterario, perciò ho riportato in questo articolo le recensioni di alcuni libri che hanno colpito la mia attenzione da lettrice onnivora ma esigente.

Ecco a voi (elencati in ordine sparso) i cinque libri che non potrete non leggere questo Autunno:

LA MISURA DEL TEMPO

Se siete appassionati del genere crime, probabilmente conoscerete già Gianrico Carofiglio. Ex magistrato ormai totalmente dedito all’arte della scrittura, nei suoi libri Carofiglio romanza con penna abile e sagace le suggestioni e le ispirazioni carpite nel corso della sua carriera tra i banchi dei tribunali e tra le righe dei fascicoli.

La voce de “La Misura del Tempo” è Guido Guerrieri, un avvocato di circa cinquant’anni che porta avanti un fortunato studio legale a Bari. La sua quotidianità, fatta di pochi amici veri, tanto lavoro e un amore appena sbocciato, viene scossa quando nel suo studio appare Lorenza, la proiezione presente di un amore giovanile intenso e folle e perciò dolorosissimo. Mentre l’avvocato Guerrieri fatica a scontornare la donna da quell’insieme di ricordi e sentimenti contrastanti che la avvolge, Lorenza lancia il suo appello disperato: suo figlio Iacopo è in carcere con una condanna per omicidio. Lottando contro i suoi stessi istinti e contro l’opinione avversa del suo team di collaboratori, Guido accetta il delicatissimo caso di Iacopo in cui tutto sembra gridare una sentenza di colpevolezza e lo fa perché lo deve alla Lorenza di trent’anni prima, per quello che gli aveva fatto scoprire del mondo e di se stesso.

Profondamente umano dietro i suoi abiti da tutore della legge, l’avvocato Guerrieri vi guiderà tra le pagine del romanzo raccontando una storia che dialoga senza soluzione di continuità tra passato e presente, tra ingenuità e consapevolezze, tra sogni infranti ma non rimpianti e risultati insperatamente concreti, tra momenti di forte introspezione e momenti di alienazione da se stessi.

KAMCHATKA

Non saprete pronunciare il titolo di questo romanzo, ma sono certa che lo adorerete.

Sullo sfondo degli eventi politici che precedono il colpo di stato militare del 1976 in Argentina, si sviluppano le vicende di una famiglia apparentemente come tante ma con una vocazione per il sociale e per la democrazia che ne determinerà il destino. 

Harry è un bambino che ama la magia, la scuola e i suoi amici. Con il padre condivide la passione per il Risiko e la scoperta di una sperduta regione della terra chiamata Kamchatka. Quando i golpisti ascendono al potere, la vita di Harry, quella dei suoi genitori e di suo fratello minore verranno stravolte dalla clandestinità, che Harry vive come un’avventura tragicomica, tra rospi, ospiti inattesi, isolamento e paura. 

Con l’alternarsi dei piani temporali della narrazione, la storia ha il carattere ingenuo, fresco e lieve dei bambini e, insieme, la drammaticità dei ricordi di un adulto. 

Ponendosi nei panni di un bambino che non riesce ad interpretare a pieno un periodo storico tra i più bui e difficili per il Paese, Marcelo Figueras riesce a parlare di storia, di politica, di soprusi e violenza senza mai appesantire la lettura o forzare l’attenzione del lettore. 

LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI

Se anche voi avete letto con sconsiderata voracità i quattro libri della saga “L’amica geniale” e avete sviluppato una dipendenza dalla penna di Elena Ferrante, non potete non leggere “La vita bugiarda degli adulti”. 

Nella cornice di una Napoli divisa come da un invisibile muro di Berlino tra la parte “bene” e la parte popolare, prendono forma le vicende familiari di Giannina, una ragazza ritratta come in bilico su quel sottile lembo di terra smossa che divide l’infanzia e l’adolescenza. 

Giannina scopre di essere brutta, tutto inizia da qui. E non di un brutto comune, ma di un brutto torbido e preoccupante, carico di significati ulteriori quasi misteriosi: quello di sua zia Vittoria, una sorella del padre con cui sono stati volutamente persi i rapporti perché – con le sue torbide vicende sentimentali, i suoi modi sguaiati e la sua rinuncia alla formazione – è quasi un brandello doloroso del passato plebeo e incolto della famiglia ormai imborghesita.

La presa di coscienza del suo vero aspetto fisico è un momento di lucidissimo contatto con la verità che cambia improvvisamente tutto il corso delle cose. Per Giovanna è solo il primo di tanti strappi al velo della fanciullezza oltre il quale si nasconde la vita adulta, o meglio la vita bugiarda degli adulti. 

Il romanzo procede con ritmi incalzanti e penna feroce come tipico della Ferrante, e ci racconta del rapporto tra queste due figure femminili: nipote e zia divise da anni, educazione, carattere. Vittoria strappa definitivamente il velo già scucito di Giannina e le mostra che nulla è come sembra: l’amore, le amicizie, la sua stessa famiglia. 

CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI

Non lasciatevi ingannare dal colore della copertina: non è un romanzo rosa stucchevole, tutt’altro. 

Violette Toussaint è la custode di un cimitero in un piccolo villaggio francese. La sua vita si svolge tra le tombe e l’orto dietro la sua casa, i suoi amici sono i gatti randagi, i necrofori e i proprietari delle pompe funebri. La sua casa è aperta a tutti i visitatori del cimitero, per un té e una chiacchierata. 

Apparentemente placida e circoscritta all’interno delle mura del camposanto, in realtà la vita di Violette nasconde drammi e vicissitudini complesse, raccontate in un dialogo continuo con le scritte riportate sulle lapidi, da cui si dipanano le storie d’amore, rancore, dolore dei defunti e di chi resta, di un paease intero, dell’animo umano. 

Scritto con un linguaggio piano e semplice, il romanzo di Valérie Perrin coinvolge poco a poco, quasi insensibilmente. I personaggi e le loro vicende restano nella mente anche a libro chiuso, mentre sembra di sentire gli ododri del té al gelsomino e dei crisantemi, le risate, i pianti e il miagolio dei gatti.

IL TRENO DEI BAMBINI

Siamo ancora a Napoli, ma con una storia molto diversa che parla di emigrazione

Il treno dei bambini che dà il titolo a questo romanzo di Viola Ardone non è un treno disegnato dai bambini e neanche un treno formato da bambini festosi in marcia: è un treno vero – con locomotiva e fumo nero – che viaggia lento e inesorabile verso Nord con un carico di bambini del Sud.

Ma partiamo dall’inizio. Questa non è una storia di deportazione e dolore, ma piuttosto di riscatto e formazione, raccontata dal punto di vista di un bambino e perciò ancora più intensa e commovente.

È il 1946 e Napoli versa in una condizione di fortissimo degrado e povertà. Amerigo è un bambino di poche pretese, abituato a vivere per strada, tra sporco e indecenza, tra fame e criminalità. Sua madre, la sua unica famiglia, si fa in quattro per portare un piatto a tavola (lei digiuna, dice che non ha fame, ma intanto deperisce). 

Amerigo crede che quella vita sia normale, almeno finché non si imbatte per caso nell’armonioso suono di un violino che inizia a fargli pensare che qualcosa di meglio esista lì fuori, qualcosa in grado di sciogliere i nodi dell’animo e alleviare la tristezza. 

E in effetti ben presto la sua esistenza prende una piega inaspettata: il Partito Comunista organizza dei viaggi per spedire nel nord Italia i bambini poveri del Sud e garantire loro una vita migliore. La madre di Amerigo non se lo lascia ripetere due volte: con la feroce determinazione di chi vuole il meglio per il proprio bambino, si dirige alla stazione insieme a tanti altri genitori tristemente rassegnati. Per Amerigo inizia un viaggio lungo e complesso che cambierà per sempre la sua vita, trasformando la convinzione di aver subito un’ingiustizia nella consapevolezza di aver vissuto un piccolo miracolo.

Se avrete voglia di parlare di questi o di altri libri che avete letto e che non dovrebbero mancare nella mia prossima lista, scrivetemelo nei commenti: sarò felice di leggervi!

Roberta Cammarota

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