La tragedia di Lorena Quaranta: l'impegno di Libera Puoi
fonte: agi.it

Regola d’oro in questa pandemia è restare a casa, un imperativo che distoglie le attenzioni da tutto quello che comporta. Di sicuro in passato, durante emergenze di simile portata, veniva chiesto ben altro ai cittadini: scendere in trincea e rischiare la propria vita può essere paragonato a stare in casa con le proprie famiglie? Ma un tetto e quattro mura non fanno una casa e moltissime donne hanno perso la vita proprio in questo luogo che di casa ha solo una parola vuota, che tradisce un significato che neanche lontanamente corrisponde alla realtà. La tragedia di Lorena Quaranta è dimostrazione del fatto che la difficile battaglia dell’umanità contro la malattia non annulla automaticamente le battaglie quotidiane che le persone affrontano e rende ancora più necessaria una campagna come Libera Puoi, promossa dalla Ministra delle Pari opportunità e della famiglia, Elena Bonetti.

Lorena Quaranta, studentessa di Medicina dell’università di Messina, è stata strangolata nel suo appartamento di Furci Siculo (Messina) dal suo compagno Antonio De Pace, il quale ha tentato successivamente il suicidio lesionandosi collo e polsi. Il colpevole ha denunciato il terribile delitto commesso ai carabinieri. È una tragedia difficile da decodificare. Lorena Quaranta e il suo assassino apparentemente avevano una relazione felice e tranquilla; parenti e amici, sconvolti dall’accaduto, non identificano De Pace come una persona capace di compiere tali atrocità.

Si parla di una lite che è degenerata, Repubblica sottoscrive anche una confessione dell’assassino: “Mi aveva trasmesso il Coronavirus e l’ho uccisa”, poi smentita dal procuratore di Messina Maurizio De Lucia, che conferma la negatività dei tamponi. Una vita spezzata, quella di Lorena Quaranta: con i suoi sogni e aspirazioni credeva nella nobile missione di chi aiuta le persone in difficoltà e ne aveva fatto una scelta di vita, lavorando sodo per indossare quel camice bianco non solo da tirocinante, ma da dottoressa e fare della sua vocazione una professione. Voleva lavorare con i bambini, per questo la scelta di Pediatria come percorso di studio che a luglio avrebbe effettivamente terminato. Il rettore dell’università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, ha annunciato che le sarà conferita la laurea honoris causa per coronare il suo sogno, nonostante le mani di chi amava di più l’abbiano infranto: “Con gli amici ed i colleghi della nostra studentessa abbiamo parlato della possibilità di conferire la laurea in medicina a Lorena e mi sono adoperato con gli uffici per istruire il percorso per arrivare all’approvazione della decisione da parte del Senato Accademico nei prossimi giorni”.

La luce negli occhi di Lorena Quaranta è stata troppo presto spenta da chi ha avuto il privilegio di starle accanto e occupare un posto nel suo cuore, da chi ha tradito il suo amore e l’ha trasformato in un’atroce condanna. Non esistono parole che possano renderle giustizia, né spiegazioni in grado di colmare il vuoto lasciato dalla sua persona, c’è solo un dolore lacerante nel petto, accompagnato dall’amara consapevolezza che le difficoltà di questo momento storico possano ostacolare un ultimo saluto degno.

Lorena Quaranta e la campagna Libera Puoi

Alla luce di questi e altri tragici eventi appare ancora più necessario il messaggio che la Ministra Bonetti con la sua campagna ha promosso lo scorso 24 marzo. “Libera Puoi” è una campagna social incoraggiata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, mira a offrire sostegno e supporto a tutte le donne vittime di violenza in un momento così delicato della nostra storia. Casa, purtroppo, non è un posto sicuro per tutti, e partendo da questa amara consapevolezza la Ministra, sostenuta da vari artisti che si sono impegnati a diffondere il messaggio realizzando uno spot, attraverso Libera Puoi vuole rassicurare e garantire a tutte le donne che “la porta per uscire dalla violenza è e rimarrà sempre aperta. Non ci stancheremo mai di ripeterlo”.

Il numero 1522 è attivo 24 ore su 24 nonostante la norma del restare a casa. È possibile anche scaricare l’app “1522” per parlare con operatrici in grado di fornire supporto e consigli qualora fosse necessario. In un momento così difficile, delicato, è fondamentale avere la consapevolezza di non essere mai soli, di una mano tesa pronta ad aiutare. Solo uniti è possibile combattere contro il Coronavirus e contro qualsiasi tipo di violenza: questo è il chiaro messaggio che Libera Puoi si impegna di diffondere. E se i giornali sono portavoci di discordia, la tragica vicenda di Lorena Quaranta sottolinea l’importanza da conferire a campagne come Libera Puoi. Solo diffondendo questo tipo di messaggio è possibile rassicurare e indicare una scelta a tutte quelle donne vittime di violenza, che troppo spesso con occhi offuscati hanno scambiato quella luce alla fine del tunnel con un’altra pena ingiusta da soffrire.

Giuseppina Pirozzi

Giuseppina Pirozzi
Se potessi, scriverei per sempre senza fermarmi neanche un istante. Ogni momento è perduto nel fluire continuo e incessante dell’esistenza, se non è cristallizzato dall’inchiostro alleato sul quel foglio innocente che accoglie le speranze e i sogni mancati, ed io forse ho perso un bel po’ di cose da quando son nata, ma la penna è la mia spada e il foglio è il mio scudo, insieme le mie battaglie le abbiam vinte tutte. Mi chiamo Giusy e ho 21 anni, amo la letteratura, la poesia, la primavera e i sorrisi degli sconosciuti che ti colorano le giornate un po’ grigie.

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