Nella squadra di ministri proposta da Conte (in accordo con Movimento 5 Stelle e Partito Democratico) troviamo Elena Bonetti, nuova ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia. Il cinque settembre scorso, infatti, la nuova formazione del governo Conte bis ha prestato giuramento sulla Costituzione di fronte al Presidente della Repubblica, in seguito alla crisi di governo innescata dall’ex ministro Salvini e alle consultazioni effettuate da Mattarella.
Chi è Elena Bonetti? Docente universitaria, madre, ora anche ministra a un dicastero che dal 2013 non veniva guidato da una donna. Fin da subito, Bonetti fa intendere il cambio di rotta rispetto ai suoi ultimi predecessori (in particolare, Lorenzo Fontana e Alessandra Locatelli). Nel 2014, la neo ministra aveva firmato un appello, già sottoscritto da Don Gallo (il sacerdote di sinistra dalla parte degli “ultimi”), che sosteneva e chiedeva allo Stato di legiferare a favore dei matrimoni tra omosessuali, e alla Chiesa di cambiare posizione sul medesimo tema. E oggi, appena arrivata a ricoprire questo ruolo così importante, la ministra inizia la lotta al DDL Pillon (quest’ultimo non ha esitato ad attaccare subito la neo Ministra), una proposta di legge che, tra le altre cose, distrugge la figura della donna e della famiglia.
Cosa ci si aspetta da Elena Bonetti
Alcuni degli ultimi ministri del primo governo Conte hanno alimentato odio, ignorato i diritti di molti e pensato solo a quelli di alcuni, ci hanno abituato ad aver paura e timore di chi non è uguale a noi, che si tratti di orientamento sessuale, genere, etnia. I non grandi cambiamenti e i molti errori dei ministri che li hanno preceduti gettano su quelli appena nominati grosse aspettative.
Non sarà semplice per loro riprendere quel lavoro e trasformarlo in politiche che non riportino le donne indietro di secoli o ne cancellino i diritti, in leggi che vadano a incidere sull’uguaglianza di genere (in famiglia e sul lavoro). Ci auguriamo che Elena Bonetti decida di affrontare queste sfide, e molte altre, in onore del ruolo politico che le è stato conferito.
Chi è la neo ministra Bonetti?
Nata ad Asola, in provincia di Mantova, 43 anni fa, Elena Bonetti è cresciuta tra gli Scout dell’Agesci e solo dal 2017 ha iniziato la sua esperienza politica a fianco di Matteo Renzi nella segreteria nazionale del PD. La nuova ministra per le Pari Opportunità e per la famiglia è laureata in Matematica all’Università di Pavia, una formazione e poi una carriera lavorativa nell’insegnamento che le hanno permesso di essere in stretto contatto con i giovani e, quindi, di riuscire ad apprezzarli. Dalla biografia consultabile sul sito del Partito Democratico si legge:
«Nella ricerca ho imparato che si cresce se si gioca in squadra. La passione educativa e il desiderio di accompagnare le giovani generazioni ad essere buoni cittadini, capaci di contribuire a scrivere una storia bella e generativa per la nostra comunità, trovano le radici nel mio cammino scout. Su questa strada ho imparato la bellezza del camminare insieme, la felicità e la pienezza che nascono dal servizio, il coraggio di dire sì, la chiamata a lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato».
Ed è quest’esperienza di vita che l’ha resa particolarmente vicina ai giovani, la speranza del futuro. Una passione da educatrice che ha sviluppato grazie al ruolo di capo-scout e che ha accresciuto con il contributo nell’organizzazione di una quattro giorni di formazione per under 30 del Partito Democratico dal nome “Meritare l’Italia”.
L’importanza della squadra, la fiducia nelle nuove generazioni, il desiderio di lasciare a queste un mondo migliore. Speriamo che Elena Bonetti provi a costruirlo anche al Ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia.
Federica Ruggiero
Libero (ed. Nazionale, ed. Milano) del 06/09/19 pag. 24
BONETTI
Il ministro per la famiglia vuole le adozioni gay
Gentile direttore, l’attuale ministro della famiglia Elena Bonetti, scelto dal non eletto Conte, ha recentemente affermato di propendere per i matrimoni e le adozioni gay. Questo a pochi giorni dalle elezioni in Germania che hanno visto l’incremento del 180 per cento del partito – Alternativa per la Germania – che si opponeva ai sovracitati istituti. Silvio Pammelati Roma
iL Ddl Pillon andrebbe modificato. Sbaglia chi lo voglia archiviare come chi lo voglia mantenere identico.