IVAS: «Sul fondo? Uno slancio nell'abisso dell'inquietudine»
Fonte: pagina Facebook IVAS

A seguito della pubblicazione dell’omonimo EP d’esordio e dei brani “Penny” e “Overflow” tornano in scena gli IVAS con un nuovo inedito dal titolo “Sul fondo”, terzo singolo estratto dall’album in lavorazione in uscita il 2 aprile per l’etichetta indipendente Fuffa Recordz.

La band valdianese composta da Fabiana Mariniello (voce), Davide Marra (chitarra), Stefano Cavuoti (chitarra), Gianmario Sabini (batteria e percussioni), Vincenzo Pecoraro (basso), Alessandro Caggiano (tastiere) e Luigi D’Auria (sassofono) anche per l’occasione ha dato piena prova di padronanza e convinzione dei propri mezzi e della propria ispirazione. “Sul fondo”, brano di matrice prog rock e dalla trama decisamente fantasiosa, può essere considerato a tutti gli effetti l’espressione più felice dell’evoluzione musicale e della consapevolezza raggiunta dagli IVAS nel corso del loro percorso musicale insieme.

Dal punto di vista prettamente stilistico “Sul fondo” riflette appieno la commistione di elementi classici e moderni con il quale gli IVAS fin dagli albori della loro carriera hanno deliziato il proprio pubblico. Come da migliore tradizione del gruppo campano, il brano presenta un suono e una costruzione ritmica varia e antesignana: la vocalità intima e sussurrata della cantante condita da un estremo lirismo, complessi intrecci strumentali, presenza del sax e variazioni di intensità nella seconda parte del pezzo contribuiscono a dare alle melodia un tocco onirico ben gradito all’ascolto.

“Sul fondo” affronta la spinosa tematica dell’inquietudine umana. Volenti o nolenti nel bel mezzo di determinate circostanze tutti abbiamo provato una forte sensazione di impotenza e un conseguente stato di scarsa fiducia nelle nostre possibilità. Quando sentiamo di aver toccato il fondo percepiamo dentro di noi un estremo senso di solitudine e la convinzione che nessuno sia in grado di aiutarci e comprendere le nostre necessità, anche se in realtà non è realmente così. Riemergere dal proprio buio interiore e ritrovare la luce è possibile, basta volerlo a detta degli IVAS.

La copertina del singolo degli IVAS “Sul fondo”

Abbiamo avuto modo di incontrare il promettente complesso musicale lucano. Ecco quanto rilasciatoci in intervista:

Ciao ragazzi, iniziamo con una domanda di rito. Qual è la storia della vostra band e cosa si cela dietro la scelta del nome IVAS?

«Ciao a tutti! Per quanto riguarda il modo in cui ci siamo incontrati possiamo certamente dire che il destino è stato dalla nostra parte; ad eccezione di Fabiana frequentavamo la stessa classe al liceo, da qui il nome IVAS (IV AS). Fin da subito abbiamo maturato un certo feeling vista la passione comune per la musica, in particolar modo il rock psichedelico anni Settanta e il progressive rock. Con il tempo il nostro rapporto si è evoluto sempre più: abbiamo cominciato a scrivere pezzi nostri e cercato di trovare una dimensione collettiva.»

Quello dell’inquietudine dell’animo è un tema ricorrente nella gran parte delle vostre liriche. Oltre ad avere una dimensione letteraria e filosofica, questo sentimento è un fattore intrinseco di ogni essere umano dal momento che il nostro cervello è sempre alla spasmodica ricerca di stimoli. È per queste motivazioni che la tematica affascina voi IVAS così tanto o c’è dell’altro?

«Viviamo in un’epoca profondamente segnata dall’instabilità sociale ed emotiva: spesso e volentieri l’irrequietezza s’annida e si manifesta nei vari flussi di pensiero che ci attraversano. Al di là dei molteplici riferimenti al mondo della cultura da cui si può tranquillamente trarre spunto, abbiamo noi tutti la ferma convinzione che l’arte contribuisca in qualche modo ad evidenziare nonchè sviscerare l’inquietudine interiore. Il disagio congenito ed eterno rivela l’origine caotica di ogni forma vitale. In questo contesto la musica assume il ruolo di espressione dell’interiorità più autentica. In poche parole, noi siamo ciò che suoniamo

Di recente avete pubblicato il vostro ultimo singolo “Sul fondo”. Chiari i riferimenti all’universo pinkfloydiano, in particolar modo al celeberrimo album “The Dark Side Of The Moon”. In che modo lo storico gruppo londinese vi ha influenzati nella produzione del brano?

«I Pink Floyd hanno sicuramente avuto sulla nostra formazione musicale un grande impatto. Abbiamo voluto rendere loro omaggio inserendo nel testo qualche rimando ad una loro canzone che amiamo moltissimo, ossia “Brain Damage”. Tuttavia, la loro musica è soltanto una delle innumerevoli influenze della nostra band; la produzione degli IVAS è frutto di un crogiolo di mondi musicali diversi che riflettono i gusti di tutti i membri. Per quanto riguarda le tematiche affrontate abbiamo tratto ispirazione da vari brani, come ad esempio “Down in a Hole” degli Alice In Chains

Non mi sento e mi perdo”: è un mantra che più volte viene ripetuto nel vostro inedito. La bassa percezione di sé stessi e della propria persona è una forza vampirizzante che divora pian piano l’individuo non lasciando traccia di ciò che era al principio. A vostro parere quanto è importante mantenere salda la percezione del proprio potenziale per non sprofondare sul fondo?

«“Sul fondo” è il nostro personale slancio nel profondo abisso dell’inquietudine umana. Abbiamo cercato di descrivere in questo brano cosa si prova quando ci si sente soli, con mille pensieri ostili che balenano nella testa. È possibile tenere a bada la negatività fino a un certo punto: all’improvviso prenderà il sopravvento facendoci sentire prosciugati delle forze necessarie per reagire. In momenti simili ci si sente scollati da sé stessi, sovrastati da un’entità maggiore. Nella generale confusione che ci insidia da dentro si teme di perdere la propria voce in capitolo (“non mi sento e mi perdo”). La ferma percezione di sé stessi e delle proprie capacità è il segreto per non scivolare sul fondo.»

Sul fondo” è la terza traccia estratta della vostra prossima fatica discografica attualmente ancora in fase di lavorazione. Possiamo avere alcune anticipazioni in merito a come sarà il prossimo album?

«Per quanto riguarda il prossimo album, possiamo sicuramente dire che alcuni capitoli narrativi aperti in passato saranno chiusi. Ci sarà un cambio di atmosfera rispetto al nostro EP “IVAS” dal momento che stiamo sperimentando nuove sonorità: abbiamo deciso di introdurre qualche strumento meno convenzionale nei nostri brani e di ricercare un suono differente sia per le chitarre che per la batteria. In conclusione possiamo affermare che il nostro prossimo lavoro sarà pronto solo quando saremo riusciti a metterci dentro il meglio di noi stessi, operazione che sta richiedendo molto tempo e un costante impegno da parte nostra.»

Vincenzo Nicoletti

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