La Via del Bosco Natura
Fonte: https://twitter.com/iperborealibri/status/1153690084169998337

“La Via del Bosco, Una storia di lutto, funghi e rinascita“: questo è il titolo completo di questo intenso romanzo di Litt Woon Long, edito da Iperborea, che celebra la bellezza e la complessa semplicità della natura. L’autrice, un’antropologa e micologa malesiana, ha riversato in questo libro la storia della sua vita affrontando una tematica profonda e difficile, ovvero la morte, destreggiandosi in questo argomento con sicurezza e sinuosità e affiancando quest’ultimo con una materia leggera, ma per lei importante, ovvero i funghi. Le pagine de “La Via del Bosco” sono cariche dei sentimenti contrastanti di lutto e rinascita delineati attraverso i fili di uno stretto legame che si viene a creare tra la Long e la natura. La ricerca compiuta nel libro mostra come l’autrice abbia intrapreso questo percorso di rinascita a seguito della morte di suo marito Eiolf, un norvegese per amore del quale lei aveva deciso di trasferirsi in Norvegia. La sua storia diventa la traccia che questo romanzo segue e si pone, allo stesso modo, da esempio per chi come lei ha avuto la sfortuna di vivere un lutto, dando dimostrazione di poter uscire da qualsiasi situazione difficile con costanza e dedizione non abbandonando mai la ricerca più importante: quella che si compie in sé stessi.

La narrazione de “La Via del Bosco” inizia in medias res, focalizzandosi sulla struggente situazione di Litt Woon Long ora sopraffatta dalla tristezza e dal dolore per la scomparsa del marito. Questo dolore immenso dà all’autrice spunto per riflettere sulla complessità della morte e sulla sua accidentalità, caratteristiche che la rendono allo stesso tempo temibile, ma accettabile. Di fronte a tale imprevedibilità lei si vede impotentemente potente e comprende che il modo giusto per poterla affrontare è immergersi nella vita, in questo caso nella vita della natura. Il suo punto focale diventa lo studio dei funghi. Da micologa quale è, la Long comincia a riscoprire il mondo al quale apparteneva e a ricreare quel legame forte che la connetteva alla natura. Da questo legame ella scopre la propria “Via del Bosco”. Le sue giornate cominciano a comporsi di passeggiate attraverso le foreste norvegesi prossime alla sua casa e si colorano dei sapori dei funghi che lei raccoglie nel suo percorso, per poterli studiare e, eventualmente, cucinare. La sua strada la conduce anche a dei gruppi di appassionati raccoglitori di funghi che, come dei gruppi tribali, hanno i propri riti e le proprie caratteristiche segrete che li distinguono da tutti.

Il viaggio nel mondo dei funghi si compone anche di viaggi veri e propri che portano l’autrice dai boschi e le foreste alle zone verdi urbane, dalle isole sabbiose a Central Park, guidandola alla scoperta di innumerevoli varietà di funghi. Questi ultimi compaiono come esseri soprannaturali nelle parti più nascoste di ogni dove, mostrando le loro più complesse e straordinarie caratteristiche. Ne “La Via del Bosco” possiamo, infatti, notare la scelta dell’autrice di raccontare l’evento più difficile della propria vita, con una concezione, quasi manualistica legata ai funghi alle loro varietà e svariate caratteristiche. Proprio cimentandosi nella ricerca, la Long scopre quanto la natura sia immensa e vada apprezzata e come si possa conciliare i momenti della propria vita con quelli della vita delle piante e degli elementi naturali che la circondano. Questo viaggio alla scoperta dei funghi bioluminescenti, che illuminano le notti nella foresta, e di svariate altre tipologie, dalle più semplici alle più particolari, si sdoppia. Non si tratta più soltanto di un passaggio attraverso la natura, ma di un cammino che l’autrice deve affrontare per se stessa conducendosi nella via della sua rinascita tra i boschi.

Il senso di leggerezza, ma allo stesso tempo lo straordinario sforzo dell’ autrice per realizzare questo libro, sono la chiave del successo del messaggio in esso contenuto. L’intento comunicativo racchiuso ne “La Via del Bosco” si fregia, infatti, del coraggio e dello straordinario spirito di resilienza di Litt Woon Long, che nella sua prima opera si racconta aprendo il cuore e l’anima ai suoi lettori. La sua spudorata sincerità rende l’obiettivo del libro più chiaro ed incisivo. Leggendo queste pagine si è portati a lasciarsi trascinare dalla positività contagiosa dell’autrice e a riflettere su quanto la vita possa essere fugace e rapida.

Il riscontro estremamente positivo che “La Via del Bosco” ha ricevuto dai lettori fa comprendere quanto si senta l’esigenza non solo di trasformare il dolore in qualcosa di produttivo, ma di riconnettersi alla natura nelle sue più intime sfaccettature mostrando ad essa le proprie. Si può quindi affermare che questo libro non sia dedicato solo a chi ha subito un lutto o a chi si intende di funghi, ma a tutti. Ogni persona può riscoprire se stessa in un momento di perdizione, di smarrimento, di dolore e la natura è una grande madre che accoglie tutti a braccia aperte. Affidarsi alla stessa e tutelarla nel miglior modo possibile è un antidoto contro il dolore e la morte perché, come Litt Woon Long ci insegna, anche la più minuscola parte della natura rinasce e noi rinasciamo con LEI.

Francesca Scola

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