Squinzi

Giorgio Squinzi non sarà ricordato solo per essere stato il Presidente di una squadra di calcio di Serie A o l’amministratore di una società di successo, ma per essere stato uno dei pochi esempi di una imprenditoria intelligente e lungimirante applicata con successo al mondo del calcio.

Nel 1969 Giorgio Squinzi era un neo-laureato in chimica industriale all’Università di Milano, con la passione per il calcio ed il ciclismo e con in tasca il sogno di ampliare i confini della piccola azienda di famiglia. Cinquant’anni dopo, Giorgio Squinzi era un imprenditore di successo, riuscito nell’impresa invidiabile di abbinare l’espansione globale della sua azienda alla sua infinita passione per lo sport.

Oggi la Mapei, infatti, dà lavoro a milioni di persone ed è una delle più importanti imprese attive nel settore dell’edilizia, con diversi stabilimenti presenti in giro per il mondo; ma, durante il percorso di espansione internazionale della sua azienda, Squinzi non si è mai dimenticato delle sue più grandi passioni: il calcio ed il ciclismo. Tant’è che la Mapei è stata, dapprima, sponsor di una squadra di ciclismo (Quick-step), dal 1999 e fino al 2002, quando l’imprenditore, uomo di sani principi sportivi, deluso ed amareggiato dalle sempre più diffuse storie di doping che dilagavano tra i diversi ciclisti, decise di ritirare la collaborazione.

Ecco che allora Squinzi vira sull’altro suo sport preferito: il calcio. Nel 2002 acquista il Sassuolo, allora militante in serie C2. Il resto è storia. La storia di uno dei più bei miracoli sportivi cui si sia mai assistiti. Un piccolo paese in provincia di Reggio Emilia diventato famoso per il calcio espresso, per i talenti lanciati, per le belle storie regalate agli appassionati di calcio. Già questo dovrebbe bastare per sottolineare la grandezza dell’opera portata avanti dall’imprenditore originario di Bergamo.

Una squadra di giovani promesse che lentamente, non senza difficoltà, si è fatta spazio tra le grandi, in silenzio, come era nello stile del suo Patron. D’altronde, in quello stesso silenzio, segno di un’eleganza e di una compostezza difficilmente individuabile in altri rappresentanti di club italiani, si nascondeva una precisione e una attenzione manageriale invidiabile da tutti i suoi colleghi. Si pensi, a tal proposito, che lo stesso Squinzi ha dichiarato che la Mapei non ha mai chiuso il bilancio in negativo, nemmeno per un singolo esercizio. Né ha mai fatto ricorso alla cassa integrazione o a licenziamenti collettivi giustificati da necessarie riduzioni di organico.

fonte immagine: calcioefinanza.it

Cosa aspettarsi, d’altronde, da un chimico. La chimica non ammette margini di errore. L’applicazione e l’impiego delle sue formule richiedono precisione, dedizione, puntualità, pazienza. In altre parole, Giorgio Squinzi non è altro che l’esempio della chimica applicata al calcio. La sobrietà e l’equilibrio nella gestione delle sue aziende gli hanno consentito di portare il Sassuolo dalla Serie C all’Europa League e di farla diventare una delle pochissime società in Italia che può godere di uno stadio di proprietà, che fanno di esso un club di avanguardia.

Il tutto senza speculazioni, senza sotterfugi, senza accordi sottobanco. Una compostezza, la sua, che si rifletteva anche quando si svestiva dei panni di imprenditore e indossava quelli di Presidente del Sassuolo. Come Presidente, Squinzi si è distinto per essere stato una persona dotata di uno spiccato senso di rispetto e di equilibrio: mai una parola fuori posto, mai una polemica. Solo vicinanza e sostegno al club.

Squinzi e Di Francesco. Fonte immagine: gazzetta.it

Se c’è qualcuno che il Presidente Squinzi deve ringraziare in particolar modo, questo è sicuramente Eusebio Di Francesco. Con lui il piccolo club emiliano ha indubbiamente vissuto gli anni migliori, culminati con la conquista del sesto posto nella stagione 2015/2016 valso la storica qualificazione in Europa League. Una di quelle competizioni di cui gli abitanti del comune di 41.000 abitanti probabilmente non erano nemmeno a conoscenza quando, nel lontano 2002, il presidente rilevava il minuscolo club neroverde dalla serie C.

Di Francesco era senza dubbio il suo allenatore preferito, l’allenatore della promozione in Serie A nella stagione 2012/2013. Talmente preferito, da essere reintegrato dopo un esonero lampo durato appena 5 giornate, a seguito di una serie disastrosa di risultati raccolti al debutto in Serie A. E anche in quella circostanza Squinzi seppe dimostrare che un buon manager è anche colui che dopo un errore è capace di ritornare su suoi passi e di rimediare. Di Francesco ha infatti regalato l’Europa League, per poi passare alla Roma, dove si è tolto lo sfizio di confrontarsi con le grandi d’Europa, di battere il Barcellona di Messi e di arrivare in semifinale di Champions League. Ma, oltre all’allenatore, non vanno dimenticati svariati calciatori che, grazie alla eccezionale gestione del club da parte di Squinzi, sono riusciti a farsi spazio tra le fila delle grandi di Serie A e della Nazionale, si pensi a Berardi, Pellegrini, Sensi, Zaza, Politano, Acerbi ed altri.

Insomma, il Sassuolo e la Mapei sono l’esempio di quella imprenditoria intelligente, lungimirante, equilibrata, che quando viene applicata al calcio dà i suoi frutti. Giorgio Squinzi ne è stato l’artefice, sinora ineguagliabile. La speranza è di poter assistere, in futuro, ad altre figure dotate della sua stessa capacità e del suo stesso equilibrio. Buon viaggio.

Amedeo Polichetti

fonte immagine in evidenza: www.skysport.it

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