Sierra Leone, una svolta per la parità di genere con l'approvazione del GEWE
Fonte: Flickr

Il 2023 per le donne della Sierra Leone è iniziato con nuove promesse in merito al tema della parità di genere. Lo scorso gennaio, infatti, il parlamento di Freetown ha approvato il Gender Equality and Women’s Empowerment Act (GEWE). Il provvedimento – definito una svolta storica per il Paese – punta ad incrementare le possibilità, per le donne, di ingresso nel mondo del lavoro e accesso a posizioni di prestigio, anche in campo politico. La riforma è stata annunciata dal presidente Julius Maada Bio il quale, nel corso del suo discorso, si è pubblicamente scusato per la condizione sociale impari in cui le donne sono state costrette a vivere. «Per molto tempo non ci siamo comportati in un modo giusto nei vostri confronti» sono state le parole dell’ex militare, eletto presidente nel 2018.

Manty Tarawalli, Ministra degli Affari di Genere e dell’Infanzia, ha puntato l’attenzione sulla battaglia intrapresa dalle cittadine sierraleonesi per poter arrivare ad una svolta del genere: «Significa molto per le donne della Sierra Leone. Nessun altro Paese dell’Africa Subsahariana ha emanato norme simili». Grazie alla nuova legge, ha proseguito, le ragazze potranno contare sulla certezza che «per loro ci sono delle opportunità» nel Paese. Il Gender Equality and Women’s Empowerment Act è stato approvato (rendendo la Sierra Leone uno degli Stati più innovatori per quanto riguarda la questione della parità di genere) in seguito alla presentazione, fatta la scorsa estate, del disegno di legge per depenalizzare l’aborto e rendere più sicura la gravidanza, in un Paese in cui il tasso di mortalità materna continua ad essere uno dei più alti al mondo.

Il presidente Bio ha provato il disegno di legge opponendosi alle disposizioni contro l’aborto introdotte in epoca coloniale e facendo riferimento a quanto accaduto meno di un anno fa negli Stati Uniti, quando la Corte suprema ha deciso di eliminare la sentenza Roe v Wade. «In un momento in cui i diritti sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne in tutto il mondo vengono revocati o minacciati, siamo orgogliosi che la Sierra Leone possa guidare ancora una volta una riforma progressista» aveva commentato il leader del Paese. Il governo della Sierra Leone sta portando avanti un ambizioso progetto volto a garantire maggiori diritti alle donne e ora, con la nuova riforma sulla parità di genere, alle donne sierraleonesi verranno riservati il 30% degli impieghi pubblici e privati, compresi quelli all’interno dei partiti politici. La legge prevede il diritto di accesso ai ruoli dirigenziali, ai percorsi formativi e ai crediti bancari senza discriminazioni di genere.

Le sfide da affrontare

La speranza è che le donne in Sierra Leone possano puntare ad avere una maggiore indipendenza economica, elemento fondamentale per il raggiungimento dell’emancipazione. Le nuove misure introducono anche un congedo di maternità di almeno 14 settimane. Le disposizioni sono rivolte a tutte le imprese che hanno più di 25 dipendenti e prevedono sanzioni in caso di violazioni da parte dei datori di lavoro. Chi non rispetta il provvedimento potrà essere punito con una multa pari a circa 2 mila euro. I responsabili di discriminazioni di genere in ambito lavorativo rischieranno anche di essere incarcerati. Le iniziative del governo mirano a risolvere le criticità che, ancora oggi, attanagliano lo Stato. Al momento infatti nel parlamento sierraleonese le donne occupano solamente il 13% dei posti presenti (meno della metà di quanto previsto dalla riforma), come spiegato da Baindu Patricia Massaquoi, responsabile del report dello UN Women (Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile) realizzato nel Paese.

In tema di discriminazioni di genere, non molto tempo fa la Sierra Leone ha attirato l’attenzione per l’alta percentuale di denunce di violenze fisiche e sessuali. Nel 2018, infatti, le donne vittime di abusi nella fascia di età compresa tra i 15 e i 49 anni si aggiravano intorno al 20% e il 53%. La condizione odierna della popolazione femminile è strettamente collegata alle violenze che hanno segnato lo Stato in passato, in particolare durante la guerra civile scoppiata nei primi anni ’90. Gli stupri e lo sfruttamento sistematici, durante i conflitti armati, diventano una cruenta quotidianità per le donne, non solo in Sierra Leone ma ovunque. I corpi delle donne hanno rappresentato (e continuano a rappresentare) dei campi di battaglia. Il provvedimento approvato dal parlamento costituisce una svolta importante e, come spiegato dalla giornalista Sylvia Blyden (che tra il 2016 e 2017 ha ricoperto la carica di Ministra della Previdenza sociale e degli Affari di Genere e dell’Infanzia), aprirà nuove sfide. Soprattutto per quanto riguarda le tradizioni del Paese e, in particolare, gli stereotipi sessisti che hanno ostacolato la battaglia per la parità di genere. Nonostante le difficoltà, l’approvazione del GEWE ha portato anche nuove speranze, attese da molto tempo.

Cindy Delfini

Cindy Delfini
Classe '97, Milano. Studio scienze Politiche, Economiche e Sociali, con un forte interesse verso i diritti civili. Sono appassionata di arte nelle sue diverse forme di espressione: musica, danza, cinema, serie TV, letteratura.

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