islamofobia suprematismo bianco
[Fonte: The Guardian]

Continuo a osservare la pagina bianca, aspettando di trovare l’ispirazione per iniziare un articolo su islamofobia e suprematismo bianco. Scrivo e cancello una serie di frasi banali e poi mi ritrovo a cercare ‘islamofobia‘ su Google News. Cosa sto cercando? Un articolo di cronaca, qualche evento recente, magari una narrazione truculenta di teste di maiale appese davanti a una moschea o fette di pancetta attaccate alle maniglie delle porte, che possa catturare l’attenzione del lettore.

Allora mi rendo conto che sono già al cuore del problema. Così come per il razzismo, l’antisemitismo e il sessismo, il problema di fondo dell’islamofobia e del suprematismo bianco è che continuano a essere trattati come eventi eccezionali, casi di discriminazione isolati, invece che come espressioni di una violenza strutturale.

Conosciamo tutti la narrazione tossica che ci viene servita ogni giorno sulle pagine dei giornali: aggressione razzista in luogo X, l’aggressore (in fondo una brava persona) attacca vittima (di nazionalità x e religione y), solidarietà per la vittima e condanna nei confronti del crimine e del criminale. Punizione esemplare per l’aggressore (promessa non sempre mantenuta), magari qualche provvedimento emergenziale per contenere il problema, sospiro di sollievo, la democrazia è stata ristabilita, tutti a casa.

Ma quali sono le radici della moderna islamofobia? E come ha fatto a diventare il pane quotidiano dei suprematisti bianchi?

Il mito dell’Eurabia

L’Europa non è più Europa. È Eurabia, una colonia islamica

Oriana Fallaci, ritornata in auge nel 2017 in seguito agli attacchi di Parigi come profetessa dello “scontro di civiltà”, osannata su Libero e negli ambienti di destra come un’eroina che aveva capito tutto e che il pubblico non ha saputo capire, non ha inventato nulla.

La teoria del complotto che vuole un’Europa trasformata in ‘Eurabia‘, termine coniato negli anni ’90 dalla scrittrice Bet Ye’or (alias di Gisèle Littman), presenta molte somiglianze con il mito de ‘La grande sostituzione‘, un’altra delle narrazioni più in voga nei circoli del suprematismo bianco.

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[Fonte: islamophobiawatch.co.uk]

Entrambe le idee vengono concepite, non a caso data la sua storia coloniale, in Francia. La teoria de ‘La grande sostituzione’ nasce a partire da un libro distopico degli anni ’70, in cui viene descritta la distruzione della “civiltà occidentale” ad opera di una massa di immigrati del “Terzo Mondo” (un fatto interessante è che Il campo dei Santi, finito nel dimenticatoio per anni, ha registrato un record di vendite nel 2011).

Il mito dell’Eurabia riprende quest’idea della distruzione della civiltà occidentale, aggiungendo l’elemento inquietante della connivenza dei leader europei democratici i quali, consapevolmente, “vendono” l’Europa ai musulmani in cambio di petrolio.

Islamofobia: la svolta dell’11 settembre

Nessuno, neanche l’estrema destra, avrebbe comprato una teoria così assurda (nell’opera originale Bet Ye’or dipinge Charles de Gaulle come principale ideatore del complotto) se non fosse stato per l’11 settembre.

L’attacco alle Torri Gemelle è stato il catalizzatore che ha spinto definitivamente l’islamofobia al centro del discorso politico occidentale. Si è trattato di una “fortunata” convergenza.

Prendi una narrativa xenofoba che demonizza l’Islam e una della minaccia demografica rappresentata dai migranti; condisci con un po’ di teoria del complotto, così che un ristretto gruppo di persone “illuminate” si senta superiore al resto che non è a conoscenza del pericolo; aggiungici la narrativa ufficiale dell’amministrazione Bush della “lotta globale al terrore”, per dare legittimità e sfruttare il consenso degli elettori per invadere Iraq e Afghanistan in cerca di petrolio; inforna a 180 gradi ed ecco un nuovo fiammante inizio per l’islamofobia.

Chi ha paura dei musulmani? Il suprematismo bianco

Da sentimento latente, l’islamofobia è riuscita a costruirsi un posto di tutto rispetto come parte strutturale della società. Basti pensare al dibattito che sta scatenando proprio in questi giorni di campagna elettorale nel Regno Unito, così come alla proposta di qualche mese fa di una definizione tecnica di islamofobia – il cui rifiuto da parte dei Tories è stato duramente criticato.

Stessa situazione in Francia, dove con la solita facciata della “laicità“, tanto negli ambienti di sinistra come in quelli di destra (anzi forse ancora di più nei primi), si preferisce parlare di razzismo in generale invece di riconoscere il problema specifico del razzismo che colpisce “l’espressione dell”islamicità’ o della percezione dell”islamicità” (fonte: la definizione tecnica di islamofobia proposta dal gruppo parlamentare inter-partitico per i musulmani britannici).

O all’Italia in cui il razzismo (tanto antisemitismo come islamofobia) rimane una questione da affrontare solo nei termini di punire l’intolleranza e condannare i discorsi d’incitamento all’odio, senza mai intaccare le fondamenta che costruiscono le disuguaglianze su cui si costruisce la retorica razzista e populista.

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[Fonte: Anadolu Agency]

Il problema di questa prospettiva è che fornisce un argomento per il suprematismo bianco. Se accettiamo che ogni forma di odio è equiparabile e che non ci sono disuguaglianze specifiche e strutturali, il discorso suprematista della “cristianofobia” diventa accettabile.

Allora accettiamo che ‘se loro ci odiano, li odiamo anche noi’, accettiamo che la ‘civiltà occidentale’ è sotto attacco e va difesa. Condividiamo un discorso che si basa sulla paura di un gruppo di persone, storicamente egemonico e che oggi è tutt’altro che minacciato, di perdere i propri privilegi.

Perché è a questo che si riduce il suprematismo bianco: la paura di un gruppo che si è sempre considerato ‘la maggioranza’ di diventare una minoranza.

Del resto se questa è la democrazia in cui viviamo, in cui le minoranze sono stigmatizzate e attaccate sulla base dell’inferiorizzazione di tutto ciò che non è parte della ‘cultura nazionale’, forse la paura di diventare una minoranza è giustificata.

Claudia Tatangelo

1 commento

  1. Il fascismo verde (islamico) e il fascismo bianco sono in realtà alleati.
    Negli anni 30′ c’erano i fascisti neri (nazisti) e i fascisti rossi (stalinisti).
    Allora capisci? Le scelte sono finte.
    Ma se studi un di storia forse campi idea, sopprattutto la storia delle donne e quella dell’India: lì dove i musulmani hanno rifiutato un paese indipendente se non fossero loro i leaders supremi.

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