Marco Rotelli, classe 1992, è un giovane artista ma con un background importante alle spalle. La scelta di auto-prodursi è figlia delle esperienze che hanno accompagnato la sua carriera. Del suo nuovo singolo “Dinosauro” dice che «è un inno alla vita, al coraggio di credere in se stessi e nelle
sorprese che a volte non mollando mai possono capitare

Marco Rotelli, nonostante la tua giovane età, ti sei posto espressamente “contro gli strumenti finti“. Questo può essere relazionato al tuo passato al Conservatorio G. Verdi di Milano.

«Le produzioni per la maggior parte, oggi, sono elettroniche. I musicisti che suonano sono pochi. Mi piaceva l’idea di tornare a quel tipo di musica “suonata”. Un po’ come quando compravi un disco e trovavi i nomi degli artisti che avevano partecipato alla sua produzione. Oggi vedi il nome degli strumenti o delle apparecchiature utilizzate. Si tratta di una questione di gusto.»

Marco Rotelli

Qualche anno più tardi hai duettato con un’artista, Deborah Iurato, che, poi, ha anche varcato il palco dell’Ariston. Un periodo di transizione nel tuo percorso artistico ha portato alla nascita di quel singolo che è “Fermeremo il tempo”.

«Il periodo che va dal 2014 al 2016 è stato molto intenso. Sono usciti 4/5 singoli e il mio primo album. Il brano “Fermeremo il tempo” è stato un duetto un po’ nato per caso. I nostri produttori si conoscevano ed è venuto in mente di provare ad unire le due voci in una canzone a cui stavo lavorando. La canzone è piaciuta sia a lei che al suo produttore e così abbiamo pensato di duettare. Ci siamo conosciuti e siamo diventati amici anche al di là della canzone e abbiamo ricevuto anche belle soddisfazioni in radio.»

Subito dopo hai avviato una fase di nuove collaborazioni, lontane dalla precedente etichetta discografica. In questo momento ti stai autoproducendo? 

«Sì, gli ultimi tre singoli sono autoprodotti al momento. Diciamo che è stata una mia scelta. Nel senso che è anche vero che non continuerò su questa scia. Oggi le case discografiche, per la maggior parte, se devono investire lo fanno per artisti che paradossalmente hanno già un certo tipo di notorietà e che, quindi, provengono da talent show perché hanno già la loro visibilità, dato che sono stati parte di un prodotto televisivo per mesi. Insomma, non devono fare tutto questo grande lavoro di promozione. Quando ho concluso il mio contratto discografico, ho investito molte risorse nel mio progetto. Trovare un’altra etichetta che abbia voglia di fare quel tipo di investimento lì, che sia maggiore e non minore, per non retrocedere ma per andare avanti, non è facile. Per questo, nell’attesa, ho scelto di autoprodurmi

Recentemente, un viaggio in Spagna ha ulteriormente cambiato le cose. In questo periodo è in rotazione radiofonica un singolo che si chiama “El amor que o se vive”, che hai inciso con un artista spagnolo. 

«Fa parte di una di quelle tre canzoni che ho prodotto ed è nata per caso. Vado spesso in Spagna per piacere, perché è un paese che mi piace molto, in particolar modo al Sud e in Andalusia – un luogo che mi incanta. L’estate scorsa sentivo alla radio sempre una canzone, che continuava a colpirmi. In qualsiasi posto andassi, c’era sempre questa canzone. Ad un certo punto mi sono incuriosito ed ho voluto sapere chi la cantasse. Mi sono informato e preso contatti con David Neria, per provare a fargli i complimenti. Semplicemente, sembravo io in versione spagnola. Tra una frase e l’altra, gli ho proposto di ascoltare una canzone ed ha acconsentito subito. L’ho registrata in Italia, lui in Spagna e, poi, l’abbiamo mixata. In Spagna abbiamo girato insieme il videoclip. Il ricordo che ho di quel periodo è bellissimo. Ho deciso di non farla uscire in Italia, perché credo che non avrebbe avuto il valore che meritava. In Spagna ha girato su tante radio nazionali: c’è un modo di fare musica diverso, con una mentalità aperta al nuovo, a prendere da qualsiasi cosa. In Italia, il tutto si riduce a due o tre persone, ma è un paese diverso.»

Mogol Marco Rotelli
Mogol è uno degli autori del nuovo singolo di Marco Rotelli

Il tuo nuovo singolo è “Dinosauro”, scritto da Mogol insieme al figlio Francesco, che te l’ha poi presentato. Cosa hai pensato al primo ascolto?

«Anche qui tutto per caso. Ero a casa di Francesco Rapetti, il figlio di Mogol, e gli parlavo del mio stato rassegnato per il mercato italiano. Lui mi disse: “Anni fa scrissi una canzone con mio padre sul tema”. Dopo avermela fatta ascoltare me ne sono innamorato letteralmente. Me l’ha fatta provare e, quando gliel’ho cantata, gli è piaciuta. Anche a Mogol è piaciuta tanto, soprattutto per l’interpretazione, da cui è rimasto piacevolmente sorpreso. Per me è stata una grande responsabilità. Infatti, sin dall’inizio abbiamo curato i particolari in ogni minimo dettaglio. Cerchiamo di non rendere le cose banali, proprio per la firma importante che si porta dietro.»

Presentazione

Il 10 dicembre si è tenuta la presentazione in conferenza stampa a Milano. Tra le foto, non si può non riconoscere Mario Luzzato Fegiz, famoso critico musicale, conosciuto soprattutto per il suo astio nei confronti dei talent show.

Dal nuovo anno, Marco Rotelli è impegnato in una serie di date con la sua band, durante le quali farà ascoltare anche gli altri brani presenti in repertorio.

Sara C. Santoriello

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