Sono passati vent’anni da quel Sanremo Giovani che ha visto la partecipazione di Federico Stragà. Qualche anno dopo, nel 2003, ha calcato lo stesso palco in compagnia di Anna Tatangelo. L’11 maggio Federico Stragà ha pubblicato il suo album “Guardare Fuori”.
Per la prima volta, dall’inizio della sua carriera, Federico Stragà è autore e compositore di tutti i brani contenuti nel suo nuovo album “Guardare Fuori”. Il primo singolo estratto è “Ho esaurito la paura”, un brano che mescola insieme le insicurezze dell’animo umano e le sperimentazioni artistiche nel campo della musica leggera.
Il nuovo singolo “Ho esaurito la paura” ha anticipato la pubblicazione del nuovo album. Ascoltandolo ho avuto l’impressione che il brano indicasse la chiusura di un ciclo e l’apertura a sperimentazioni nella musica leggera.
«”Ho esaurito la paura” è un pezzo che ha ispirato un libro, “Non chiamatemi Ismaele”. Si tratta di un libro per ragazzi dove il protagonista, avendo rischiato di morire, dimostrava poi di avere coraggio e di aver esaurito la paura. Fin da subito mi è piaciuto questo concetto di “esaurire la paura” e, così, l’ho messo in una canzone, insieme a mie paure grandi e piccole, passate e anche presenti. Rispetto ai precedenti questo album è diverso innanzitutto perché è il mio primo album da autore al 100%.»
L’11 maggio è stato pubblicato “Guardare fuori”. Un album in cui emerge una certa maturità artistica.
«Ci sono pezzi che ho scritto totalmente, sia per quanto riguarda il testo che le musiche. Questa è una cosa che in passato è avvenuta soltanto in minima parte. Mi sono sentito più cantante fino ad un certo momento. Ho tenuto molto, parlando con l’arrangiatore Valerio Carboni, alla dimensione del suono: strumenti veri e l’ausilio minimo della tecnologia, ci ho messo dentro anche degli assoli. Mi piace sottolineare l’importanza degli strumenti e, quindi, del musicista rispetto al computer. C’è stato un periodo intenso in studio. C’ho tenuto più del solito. Dopo tanto tempo che non pubblicavo qualcosa di mio. Ci sono cose, come il video della canzone (che ho voluto fortemente girare all’Aquila), in cui dico la mia. Ho interagito molto con l’arrangiatore, in un lavoro a quattro mani.»
Qual è il brano a cui ti senti maggiormente legato?
«Mi viene da dire “Guardare Fuori”, che dà il titolo all’album. Concettualmente legandomi a quello mi sento legato a tutti. Mi sono sentito di buttare fuori quello che avevo dentro, guardarmi intorno. Credo di aver fatto questo disco mescolando la mia interiorità con quello che vedevo fuori, sperando di non dimenticarlo mai.»
Sono passati 20 anni dalla tua partecipazione al Festival di Sanremo nella sezione Sanremo Giovani. Com’è oggi Federico Stragà?
«Non potrò mai dimenticare quell’esperienza, che è arrivata senza farmi passare per tappe intermedie. Suonavo nei locali con una band e, sciolta la band, ho vinto un concorso e dopo poco tempo mi sono ritrovato a Sanremo. E’ stato tanto bello, emozionante, ma anche traumatico e pauroso. Me ne sono reso conto mesi dopo probabilmente, perché mi sembrava una situazione molto irreale. Mi sono sentito un privilegiato da un certo punto di vista e, al tempo stesso, non ci dormivo la notte.»
Sara C. Santoriello