Terremoto in Marocco: oltre 2800 morti, il governo accetta aiuti solo da quattro Paesi
Fonte: Medici Senza Frontiere

Sale in modo drammatico il numero delle vittime del violento terremoto che ha colpito il Marocco venerdì 8 settembre alle 23.11 ora locale. Oltre 2800 i morti accertati, ancora imprecisato il numero dei feriti, dei dispersi e degli sfollati. L’area colpita ha un perimetro di almeno 400 chilometri. Le zone rurali vicine all’epicentro del sisma, localizzato a circa 70 chilometri a sud-est dalla città di Marrakesh, sono ancora in parte isolate e i soccorsi faticano ad arrivare.

l principali collegamenti stradali tra Marrakech e le provincie montane sono interrotti: le frane, le voragini nel suolo e i numerosi collassi della dorsale montuosa ostacolano e, in alcuni tratti, impediscono il passaggio dei soccorsi e dei mezzi escavatori. Un repentino intervento è cruciale per tentare di salvare quante più vite possibili. Ed è proprio in questi luoghi che il sisma ha provocato il maggior numero di vittime. Secondo l’ultimo bilancio del governo del Marocco, più della metà delle vittime accertate è concentrata nella provincia di Al Hazoud, situata ai piedi della catena montuosa dell’Atlante, dove sorgono i villaggi berberi e numerose cittadine montane.

Abdelrahim Aid Douar, sindaco di Tata N’Yaacoub, il comune dove ha avuto epicentro il terremoto, descrive la drammatica situazione dei piccoli paesi e villaggi situati lungo i Monti Atlas, molti dei quali sono stati completamente rasi al suolo e ridotti a cumuli di macerie: «Sono il sindaco di un comune che non c’è più e sono qui a scavare con le mani e con ogni mezzo, nella speranza di trovare vivo qualcuno. I soccorsi sono resi difficili dal fatto che quando cerchiamo di creare nuovi accessi, si aprono voragini. Non c’è elettricità e gli elicotteri non possono lavorare di notte. Nei paesi che sono riuscito a raggiungere ho trovato solo morti e macerie. Tra coloro che ho cercato di raggiungere, al telefono o anche urlando a squarciagola, non mi ha risposto nessuno».

Il governo accetta aiuti per il terremoto, ma solo da alcuni Paesi: ecco quali

Nonostante la drammatica situazione, il governo del Marocco ha chiesto e accettato ufficialmente aiuto solo da quattro paesi: Spagna, Regno Unito, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. La Commissione Europea precisa che al momento il Marocco non ha fatto richiesta di assistenza né dato il proprio consenso all’invio di soccorsi e aiuti internazionali.

Molti Stati hanno offerto il loro immediato sostegno. Italia, Algeria, Turchia , Francia, Stati Uniti e Unione Europea fin da subito hanno proposto al governo di Rabat piani di aiuti sanitari ed economici volti ad aiutare il paese ad affrontare questa terribile emergenza, ma ad oggi non hanno ricevuto il nulla osta da Rabat.

All’indomani del sisma squadre di soccorritori volontari italiani sono giunte nel paese e stanno ora operando nelle zone rurali maggiormente colpite. Si tratta però di volontari: il Dipartimento della Protezione Civile italiana ha specificato che «la loro missione non è stata autorizzata né coordinata dal Servizio nazionale della protezione civile, che interviene per dare assistenza a un Paese colpito da una grave emergenza solo laddove le autorità del Paese ne facciano richiesta, attraverso il Meccanismo di protezione civile europea a Bruxelles o per via bilaterale». La Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ifrc) ha lanciato oggi un appello per raccogliere fondi per circa 100 milioni di euro necessari a sostenere le operazioni di soccorso.

Nelle aree situate vicino l’epicentro manca tutto: medicinali, acqua, generi alimentari, elettricità. I sopravvissuti scavano senza tregua insieme alle squadre di soccorso, anche a mani nude, nella speranza di trovare persone in vita sotto le macerie. La storia dei terremoti più recenti, come quello che ha colpito Siria e Turchia lo scorso febbraio, tiene viva questa speranza, ricordando ai soccorritori che è possibile estrarre persone vive dalle macerie anche diversi giorni dopo il drammatico evento. È una lotta contro il tempo e le prossime ore saranno di cruciale importanza.

Martina Pietrograzia

Martina Pietrograzia
Redattrice e speaker radiofonico. Da sempre affascinata dal mondo della politica e dell'informazione, ho orientato i miei studi in questi due settori disciplinari conseguendo una prima laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali e successivamente una laurea magistrale in Giornalismo, media a comunicazione digitale.

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