Nicaragua: Ortega è giunto al quarto mandato tramite delle elezioni farsa
Fonte: Wikipedia Commons

Le elezioni di domenica in Nicaragua si sono concluse con la vittoria – data per scontata – del presidente uscente Daniel José Ortega, che si è aggiudicato il suo quarto mandato. I risultati non sono stati una sorpresa: la politica di aspra e manifesta repressione dell’opposizione da parte di Ortega, ha portato gli analisti internazionali a considerare le elezioni in Nicaragua una vera e propria farsa.

Gli avversarsi politici di Ortega, guarda caso, sono stati arrestati senza una giusta causa nei mesi precedenti. Gli unici sfidanti rimasti erano cinque candidati appartenenti a partiti minori e poco conosciuti. In questa tornata elettorale, oltre al presidente, i cittadini eleggevano anche il vicepresidente, per i 92 membri dell’Assemblea Nazionale e per i 20 membri del Parlamento Centroamericano, un’istituzione politica dell’organizzazione internazionale dei paesi centroamericani, la SICA.

Il partito di Ortega, l’FSLN, controllava già il Parlamento del paese, con una netta maggioranza e anche questa volta si è aggiudicato la vittoria. La moglie del presidente, Rosaria Murillo, si è candidata come vicepresidente: Murillo è in carica dal 2017 ed è stata confermata anche questa volta, come il marito.

Ortega ha ottenuto il 75,92% dei voti, il suo partito FSLN ha ottenuto 75 seggi nell’Assemblea Nazionale e 15 dei seggi del paese Parlamento Centroamericano. Il nuovo presidente entrerà in carica a partire dal 10 gennaio 2022, mentre il giorno per i deputati dell’Assemblea nazionale sarà il 9 gennaio e per i deputati del parlamento centroamericano tra il 15 gennaio e il 15 febbraio.

Daniel Ortega: da guerrigliero a dittatore

Daniel Ortega è a capo del partito FSLN (Fronte Sandista di Liberazione), di ispirazione marxista. Con un passato da guerrigliero alle spalle, nel 1979 Ortega fu il leader della rivoluzione che portò alla sconfitta di Anastasio Somoza Debayle e alla fine della dittatura dopo più di 40 anni. In seguito alla rivoluzione, Ortega è diventato presidente fino al 1990.

Tornato alla presidenza nel 2007, da Ortega allora non ha più lasciato la sua carica. Infatti, il dittatore è riuscito a rafforzare sempre più il suo potere, cancellando i limiti del mandato presidenziale a discapito della democrazia e facendo uso della violenza e degli arresti per poter sconfiggere i dissidenti politici.

Durante il suo primo decennio dopo il ritorno, Ortega era riuscito a portare il Nicaragua ad una consistente crescita economica: dal 2007 a 2017, infatti, una serie di aziende straniere avevano investito nel paese dando un forte impulso all’economia. Nel 2018, però, la situazione ha cominciato a precipitare, a partire dalla riforme dedicate al sistema pensionistico. Da allora i cittadini hanno organizzato manifestazioni pacifiche che sono state violentemente represse dalla polizia, con centinaia di morti e migliaia di feriti. Nel paese si è presto diffusa la povertà e le condizioni della popolazione sono peggiorate ulteriormente con la pandemia e a causa dei danni causati degli uragani Eta e Iota.

Nell’ultimo anno sono stati incarcerati 40 esponenti dell’opposizione e, tra questi, ci sono 7 candidati alla presidenza. Nel mese di luglio almeno 20 politici oppositori, insieme ad alcuni attivisti e giornalisti sono stati accusati di aver preso dei fondi provenienti dall’estero e di aver commesso crimini contro lo Stato.

L’arresto che ha suscitato più scalpore è avvenuto il 2 giugno, quando gli agenti di polizia hanno perquisito l’abitazione di Cristiana Chamorro, principale rivale politica di Ortega e figlia della politica Violeta Chamorro, la quale vinse le elezioni nel 1990 e governò il paese fino al 1997. Chamorro è stata messa agli arresti domiciliari e le sono stati requisiti cellulare, iPad, computer e stampante. È stato arrestato anche Pedro Joaquín Chamorro Barrios, fratello di Cristiana, accusato di atti contro la sovranità del Nicaragua.

Ai Chamarro vanno aggiunti gli altri candidati alla presidenza rivali di Ortega, tra i quali il diplomatico Arturo Cruz, l’accademico e attivista politico Felix Maradiaga, l’economista Juan Chamorro (cugino di Cristiana e Pedro) ed il giornalista Miguel Mora. Sono stati accusati di crimini contro lo Stato anche Hugo Torres e Dora Maria Tellez, due ex comandanti sandinisti.

Il motivo per cui il regime riesce a praticare tutti questi arresti è dato dalla Treason Law (la Legge sul tradimento), approvata lo scorso dicembre dall’Assemblea Nazionale. La Treason Law rende possibile l’arresto di ogni persona accusata di aver commesso atti che possano ledere l’indipendenza, la sovranità e l’autodeterminazione della Repubblica. In questo modo è possibile arrestare i cittadini che vengono accusati di essere “traditori della patria” e terroristi anche senza l’evidenza delle prove. Inoltre, con la Treason Law il Governo ha anche la possibilità di interdire coloro che vengono accusati di tradimento dagli incarichi pubblici. La legge sul tradimento è nata con l’intento di fermare “terroristi, complottisti e golpisti” e prevede una condanna fino a 15 anni di carcere.

Ortega ha quindi sfruttato la Treason Law per sbarazzarsi degli oppositori e assicurarsi il quarto mandato con matematica certezza. In seguito alle votazioni, la principale alleanza di opposizione non ha avuto la possibilità di contestare il voto, ed anzi è stata oggetto di segnalazioni da parte delle autorità elettorali. Ai media e giornalisti provenienti da altri paesi è stato completamente impedito l’accesso al Nicaragua.

Ovviamente, non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione e della comunità internazionale, preoccupata per gli arresti dei dissidenti politici. Joe Biden si è riferito alle elezioni in Nicaragua definendole «né libere, né giuste, e di certo non democratiche». Il presidente degli USA ha chiesto ad Ortega e Murillo di gettare le basi per ristabilire nuovamente la democrazia nel paese e di liberare gli oppositori incarcerati.

Cindy Delfini

Cindy Delfini
Classe '97, Milano. Studio scienze Politiche, Economiche e Sociali, con un forte interesse verso i diritti civili. Sono appassionata di arte nelle sue diverse forme di espressione: musica, danza, cinema, serie TV, letteratura.

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