Manuel Aspidi: «La Terra ci implora di salvaguardarla»
Fonte: foto di Azzurra Primavera

A seguito dell’ottimo riscontro ottenuto con il singolo “Let Out This Light”, l’apprezzatissimo artista livornese Manuel Aspidi ha recentemente pubblicato il suo nuovo inedito “Last Call” disponibile a partire da venerdì 5 giugno in rotazione radiofonica.

La scelta della data di pubblicazione del brano non è casuale, ma selezionata in concomitanza della Giornata Mondiale dell’Ambiente istituita nel 1974 dall’Assemblea Generale dell’ONU in onore della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano. Cosciente del fatto che anche la musica può avere un forte impatto ambientale e che può contagiare le persone tramite la potenza delle note e delle parole, attraverso la nobile iniziativa intrapresa, Manuel Aspidi si è posto l’obiettivo di mantenere vivo l’interesse del suo pubblico in campo ecologico.

Scritta a due mani da Phil Palmer e Julian Hinton con la direzione artistica di Numa e interpretato da Manuel Aspidi, “Last Call” è una canzone ad hoc per sviluppare una maggiore consapevolezza e sensibilità verso la salvaguardia del territorio e le problematiche ambientali più urgenti. Il brano è un vero e proprio inno a Madre Natura e un invito a trattare in maniera consapevole il pianeta che ci ospita: è necessario agire nell’immediato per porre al più presto un argine alla crisi climatica e alla conseguente perdita di biodiversità.

La copertina del singolo di Manuel Aspidi ”Last Call”

Ecco, a seguire, l’intervista rilasciataci da Manuel Aspidi.

I talent possono costituire un prezioso trampolino di lancio ma bisogna avere la maturità necessaria per gestirli. Forte della tua partecipazione all’età di diciannove anni ad “Amici” e dieci anni dopo a “The Voice of Italy”, cosa puoi dirci in merito?

«“Amici” è stata sicuramente una delle sfide più ardue e allo stesso tempo meravigliose con le quali ho avuto modo di interfacciarmi. All’epoca avevo solo diciannove anni: ritrovarmi a quell’età catapultato in un programma che gode di grande fama nazionale, specialmente agli inizi, non è stato affatto semplice e ha suscitato in me emozioni contrastanti. Trattandosi della mia prima apparizione sul grande schermo, con la mia partecipazione ho iniziato a farmi conoscere come cantante da un’ampia fetta di pubblico che, a distanza di anni, tutt’ora continua a seguirmi sostenendomi nel mio percorso musicale. Con alcuni di loro ho instaurato uno stretto rapporto di amicizia e stima reciproca: tramite messaggi, lettere, regali e l’acquisto dei miei brani appena pubblicati mi hanno dimostrato fin da sempre un grande affetto, a cui sono più che grato. Grazie ad “Amici” ho avuto modo di pubblicare la mia prima hit “Soli a metà” che all’epoca ebbe un inaspettato successo restando per quattro mesi prima in classifica nel 2007. Mai e poi mai avrei previsto di ricevere così tanti riconoscimenti per un inedito pubblicato da giovanissimo! A dieci anni esatti dalla mia presenza ad “Amici”, decisi di ritentare la fortuna con “The Voice of Italy”. Dopo le intense esperienze precedenti, è stato per me una vera e propria onda d’urto che mi ha dato la possibilità di rimettermi nuovamente in gioco. I talent show possono essere sicuramente visti come una marcia in più per ottenere una giusta dose di carica emotiva necessaria a riprendere al meglio i propri passi. Rispetto ad “Amici”, “The Voice” è stato meno impegnativo; ciononostante costituisce ancor’oggi per me una fonte di grandi insegnamenti. Rapportarsi con professionisti del settore del calibro di Raffaella Carrà non è cosa da tutti i giorni! Conserverò per sempre ricordi indelebili di entrambe queste mie apparizioni televisive.»

Durante la giornata del 28 marzo il nome di Manuel Aspidi figurava tra la lista dei partecipanti alla maratona musicale di Earth Hour organizzata da WWF. Potresti gentilmente illustrarci in cosa consiste l’iniziativa e le motivazioni che ti hanno spinto a prenderne parte?

«Earth Hour è un evento internazionale ideato e gestito dal WWF che, mediante lo spegnimento della luce artificiale per un’ora del giorno stabilito dall’ente, si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di intervenire in merito i cambiamenti climatici visibilmente in atto. Dal momento che mi sono sempre sentito vicino alla natura e agli esseri viventi che la abitano, ho preso la decisione di adoperarmi in prima linea per difendere il nostro pianeta prendendo parte a cuore aperto, insieme ad altri miei colleghi, a questa straordinaria iniziativa. Earth Hour è un evento di grande impatto per la salvaguardia della Terra, basti pensare che sono state spente le luci del Colosseo e della basilica di San Pietro a Roma per attuarlo

Di recente è uscito il tuo ultimo singolo “Last Call” il cui ricavato delle vendite verrà devoluto al WWF Italia. Puoi raccontarci come è nato il brano e la conseguente collaborazione con la nota associazione ambientalista?

«Il brano è stato scritto da Julian Hinton e Phil Palmer, con i quali ho avuto modo di collaborare già in precedenza, ed è da me interpretato come cantante. Quando l’ho ascoltato per la prima volta, me ne sono follemente innamorato dato che tratta argomenti che mi stanno profondamente a cuore. La Terra ci implora di salvaguardarla nell’immediato: “Last Call” in italiano significa appunto “ultima chiamata”. “All is not lost/ Everything to gain/ Gotta help the world, gotta make the change” sono alcune delle parole del testo della canzone che mi hanno colpito nel profondo dell’animo. Una volta uscito il singolo, la mia casa discografica ha contattato il WWF illustrando loro il progetto. Da parte nostra c’era una piena volontà di devolvere il ricavato delle vendite per la realizzazione delle numerose attività dell’associazione, la quale ci ha dato il consenso

Tramite il tuo recente inedito ti sei fatto portavoce di un importante messaggio: nella lotta alla giustizia climatica servono note, melodie e ritornelli che ci ricordino qual è la via da intraprendere. A tuo parere in che modo una canzone può essere intesa come vettore di temi sociali?

«Sono del parere che chi come me ha deciso di intraprendere una carriera da cantante deve farsi portavoce di tematiche strettamente attuali attraverso i propri brani. Visto che sono soprattutto i giovanissimi ad ascoltare musica, credo che una canzone per essere definita tale debba svolgere una funzione educativa. La musica può certamente essere intesa come un monito per smuovere il cambiamento. L’obiettivo che mi pongo è quello di lanciare messaggi che ritengo importanti per la nostra società; spero vivamente che possano avere una risonanza tale da non far ripetere gli errori che precedentemente sono stati commessi da altri.»

Quali altri tematiche ti piacerebbe in futuro approfondire nelle tue canzoni?

«Tra le tematiche che mi piacerebbe approfondire direi sicuramente l’intolleranza sotto ogni forma e colore. Oggigiorno si sente ancora troppo spesso parlare di piaghe sociali come la discriminazione: lo provano i fatti recentemente accaduti negli Stati Uniti e le conseguenti proteste che ne sono scaturite. Per porre fine a questo scempio bisogna smuovere le coscienze della gente. Quale modo migliore per un cantante come me se non attraverso lo strumento a lui più congeniale, ovvero le sue note?»

Vincenzo Nicoletti

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