Alessandro Morini, in arte Boreale, è un cantautore romano. Recentemente è stato ospite di #ondefunky con Paola Gallo per presentare il suo quinto singolo “Meraviglia”, registrato e mixato allo Studio Nero di Roma e prodotto da Marta Venturini. L’abbiamo intervistato qualche giorno fa per conoscerlo meglio.
Boreale è progetto da solista. Parafrasando il titolo del tuo primo singolo, chi era l’Alessandro Morini del “Maggio Novantasei”?
«Quella data è per ricordare i miei anni Novanta anche perché spesso utilizzo delle sonorità degli anni ’80 all’interno dei miei brani. Sicuramente Alessandro Morini aveva voglia di cambiare. Vengo da una band, i Mary in June punk e post-rock, e avevo deciso di cambiare un po’ le cose. Durante il tour avevo iniziato a scrivere delle canzoni diverse e così, alla fine, ho deciso di intraprendere questa carriera da solista e “Maggio Novantasei” è stata proprio la prima canzone di questo nuovo progetto».
“Meraviglia” è un brano che parla del rapporto tra due persone. Cos’è che lo rende rivoluzionario, secondo Boreale?
«Sicuramente l’intesa e l’essere se stessi. Secondo me, quando riusciamo ad essere noi stessi, si riesce a star bene anche in coppia o in gruppo per poter fare quella rivoluzione. È in questo modo che si pensa di poter cambiare delle cose; non politicamente, ma a partire da te e dalle esperienze che vivi».
Boreale ha descritto così questo nuovo singolo:
«Una storia vissuta intensamente tra malinconia e stupore, scritta di getto e con tanta pancia. Quando la notte non prendi sonno e non riesci a chiudere occhio, quando pensi a tutte quelle cose che hai perso e a tutte quelle che ancora hai, quando pensi a quella rivoluzione che avevi messo in piedi perché eri convinto che avresti cambiato davvero tutto, quando quei sogni appesi ad un filo cadono giù, quando alla fine comunque la meraviglia è la cosa più vera che ti rimane e capisci che una rivoluzione ha senso solo se a farla si è insieme».
La cricca dei cantautori romani fa sempre parlare di sé. Secondo te, quanto influisce il rapporto con la città nella costruzione del vostro tratto identitario?
«Parecchio perché è una città abbastanza caotica e complessa. Anche Milano è una città difficile e può essere considerata come un altro esempio perché è l’altro centro per la musica indipendente. Per un periodo sono andato a vivere fuori Roma perché avevo bisogno di respirare un’altra aria. Poi, però, si ritorna e mi rendo conto che questa città ti dona tanto. Molte storie sono chiaramente vissute in questa città e potremmo dire che Roma mi ispira molto».
Sulla tua pagina Facebook hai pubblicato alcuni post per raccontare la tua quarantena, tra un’intervista, una maschera viso e il bucato. Quali consigli hai per tenersi impegnati fino al 3 maggio?
«Quando vivevo fuori Roma avevo il mio orticello e facevo già queste cose! In questi giorni, ho riscoperto il piacere di preparare pane, focaccia e dolci. Passo così il mio tempo. All’inizio ho iniziato a scrivere anche cose nuove. Di solito Roma ti fa correre da una parte all’altra e ti fa perdere molto tempo. Stando a casa ti ritrovi ad avere tantissimo tempo e, da un lato, la fortuna è stata proprio quella: la possibilità di scrivere delle canzoni nuove che spero possano uscire a breve. Posso consigliare di rimettersi in discussione preparando qualcosa, come molti stanno già facendo».
Boreale vi aspetta sul suo profilo Instagram e Facebook: non perdetevi le novità dei prossimi giorni!
Sara C. Santoriello