La camera approva la legge sulla parità salariale
Fonte: Il Post

Il 13 ottobre la Camera ha approvato il testo di legge sulla parità salariale tra uomo e donna con 393 voti favorevoli. La legge mira a ridurre, se non debellare, il cosiddetto gender pay gap, o divario salariale di genere, che ancora costituisce una delle principali piaghe che contribuiscono ad acuire le disuguaglianze di genere nel nostro Paese. La legge sulla parità salariale vede come prima firmataria la deputata del PD Chiara Gribaudo ma ha ottenuto il sostegno di diverse deputate, anche di partiti e schieramenti politici avversi.

Il testo sulla parità salariale, che dovrà essere approvato al Senato per poter divenire legge a tutti gli effetti, interviene su alcuni articoli del Codice delle pari opportunità, e più precisamente:

  • Sull’articolo 20, la legge vuole “trasferire alla Consigliera nazionale di parità la competenza a riportare al Parlamento la relazione biennale sull’attuazione del Codice e sullo stato della parità di genere in Italia”;
  • Sull’articolo 25, la legge mira ad “estendere le situazioni nelle quali si riscontra una discriminazione di genere sul posto di lavoro, con particolare riferimento ai comportamenti che creano una posizione di svantaggio rispetto agli altri lavoratori, che limitano le opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali e che limitano l’accesso ai meccanismi di avanzamento e di progressione nella carriera”;
  • E ancora la legge sulla parità salariale cambia l’articolo 46, per cui “le aziende sopra i 50 dipendenti (volontario se al di sotto) dovranno redigere un nuovo rapporto sul personale analizzando salari, organizzazione, opportunità di carriera, criteri di assunzione, inclusività sul posto di lavoro e conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” e prevede “l’obbligo di trasmissione del rapporto a rappresentanze sindacali, Consigliere di parità, ispettorato del lavoro e al Ministero del Lavoro e l’accesso ai dati per le lavoratrici su un sito pubblico e trasparente”.

Inoltre:

  • La legge sulla parità salariale introduce “La Certificazione di parità (come previsto dal PNRR). La Certificazione dà un riconoscimento concreto per le politiche e le misure adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere”;
  • La legge prevede “L’obbligo di tener conto delle opportunità di crescita in azienda, della parità salariale a parità di mansioni, delle politiche di gestione delle differenze di genere e della tutela della maternità”;
  • Il testo introduce “Premi per le aziende che ottengono la Certificazione di parità, che consistono in uno sgravo contributivo fino a cinquantamila euro sui contributi previdenziali  e una premialità negli appalti pubblici”;
  • “Estende l’applicazione della legge Golfo-Mosca sulla partecipazione delle donne ai Cda aziendali anche alle società pubbliche non quotate in mercati regolamentati”;
  • Introduce “L’obbligo secondo cui il 40 percento del Cda dovrà essere occupato da persone che fanno parte del genere meno rappresentato”.

A sostegno della legge sulla parità salariale si è espressa anche la CGIL, tramite la segretaria confederale Tania Scacchetti e la responsabile delle Politiche di genere e delle Politiche internazionali Susanna Camusso, che vedono in tale testo un tentativo di miglioramento degli strumenti per la contrattazione e la tutela antidiscriminatoria.

Voci critiche da parte di Marta Fana, ricercatrice, e Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo.

La legge sulla parità salariale segna un altro piccolo ma importante passo verso l’uguaglianza tra uomo e donna, quell’uguaglianza formalmente garantita dalla Costituzione ma che necessita di essere accompagnata da provvedimenti che mirino all’uguaglianza sostanziale. Per sua definizione, prevede che sia lo Stato a mettere effettivamente in campo delle azioni in grado di creare le condizioni per eliminare discriminazioni e disuguaglianze.

Ora toccherà al Senato decidere se i tempi sono maturi affinché il nostro Paese si doti a tutti gli effetti di un legge sulla parità salariale.

Martina Quagliano

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